Ovvero i resoconti delle TazzaVacanze® più memorabili, ovviamente e rigorosamente in... moto!
Corsica
Questo è un resoconto! Puoi leggere l'articolo che ne è derivato (ben 8 pagine...) su MOTOTURISMO di Agosto 2004!
Una vacanza particolare, a dir poco unica, già nelle premesse: la prima per me dopo la fine degli studi, la prima vacanza da lavoratore (ed era anche ora!!! ;-p), la prima per Ombretta in moto e campeggio...
Lunedì: ore 4.30 e la sveglia suona implacabile, violentando il risveglio mio e di Ombretta, noncurante del nostro esserci addormentati a mezzanotte... tuttavia alle 5.15 l' Africa carica come non mai (e come poche altre moto viste) esce orgogliosa e maestosa dal garage, col diligente twin subito regolare e pronto a catapultarci nel "Viaggio"! Stranamente in autostrada c'è gran freddo, 12°C, non male per esser in pieno agosto ed in Liguria. Tremiamo, pensando solo all'arrivo al porto di Vado dove è fissato l'incontro con gli altri 2 vacanzieri Alex e Cory. Li troviamo puntuali, alle 6.20, con la loro bellissima Transprealpette parimenti stracarica, solo più a tono grazie alle valigie rigide di gran classe. Hanno trovato nebbia in Pianura Padana e tanto freddo...
All'imbarco ci stupisce la modernità ed il comfort della motonave della Corsica Ferries, ci sembra di esser su un aereo! Anche la velocità è quella, sbalorditivo davvero! Solo il mare mosso incontrato al largo e l'innumerevole quantità di gente piegata dal mal di mare ci ricorda che stiamo navigando. Ma perché chi soffre si rifugia sempre sui ponti + alti dove le onde si patiscono ancor più? Noi, tranquilli e beati, ci sentiamo quasi in colpa nei confronti di quei cienci ambulanti e malridotti... A Bastia c'è solo il tempo per le prime foto di rito in terra corsa poi via verso il Col de Teghime. Ma le numerose ed ottime curve sono per la prima volta motivo di tristezza, poiché arrivando in Liguria sulla Via delle Langhe avevo già constatato come il nuovo super-assetto dell'Africa, permetteva si grandi pieghe, ma portava a sfracellare al suolo le borse laterali in piena estensione, con eccessiva facilità... guida a dir poco paralitica quindi, mi vien male solo a pensarci, anche perché l'asfalto è ottimo e dal gran grip. Ma riecco a distrarmi l'oscena discarica a cielo aperto che sovrasta Bastia, contornata sui muri circostanti di numerose scritte indipendentiste. Certo che il rispetto del territorio non è proprio il punto forte dei corsi ed avremo modo di constatarlo + volte, tra discariche a cielo aperto nei luoghi più panoramici, lavori stradali con allegro scarico di macerie sui versanti più suggestivi e quant'altro. Per fortuna sono ancora pochi ed i danni forzatamente limitati... Giunti a S.Florent montiamo il campo base al campeggio U Pezzo, consigliatoci come semplice ma economico.
Salasso per un pranzo frugale, bagno, doccia gelida ed escursione pomeridiana a S.Michele Murato per ammirare una chiesina tanto piccola quanto incantevole, tra colline silenziose, pace, tranquillità e strada tutta curve, questa volta goduta senza carico! ;-) Incredibile poi raffrontare sulla cartina nella borsa da serbatoio, il nostro avanzare, indicato con estrema precisione dal Garmin GPS III prestatomi dal Dott.Fagio®. Al tramonto cena da campo, cucinata con calma ed in pieno relax, come d'altronde l'intera giornata, che preannuncia una vacanza ben studiata. Prima di assopirci in tenda io ed Ombretta facciamo 2 passi sulla spiaggia, giusto in tempo per fissare nella nostra memoria alcune stelle cadenti assolutamente incredibili! Una in particolare ci ha lasciato attoniti: l'abbiamo vista assieme, in contemporanea, enorme, lenta, lunghissima e coloratissima... noi sappiamo cosa significava! ;-)))
Via delle Langhe |
In alto mare |
L'arrivo a Bastia |
Ombretta a S.Michele Murato |
Africa Twin & TransAlp |
La pace attorno alla chiesetta |
Particolare della chiesa |
Piloti e mezzi |
Martedì: i nostri piani prevedono il giro del "dito", una bella sgaloppata da fare in giornata ma seguendo il tono che pervaderà tutta la vacanza, ci svegliamo con tutta calma, partiamo tardi, abbondantemente dopo le 10, per affrontare il giro in senso orario. Al riguardo c'erano posizioni opposte, una che sosteneva il senso orario, stando a monte, per motivi di prudenza, un'altra che caldeggiava l'opposto, lato mare, sempre paradossalmente per motivi di prudenza, avendo le curve ed i mezzi contromano + in vista ed evitando continui attraversamenti per raggiungere le piazzole contromano. In effetti però la soluzione scelta ha avuto il pregio di mostrarci la costa occidentale, più interessante, nelle ore di sole alto.
Rapidamente siamo a Nonza dove pranziamo ai piedi della magnifica torre genovese e ci dedichiamo ad innumerevoli scatti con la famosa spiaggia nera come protagonista. Al riguardo avanzerei qualche dubbio sulle cause proposte per il colore nero della spiaggia. Anche autorevolissimi redattori di Motociclismo (cfr. il mai troppo invidiato Mario Ciaccia...) parlano di scorie di amianto provenienti dalle locali miniere. In effetti, al di la del colore chiaro dell'amianto, della sua cancerogenicità che dovrebbe già aver fatto strage nella popolazione locale, penserei più banalmente alla roccia in loco predominante: il serpentino grigio-verde scuro scuro, padrone anche dei tetti di Nonza, nero se bagnato dalle onde del mare... Passata Nonza, rimane il continuo susseguirsi di scorci fantastici, angoli di mare bellissimi, da togliere il fiato, tra rocce selvagge, onde spumeggianti e mare dai colori assolutamente incredibili! E spesso il mare distoglie lo sguardo, accentrandolo, distogliendolo dall'altro lato, dai monti, dai rilievi, dalla rigogliosissima macchia mediterranea che abbiamo alla nostra destra. E per chi come me è abituato alla brulla aridità della Liguria, ammirare leccete così folte, scure, impenetrabili e fresche, a poche decine di metri dal mare, rappresenta una suggestione incredibile. Ed appena i lecci, mollano la scena, sono rapidamente sostituiti da mirti, cisti e tanti altri arbusti della macchia bassa, tra colori ed odori inebrianti. Ovunque e comunque vegetazione, tra le rocce, sulle rocce, a ricordarci come dovrebbero essere e come erano anche i nostri litorali... Le rare intrusioni di fichi d'india, palme e platani nei piccoli paesini, altrove ammirati, qua sanno subito di stonato, di intervento e forzatura fuori luogo.
E nel frattempo siamo a Centuri Port, minuscolo aggregato di casette di pescatori, ben dotato di deliziosi ristorantini. Bagno pomeridiano e doccetta tra lo stupore generale, grazie alla preziosa tanica di 9 lt. fino ad ora diligentemente trasportata al posto del bauletto. Poi via per una nuova immersione nelle foreste di lecci, nella macchia alta e bassa, fino al selvaggio Col de Serra, con le rocce e gli arbusti appiattiti e plasmati dal vento. Puntatina a Barcaggio, per una sosta che fa assaporare tutta la quiete di questo minuscolo paesino e del suo porto. Attenzione alla stretta strada per raggiungerlo: i locali, in barba al paradiso in cui vivono, guidano presi da una folle frenesia, rischiando la vita loro e di chi incontrano ad ogni curva... lasciateli schiantare da soli e prestate MOLTA attenzione su strade così strette! Io intanto pago l'autostrada a pieno carico del giorno precedente entrando in riserva un pò prima del previsto. Sarà ansia fino al primo distributore aperto incontrato alle porte di Bastia. Incontriamo una gradevole discarica a cielo aperto anche a Macinaggio, poi ci godiamo tutta la serenità che trasuda dalla costa orientale, meno frastagliata, meno tormentata, riparata dalle mareggiate dalla vicina costa toscana e perciò con vegetazione, pur bassa, fino in riva al mare. Mare che qui è quieto, tinto dai toni caldi e lievi del tramonto, con un'aria ferma, rassicurante. Pronta a giocare ai contrasti, l'Africa si offre per una guida decisa e gustosa, fiutando l'ottimo asfalto, l'ampiezza della carreggiata e i grandiosi raggi di curva, variabili ma molto progressivi. Ed io l'accontento, gioendo assieme al motore ed alla perfezionata ciclistica (GRAZIE RICKY!!!!). L'estasi continua anche sul Col de Teghime, dove entriamo nel mondo ovattato delle nuvole, umidità, luci soffuse e vegetazione bassa portano suggestioni da Highlans scozzesi. Ma il rientro al campeggio non è tranquillissimo: Ombretta lamenta fastidi all'occhio destro, come se avesse qualche granello di sabbia... per ora pensiamo a quello, l'indomani scopriremo il vero motivo.
Mercoledì: Al risveglio la povera Ombretta si trova a diretto contatto con la realtà di adattamento, spirito di iniziativa e flessibilità richiesti da una motovacanza del genere... occhio completamente fuori uso, palpebre ben incollate e solito fastidio! Saltano subito tutti i programmi che prevedevano l'agognata escursione a Saleccia e l'attraversamento off-road del deserto des Agriate. Urge scacciare quell'inizio di sconforto che comincia ad insinuarsi nella finora prode passeggera dell'Africa, quindi decidiamo per una rapida visita da un farmacista, quindi per un'eventuale ricerca di un oftalmologo. Detto fatto troviamo a S.Florent il disponibilissimo farmacista che come molti corsi, specie se non giovanissimi, parla perfettamente l'italiano e si dimostra anche cortese, appena capito che non siamo francesi... Diagnosi: presunta congiuntivite, da curare con apposite gocce e soluzione lavante. In caso di corpo estraneo servirebbe proprio un oculista. A quel punto decidiamo di non aspettare l'evolvere della situazione e rimanendo in contatto con Alex e Cory, in paziente attesa al campeggio, voliamo in sella all'Africa a Bastia per ricercare lo specialista suggeritoci. Risultato nessun corpuscolo, "solo" congiuntivite. Torniamo al campo base dove Alex e Cory ci aspettano, essendosi rifiutati di partire per Saleccia senza di noi... quello che si chiama spirito di unione! Anche se sinceramente avrei votato per un'abolizione della tappa odierna, prevedendo tutta la polvere e sabbia che avremmo masticato nella tappa odierna, alla fine si decide per rinchiudere bene Ombretta nel suo Schuberth dalle prese d'aria e visiera debitamente sigillati, con visierina parasole costantemente abbassata e poi via, impostati trip e GPS per il tragitto + avventuroso di tutta la vacanza!
Come da previsioni, 13 km di sterrato, a volte duro, affrontato sigillati in un casco totalmente chiuso, sotto il sole e tra la polvere e con 10 lt di tanica che ad ogni salto battono sulla schiena, non sono stati proprio un momento rilassante per la povera passeggera... comprensibile quindi un minimo di malumore ed attrito on the road, spianato poi subito dal primo bagno all'arrivo nella splendida spiaggia. Al riguardo alcune note: lo sterrato è a dir poco fantastico per moto come l'Africa, ci sono si tratti a fondo duro, ma la trazione lineare e costante del twin permette di dominare ogni situazione! Salitine impegnative con rocce e buche? Avantreno saldo, peso in avanti e gaassss! Rettilinei a fondo compatto e qualche buca? In piedi, stile rally, peso avanti e gaasss! Sabbietta? Mai da crear problemi, basta tener sterzo e gas costanti e via! A condire il tutto, una volta preso il ritmo, derapate in uscita di curva, salti sugli avvallamenti + pronunciati e sugli scollinamenti + decisi. Poi curve ampie o più strette, saliscendi, insomma 13 km di pura goduria che avrebbero meritato la compagnia di altri elementi del Team (Fagio!!! Cecco!!! Quanto vi abbiamo pensato!!!) ed almeno un avanti-indietro senza pesi o passeggeri!
La spiaggia? Dire stupenda è dir poco, ma preparatevi a trovare una concentrazione di mezzi nell'enorme parcheggio e di bagnanti in spiaggia (moto, auto, 4x4, furgoni ecc.) da sconcertare... comunque le foto rendono merito degli scorci che rimangono a gratificare l'occhio di chi li sa cercare! Sabbia bianchissima, stagno costiero quieto e suggestivo, pini contorti, scolpiti dal vento marino, acqua limpidissima ed un bagno davvero super, con piccolissime lecce stella ad accogliere in acqua Ombretta e bei momenti di sano ed infantile divertimento del quartetto, tra lotte e lanci nei modi + pazzi in acqua! Questa si che è una giornata di mare!
Il rientro al campeggio vede la terza cena a tarda notte, a base delle provvidenziali buste liofilizzate. E scopriamo sempre più l'incredibile funzionalità della lampada frontale a led di Alex: peso minimo, consumo irrisorio (300 ore o giù di li di autonomia...) e gran luminosità per supportare le caratteristiche ma poco efficaci lanterne a lumini.
Giovedì: i piani odierni prevedono la levata del campo a S.Florent ed il successivo trasferimento a Corte, nell'entroterra, per passare alla fase montana della vacanza. Ciononostante ci svegliamo come al solito con tutta calma, ci diamo ad un'abbondantissima colazione e poi con altrettanta calma smontiamo il campo e carichiamo le fidate Honda twin che sembrano attendere con ansia il momento della partenza! Nel via vai delle operazioni, io ed Alex troviamo anche il tempo di andare a lavare le moto per eliminare la polvere e la sabbia rimediate ieri sui 26 km totali dello sterrato dei desideri. Quindi via, pressione sull'infallibile pulsante di start e le endurone si avviano ancora una volta stracariche, per passare il deserto des Agriates, scorrere sulla strada Balanina, giungere a Ponte Leccia e quindi a Corte. Il campeggio che ci ospiterà per i prossimi giorni è davvero tranquillo e piacevole, nonostante la posizione tra una pista di aeroporto turistico e la veloce N200 che collega Corte alla costa ed Aleria. Ci accampiamo nel bel mezzo di un gruppetto di lecci, con fondo piano e regolare nonché vicini tranquillissimi e gentili. Non si può proprio chiedere di più! Super bucato, doccia e cena in tutta calma. Davvero godurioso il relax dopocena, con lumini, nutella, camomilla e tisane, nonché una piacevolissima fumata di pipa per il sottoscritto condita da un quieto chiacchierare con gli Amici, attendendo l'ora del sonno...
Venerdì: oggi giornata libera! Su reciproco accordo il gruppetto si scioglie per cercare e ritrovare un pochino i reciproci spazi: montagne, vegetazione e fresco tra le Gole della Restonica per Alex e Cory, mare, sole e caldo a Bonifacio per me ed Ombretta che non ha mai visto quest'ultimo lembo di Corsica. 140 km calcolati ed effettivamente riscontrati per raggiungere la meta, con 2 ore di tempo, grazie a strade ampie e veloci. Lungo la via incrociamo numerosissime Africa twin coi loro grossi, inconfondibili fari. Unico punto di traffico noioso è la circonvallazione di Porto Vecchio che ci invischierà tanto all'andata che al ritorno. Ma ecco che alle 13 circa, dopo l'ultima curva, Bonifacio si schiude davanti ai nostri occhi in tutto il suo splendore e luminosità, dati da un sole meraviglioso unito al biancore accecante delle rocce che la cingono e proteggono, come a custodire, velata agli occhi dei più, secoli di storia militare, ora subordinata alle necessità del turismo. Acquisti per il pranzo, prosciutto, formaggio locale di capra avvolto in foglie di castagno (semplicemente delizioso...) e vino bianco Corse-Reserve du President dall'aroma e profumo inebriante... Dopo aver quietata la fame, inizia un autentico tour de force che mi vede rincorrere l'invasata Ombretta! Presa da autentica frenesia, non sa più dove correre, dove posare lo sguardo... nel frattempo ci palleggiamo la fidata Nikon per catturare ogni angolo, ogni veduta, ogni panorama per decine e decine di scatti! Ahh, che magnifica invenzione la fotografia digitale!!! Ed infatti non descrivo oltre la magica Bonifacio, lascio i commenti agli scatti dell'ottima Coolpix5000.
Unica nota: il mare è a dir poco piatto!!! Evento più unico che raro qua a Bonifacio. La voglia di bagno impera, alimentata dal sole implacabile, dal caldo che comincia a farci cuocere. Ma gli Amici Alex e Cory ci aspettano, partendo ora arriveremmo giusti giusti per l'orario pattuito e la fama del Capitano ritardatario deve esser assolutamente estirpata! ;-) Rientro quindi, con la ricorrente pace e tranquillità delle atmosfere donate in questi giorni dall'incipiente tramonto. E gran guida sulla N200 dove l'asfalto da pista, le curve ampie ed in piena visuale, la carreggiata ampia e il nuovo magico assetto dell'Africa mi fanno urlare nell'interfono "Phillip Island!!!". Il motore scarica potenza in allungo, sale ed intona la melodia crescente allo scarico, perfettamente seguita dall'aspirazione proprio davanti al mio stomaco, l'assetto si accuccia lieve e piatto in staccata, la forza centrifuga dilaga in curva, la piega aumenta verso limiti da sportiva, fondendosi in gran anticipo con un'accelerazione che può esser cattiva e decisa già a metà curva. Traiettoria scavata nella roccia e di nuovo la scarica del motore... il tutto per tante e tante curve. Senza incroci, persone, auto o qualsiasi elemento di disturbo... possiamo chiamarla "estasi"? Direi proprio di si!
Al campeggio ci raggiungono anche Alex e Cory che ci raccontano la spiacevolissima caduta da fermo che ha comportato la rottura del bel cupolino maggiorato Givi, contro un paletto bastardamente messo li, proprio li dove non doveva essere! Legge di Murphy... Comunque l'ingegnosa riparazione a base di Attak ed insostituibile nastro telato americano, rende gran merito ad Alex e dona anche un tocco estetico particolare e gradevole al Transalp. Cena ancora ben preparata, in tutta tranquillità, seguita anche stasera da un bel bivacco attorno a lumini e fornello, per una quieta fumata di pipa e sorseggio di the, tisane e camomilla.
Sabato: giorno di addio a Corte ed all'entroterra corso, per tornare a stabilirci col campo base direttamente sul mare, per la precisione a Porto. Nonostante tutto però, la sveglia avviene come al solito in pieno relax, seguita da un'abbondante colazione e carico moto. Il trasferimento lungo la surreale Scala di S. Regina avviene purtroppo con l'interfono in panne per numerosi guasti accumulatisi in contemporanea incredibile coincidenza... (di nuovo la Legge di Murphy impera!) Certo che viaggiare in completo mutismo dopo che si è abituati a commentare assieme ogni scorcio, ogni paesaggio, ogni curva, è a dir poco pesante, a maggior ragione con tutto ciò che ci circonda! Si susseguono infatti la Foresta di Valdu Niellu, il passo di Col de Vergio a 1477mt di altezza, la Foresta d'Aitone, circondati da conifere a dir poco immense e maestose (particolare al riguardo la specie qui osservabile, del Pinus laricius) nonché rocce e pareti spettacolari che ci accompagnano giù fino ad Evisa, le Gole della Spelunca, quindi a Porto.
Qui veniamo accolti dal colpo d'occhio del golfo di Porto, contornato dalle spettacolari rocce rosse, in successione, a perdersi fino al Golfo della Girolata, poi la Torre Genovese, sorretta anch'essa da rocce rosse. Tutto ciò non fa altro che aumentare l'aspettativa per la prevista visita serale alle rosse Calanche. Ma non bisogna perder tempo ora, quindi via a cercar un posto al Campeggio Comunale, suggeritoci perché abbastanza vicino alla spiaggia, raggiungibile a piedi, economico e sicuro. Il posto lo troviamo, sotto un ulivo, comodo per le nostre 2 igloo Ferrino nonché per le bicilindriche, ma davvero a fatica... Dribblati i numerosi ma stranamente pacifici formicai (mai visto formiche così poco invasive! Lo stesso Alex se le troverà sulla tenda ma solo perché in trasferimento, nessuna che volesse esplorare od invadere l'interno delle nostre casette), proseguiamo nel nostro tranquillo ma implacabile programma: bagno sulla ghiaiosa spiaggia di Porto (ma le correnti vi trasportano qualche alga e sacchetto di troppo!), raccolta di sabbia per la collezione di Ombretta (da affiancare a quella bianchissima di Saleccia) e poi ritorno al campeggio per ordinarci un poco. Doccia, vestiti accettabili e poi le moto partono per portarci alle Calanche.
Raggiungiamo il sito mezz'ora prima del tramonto, convinti di esser in anticipo visti i calcoli fatti con cura per esser certi di non perderci lo spettacolo a tempo debito. Scopriamo tuttavia che ci aspetta ancora una buona mezz'oretta di cammino per raggiungere i punti di osservazione!!! Neanche un minuto da perdere quindi, via allora di buon passo, Coolpix alla mano, per rendere in bit ciò che non si può spiegare a parole. Guardando le foto, tenete infatti conto che se è vero che la Nikon ha ben saturato i colori, li ha anche resi come in effetti si percepivano, cioè semplicemente incredibili!!! Sono infatti convinto che una qualunque macchina con pellicola standard avrebbe mortificato e banalizzato riflessi, luci e rocce a dir poco infuocati. Ed anche col supporto degli scatti, assicuro che non si può descrivere la magia del colore di quelle rocce al tramonto: ovunque spazi lo sguardo nella baia, col mare e l'aria fermi, immobili, sospesi nel tempo. Anche il sole pare fermarsi, il tramonto pare esitare, tutto e tutti immobili, a trattenere il respiro, ad ammirare ed ascoltare i pensieri suggeritici dal sole che ci saluta, dandoci allo stesso tempo appuntamento per l'indomani.
La cena chiude degnamente la giornata, nonostante la lunga attesa per esser serviti, stregandoci con un'infinita e poetica bouillabasse, per la cifra di 25 €, accettabile viste certe follie corse in fatto di prezzi. Esperienza assolutamente da provare per chi ama il pesce, anche se in questo caso non si tratta di un piatto genuinamente corso.
Domenica: altra giornata
To Be Continued!
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