Ecco un elenco dei motoaccessori che le nostre enduro si sobbarcano per portarci a spasso con i migliori comfort o funzionalità, dall'accessorio indispensabile, all'accrocchio quasi inutile ma scenografico...

  1. Baule posteriore,

  2. Griglia portapacchi da baule,

  3. Borse laterali,

  4. Borsa da serbatoio,

  5. Casco apribile,

  6. Stivali,

  7. Fascia renale,

  8. Presa di corrente,

  9. GPS,

Baule posteriore: monopolio della Givi Maxia 50, modello che per certi versi trovo maggiormente adatto al Mototurista rispetto al nuovo 52 lt. Quest'ultimo è infatti molto bello esteticamente, con verniciature ed inserti in alluminio, ma lo trovo fin troppo elegante e delicato... roba più da scooteroni alla moda che da enduro destinate a sporcarsi, accumular km ed inevitabilmente collezionare qualche caduta nei vagabondaggi per sterrati & Co. In ogni caso per il vecchio 50 posso segnalare la robustezza, la resistenza in caso di scivolate (si riga ma non si spacca) e l'assoluta impermeabilità. Alex "Tacchino" ha voluto tentar una nuova strada col Nonfango Tuttoterreno, bello e spazioso ed adatto a chi ricerca una linea che superi la disarmante (ma sempre attuale) semplicità del Maxia 50.

Griglia portapacchi da baule: da quando l'ho applicata sopra il Maxia, mi son chiesto come ho potuto farne a meno per tutto questo tempo! Ci si fissa di tutto ed in maniera assolutamente sicura e stabile se si abbandonano le stradiffuse corde elastiche per passare alle più stabili e sicure (nonché meno infortunistiche) cinghie autobloccanti! Attenzione al modello per il Givi Maxia: io ho riscontrato una buona imprecisione per la dima di foratura allegata, che mi ha costretto a rifare i fori di fissaggio, con conseguente antipatica stuccatura!!!

Borse laterali: personalmente ne ho fatto tranquillamente a meno finché viaggiavo da solo, sostituendole  con un bello zaino e legando lo stesso assieme a tenda & Co. proprio al posto del passeggero. Si ha comunque spazio per muoversi agevolmente in sella senza allargare gli ingombri della moto. In coppia però queste si fanno indispensabili ed allora si può scegliere tra 3 soluzioni in ordine di prezzo:

  1. borse morbide, che io accompagnerei sempre ad un telaietto portaborse: la soluzione più economica,

  2. bauli rigidi in plastica: la soluzione più elegante,

  3. bauli rigidi in alluminio: la soluzione più costosa, ma che fa più "giramondo"!

Eccone, a mio giudizio pregi e difetti, dopo aver provato la soluzione "morbide" ed aver condiviso più viaggi con Amici che avevano l'una e l'altra soluzione.

Borse morbide - Pregi: costano poco, si possono adattare al carico avendo solitamente una cerniera che le mantiene chiuse e poco ingombranti per il mezzo carico, potendosi poi estendere quando necessario. Tollerano senza alcun problema i sobbalzi del fuoristrada ed in caso di cadute non si rompono, mal che vada si strappano, pronte ad esser ricucite, rimanendo ferite praticamente solo nel look. Leggerissime. Difetti: per esser sicuri di non bruciarle sulle marmitte e di non rigare le fiancate, vanno accoppiate ad un telaietto, anche autocostruito e comunque di poca spesa. Se non modificate con fibbie a scatto per il fissaggio al telaietto, possono esser noiose da montare e smontare. Per assicurarle al telaietto con un giro di cinghia devon esser ben piene. In caso di scivolate (o pieghe eccessive...) strisciando il bordo, può cedere la cerniera perdendo la modulabilità. In caso di pioggia bisogna fermarsi per metter l'antipioggia anche a loro (fornito di serie). Personalmente: ho autocostruito un telaietto con fibbie a scatto e fissar le borse è davvero rapido, anche assicurando un giro di cinghia autobloccante. Poca spesa e tanta resa, se non fosse per la progettazione troppo bassa della prima versione di tale telaio e l'eccessiva tenuta dell'Africa, con le Pirelli MT90 e le nuove sospensioni... Borse bucate sulla via delle Langhe!!! (C.f.r.: Motovacanze in Corsica 2002) Il telaio è poi stato modificato, alzando di qualche cm l'attacco delle piastre di supporto, rifacendo in un attimo i fori in posizione diversa: la soluzione sembra esser valida! (C.f.r.: Motovacanze in Sardegna 2003)

Bauli in plastica - Pregi: estetica davvero bella ed elegante, si montano e smontano con un sol giro di chiave, sono sicure e se non sovraccaricate, assolutamente impermeabili. insomma, un utilizzo "senza pensieri". Difetti: in caso di urti secchi potrebbero rompersi e per il fissaggio sulla serratura non sono amiche di un fuoristrada troppo allegro. Due borse ed il telaio di fissaggio possono avvicinare pericolosamente i 500 € se si scelgono le soluzioni di maggior volume e magari il telaio in alluminio. Montate in verticale, lateralmente, se sovraccaricate, si possono dilatare, facendo entrare acqua tra i 2 gusci. Nel Team: Alex ha saggiamente scelto 2 Kappa, con tutta la qualità della produzione Givi, senza pagare lo stemmino del marchio... Il telaio di fissaggio in tubi, comunque assai robusti, ha poi completato l'opera.

Bauli in alluminio - Pregi: indistruttibili ed indeteriorabili, non scolorano e se si rigassero a seguito di una caduta, si sistemano con una leggera passata di tela abrasiva, in casi estremi un buon saldatore potrebbe far miracoli. Hanno un fissaggio robustissimo e permettono un agile carico extra sulla sommità. Evocative di epiche imprese. Difetti: look per molti eccessivamente randagio, troppo "tedescone" ed aerodinamica pessima. Prezzo decisamente alto (sui 600 € per il kit completo) e peso intermedio. Nel Team: io le sto valutando (si accettano pareri e suggerimenti), alcuni le guardano incuriosito ma non le monterebbero mai, altri ne rifuggono.

 

Borsa da serbatoio: altro accessorio che ho sempre ignorato quando viaggiavo in solitario... l'occorrente per la giornata stava legato al posto del baule, la fotocamera minicompatta alla cintura! Poi con l'arrivo della prode passeggera e di una preziosa Nikon Coolpix 5000 la situazione è decisamente cambiata. Ecco quindi la necessità di tale borsa per contenere un pò di mercanzia utile alle escursioni, nonché l'occorrente per documentare la giornata. Devo dire che la scelta è stata a dir poco lunga e tormentata... passo quindi ad elencare i punti che mi hanno portato a scegliere una Roland 1045/MM a cinghia e magneti. Esigenza fondamentale: linea lateralmente snella per non intralciare la guida o peggio interferire col manubrio sterzato. Supporto sganciabile dalla borsa per non dover rischiare due o più volte al giorno di rigare il serbatoio asportando sempre cinghie e magneti, ciò anche per rapidità di utilizzo. Supporto dotato di foro per favorire i rifornimenti, senza doverlo ogni volta asportare. Quindi materiale robusto ed intelaiatura semirigida. Ebbene, la Roland pare fatta apposta per l'Africa Twin ed il suo serbatoio, installata, vi aderisce come un guanto, mantiene la parte superiore perfettamente orizzontale, si può estendere parecchio, non intralcia minimamente, ha una base che rimane sempre sul serbatoio (tramite cinghia e magneti) per tutta la vacanza, che si fissa alla borsa con un giro di robusta cerniera! Un zip ed in un istante la si stacca ed attacca, senza fatica ne traumi per il serbatoio. Copri borsa antipioggia in dotazione, assieme ad una cinghia per il trasporto a tracolla!!! E prezzo accettabilissimo, ben inferiore a molte concorrenti.

 

Casco Apribile: un aggettivo potrebbe sintetizzare tutto... indispensabile! Si, quantomeno in un'ottica turistica, trovo questa nuova tipologia di caschi davvero sopraffina! Beninteso, a patto di trovare un prodotto di un certo livello, altrimenti poi cominciano le lamentele che ho sentito su certi caschi apribili, tipiche però non di tale tipologia, bensì di modelli di fascia economica, tipo la rumorosità, mancanza di aerodinamica, scarsa tenuta alla pioggia etc.. Senza ovviamente voler elogiare un solo prodotto al posto di altri, espongo i motivi che mi hanno fatto scegliere 2 Schuberth Concept per proteggere le testoline mia e di Ombretta. Volevo innanzitutto un casco apribile ma in fibra, per questione di durata nel tempo della calotta, poi con interni asportabili, lavabili ed eventualmente ordinabili a ricambio (i precedenti caschi son stati rottamati proprio per degenerazione degli interni...), dalla ottima silenziosità ed aerodinamica. Esclusi quindi subito Nolan N100, Caberg Just One Plus ed Airoh, prodotti discreti ma di fascia bassa, con interni non asportabili (almeno al momento della scelta, ora qualcuno è migliorato), ma anche il costosissimo Shoei SyncroTech II dal prezzo folle, rivestimenti interni non asportabili e poco comfortevoli al tatto, troppo sportivi (non male per un casco in teoria destinato al turismo e dalle 850.000 vecchie lire di costo...), out anche il BMW Modular, bello nell'ultima versione tonda, ottimamente rifinito, ma dal prezzo inumano... più di un milione di lire!!! A quel punto la scoperta che i caschi BMW non li fa la BMW ma la Schuberth e la versione non marchiata del Modular, in effetti con un design ancora più teutonico, imponente, ha qualche sorpresa... costa quasi 400.000 lire in meno, è in ottima fibra, è uno dei pochissimi (unico al tempo) modulari che ha passato l'omologazione anche per gli impatti frontali (come gli integrali), ha interni estremamente comfortevoli, studiati con cura (predisposizione, già sagomata, per gli auricolari dell'interfono), ha il paragola ed il paranuca di serie nonché una chicca negata alla BMW, che poi diventerà di moda, copiata da molti: la visierina interna, a scomparsa, parasole... Incredibile! Un istante e zac! Sale o scende a seconda che si entri od esca in galleria, niente più scomodi occhiali da sole... A ciò si può aggiungere una visiera dalla robustezza impressionante (cadutami più volte sull'asfalto, si fa fatica a trovarci dei graffi...), ottime finiture, un'aerodinamica incredibile che mitiga, quando si è in movimento il peso, in effetti da fermo avvertibile, ed una gran disponibilità di ricambi.

Stivali: in effetti ho girato anch'io in moto per qualche anno con le scarpe da tennis... lo so, direte che si può fare, specie se non si fa sterrato. Però vi consiglio comunque di provare un bel paio di stivaletti, magari senza esagerare, un modello in pelle sobrio, leggero, senza fodere sintetiche od imbottiture che d'estate potrebbero dar fastidio. Poi mi racconterete com'è bello non sentire più quegli spifferi nelle caviglie, sentire piedi ed articolazioni piacevolmente avvolti e protetti. Non parliamo poi delle mezze stagioni o dell'inverno... Non capiterà, ma in caso anche di una semplice caduta da fermo, col carter motore ad incombere sulle vostre estremità mi ringrazierete... non vi è mai capitato poi di impigliare i lacci delle scarpe, magari nella leva del cambio, proprio quando serviva un immediato piede a terra? Io sarò un fissato, ma dopo aver disintegrato con anni di uso pressoché quotidiano, un paio di Alpinestars Tourer, sono poi approdato a degli impagabili Oxtar Infinity, una incredibile via di mezzo tra uno stivale da fuoristrada ed uno da turismo, tanto da non poter dire a quale assomigli di più: anche in questo caso avevo addocchiato i BMW Savanna, dal solito prezzaccio di 350 €, poi ho notato la somiglianza con gli Oxtar, tanto che la suola mi pareva proprio identica... cerca di qua ed informati di la, son gli stessi stivali, prodotti da Oxtar e poi marchiati BMW, sempre foderati in Goretex, stessa pelle, stesse chiusure, 100€ meno di prezzo! Ci stanno anche sotto i jeans (look mooolto tecnico, ma a me me piasce, come dice il buon Gigi...), passano indefessi dal fango col completo da cross, alla pioggia e il gelo affrontati con quello Touring... impagabili, appunto! Un appunto femminile: Ombretta, non avendo esigenze di guida in fuoristrada, indossa un paio di comodissimi, e quasi stilosi, Oxtar SunDancer.

Fascia renale: poco da dire, serve, è un must, specie se si fanno molti km! Per chi non ce l'ha un caldissimo invito ad indossarla. Costa relativamente poco e, al di la del discorso sicurezza in caso d'urto, è meraviglioso il sostegno che da alla schiena. Si guida dritti, senza incurvarsi, senza precoci indolenzimenti. Tra l'altro, in caso di guida in maglietta o giacca leggera, toglie davvero tanta aria dai reni! Provatela e non ne farete più a meno anche nei piccoli trasferimenti!

Presa di corrente: serve poco per costruirsene una. Un paio di metri di cavo, ignifugo e ben coperto, meglio se ulteriormente inguainato in una termoretraibile, due capicorda ad occhiello ed una presa di corrente da accendisigari adatta. Se questa non contiene già un fusibile, mettetene uno, con relativo portafusibile, lungo la linea. Si fanno passare i cavi sotto il serbatoio, assieme a quelli già esistenti (così si è sicuri di non creare intralci o interferenze pericolosi), si fissa la presa dietro il cruscotto, dove meglio si crede, quindi si fissano i capicorda ai morsetti batteria, se si vuole corrente sempre, altrimenti passando col positivo a valle del relay di accensione, se si vuole il tutto sotto chiave. Cosa ce ne facciamo? Si caricano le batterie del telefono, della macchina fotografica, si alimenta il GPS, la ricetrasmittente, qualsiasi cosa richieda 12 V.

GPS: nota dolente! E' un accessorio purtroppo da me provato ma che non ho... Ebbene si, ho provato l'ebbrezza di impostare i waypoint, seguire la freccina mobile sullo schermo fissato allo sterzo e traguardarla con la cartina nella borsa da serbatoio... il tutto sui fantastici sterrati di Corsica... Si, il Dr. Fagio, buono come pochi, mi ha lasciato in consegna il suo Garmin III per una vacanza intera, me ne ha creato la dipendenza, ma ora io ne sono ancora sprovvisto... lo giudico comunque utilissimo per chi viaggia molto, specie in zone sconosciute ed a maggior ragione vista la ricchezza di funzioni dei nuovi cartografici, magari a colori... due consigli, giratimi da amici che ci corrono anche nel deserto: alimentazione esterna (le pile con le vibrazioni scintillano e rovinano i contatti) e supporto molto ma molto ben isolato dalle vibrazioni! Esistono supporti appositi per numerosissimi modelli di GPS, di Touratech ed African Queens, con silent blocks aeronautici, dal caro prezzo, ma sembra che garantiscano effettivamente una lunga vita al costoso marchingegno elettronico.

 

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