Le trascorse avventure motociclistiche del Capitano®

Già... la moto! Pensate se non esistesse! Pensate alla triste, vuota, grigia, qualunquistica vita di chi non ha mai provato a salire o ad esser trasportato su una moto, o peggio ancora non ha mai in-coscientemente voluto averci nulla a che fare...

E pensare che anch'io ero ben avviato su questa strada: sono arrivato infatti all'età di 18 anni senza filare minimamente ne motorini ne 125 (per fortuna ai bei tempi non si sapeva nemmeno cosa fossero gli sputer...).

I parcheggi del liceo pullulavano di Aletta Rossa, Elefant 1 e 2, Freccia e le prime Aprilia (AF1? Qualcosa di simile, poco prima della Futura), ma i mezzi a due ruote non mi interessavano con buona pace dei miei che non hanno dovuto sopportare i lagnosi "...me la compri?..."

Ma giusto quando per loro il peggio sembrava passato, ecco la folgorazione: una
Cagiva Elefant II 125, nei fantastici colori bianco-azzurro delle Elefant della Dakar giaceva ammiccante, anche se non in condizioni "da vetrina", nel garage di mio zio, mecca d'auto ed  appassionato crossista.

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Ricordo che senza dover questionare coi miei, solitamente iper-apprensivi, me la sono ritrovata nel garage!

Nell'attesa di aver la necessaria patente A, ho smontato pezzo a pezzo la moto, gran pulizia di ogni parte, sostituzione di tutto ciò che era troppo usurato e ritoccatina di bianco al telaio, nuovamente immacolato!

Ripensando al risultato, a come era bella, a come era la mia prima moto, mi viene ancora un po' di magone...

Più di 34.000 km a consumi bassissimi, esperienze continue su ogni terreno e pochissimi problemi meccanici, mai seri e sempre risolti da me (compresa la sostituzione dello statore dell'accensione, bruciato).

E' stata la moto che mi ha insegnato a non chiudere il gas sugli sterrati e a farlo invece all'ingresso delle curve su asfalto (per banale che sembri, può non esserlo per chi non ha mai guidato nemmeno un Ciao...).
E' stata la moto che mi ha portato per la prima volta, da solo, lontano qualche centinaio di km da casa, la domenica, che mi ha assecondato nelle sfuriate da umore nero, perdonandomi sempre tutto.
E' stata la moto che ha riempito i giorni più bui ed insopportabili della prima grande delusione d'amore, aiutandomi a ritrovare la serenità e l'equilibrio completamente smarriti...

...E poi le chiamano solo moto...

Forse qualcuno capirà perché, quando un furgone è venuto a prendersela, per una cifra ridicola (avevo appena rimesso a nuovo le sospensioni, nonché montato disco e pompa freno di nuovo tipo...), pur avendo già in garage la moto dei miei sogni, un'Elefant 900 i.e., ho trattenuto a stento più di una lacrima...

Ed ecco finalmente una vera moto! Cilindrata generosa, motore strabordante ed erogazione travolgente! E poi, quanto l'avevo sognata L'Elefantona Lucky Explorer, i.e., così rara ed esclusiva?

Eccola come fosse nuova nuova, col bauletto che avevo provveduto a verniciare in tinta:

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la moto aveva 13.800 km, sapevo per certo che era stata usata pochissimo e bene, nessun incidente ed estetica veramente da vetrina!

20.000 km sono passati con enormi soddisfazioni e senza problemi, poi l'inizio della fine... :-(((

Proprio quando cominciavo a cucirmela addosso (olio forcelle più denso, mono Ohlins assettato ad hoc, sella più piana ed antiscivolo, tubi freno in treccia e pastiglie migliori, frizione aggiornata, filtro aria K&N ecc...) sono cominciate le prime avvisaglie a preannunciare l'inizio della fine di un sogno: leggere irregolarità nei passaggi ai medi, col motore incerto tra il salire di giri e lo spegnersi, qualche fumata azzurra all'avviamento, ma consumi di olio e benzina nella norma.

Ancora un po' per godersi l'eccezionale personalità di un motore assolutamente inimitabile, forte, generoso, pienissimo ed incontenibile, con una ciclistica da sogno per la guida sportiva veloce, sia su asfalto, dove non sfigurava dietro alle sportive di media cilindrata, che sulle veloci strade bianche tra buche e pietre, da prendere aggressivamente, lasciando far tutto alla stabilità della moto ed alla spinta del motore! 

Poi i pellegrinaggi dai meccanici Cagiva-Ducati, prima nella mia zona, poi nel Veneto, dove nel frattempo ero finito per l'anno di servizio civile (ovviamente con moto al seguito, essendo questa il mio unico mezzo di locomozione proprietario).

Infine la triste storia del ritiro da parte della Cagiva, l'incompetenza di chi ha gestito il tutto e la fine definitiva del sogno Elefant...

Ora la moto è perfettamente sistemata in garage (ma per una seconda volta a mie notevoli spese, la Casa ha fatto solo danni, pretendendo anche soldi...), le offerte risibili ricevute e l'affetto che comunque mi lega al mezzo me la fanno conservare, ma la frequenza ed il costo dei tagliandi (cari se eseguiti coi dovuti criteri da gente competente) di un motore così particolare la rendono incompatibile con la mia condizione di studente ed i km che ultimamente macino.

Con l'azzeramento del conto corrente, si è aperta dunque la mia terza fase motociclistica: dopo l'iniziazione col 125, dopo la crescita con un particolarissimo 900, esplosivo e personale,  è arrivata quella che considero la maturità portata da un'Honda Africa Twin 750, modello 2000, negli unici colori per me possibili per un'Africa, quelli HRC (unici al pari della grafica Lucky Explorer per l'Elefant: le tradizioni non si toccano!).

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Maturità che vuol dire dimenticare (anche per non soffrire...) i cv e l'Ohlins persi per strada, per apprezzare invece un bilanciamento di guida ammaliante, una dolcezza di erogazione incredibile, sconosciuta, un'affidabilità ed un comportamento inappuntabili. Con  la sostituzione poi di quel tremendo Showa stock che mi portavo sotto il sedere ( non più regolabile e dall'invecchiamento assurdamente precoce), assieme a molle progressive di buona efficacia, anche la resa ciclistica è diventata davvero di alto livello in ogni condizione, guida sportiva on ed off compresa.

Per il resto L'Africa è eccezionale in quest'ultima versione: fuoristrada (ovviamente non è un KTM, ma a modo suo va praticamente ovunque), asfalto, montagna, autostrada, uso quotidiano con OGNI tempo, vacanze con carico da mulo, in ogni caso riesce non solo ad adattarsi ma a sfoderare un'efficacia eccezionale, in ognuna di queste condizioni!

Mi chiedo come mai se ne vendano così poche... forse è troppo affidabile ed il mercato dell'usato riesce a soddisfare troppi nuovi clienti, anche con moto di più di 12 anni ancora in perfetta efficienza ... ;-) O forse, più probabilmente, la Honda stessa si è dimenticata di avere in catalogo la moto in assoluto + versatile e dall'efficacia più ampia oggi in commercio? Credo sia questa la causa prima, riprova ne è la totale assenza da anni di pubblicità, prove ed attenzione da parte della stampa specializzata, nonché l'incredibile numero di possibili utenti che la credono fuori produzione da un pezzo, ripiegando su TransAlp e Varadero, spinti in ciò dai concessionari ufficiali!

 

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