Traina ai Tonni di Branco: L'Attrezzatura
Attrezzatura per la Traina Veloce
Con questo articoletto vorrei inquadrare grossolanamente l’attrezzatura base per poter tentare con un minimo di susccesso la traina veloce di superficie, quella che solitamente vede come prede i tonni di branco, le lampughe e nei casi più fortunati, le bellissime aguglie imperiali.
In linea di massima vedremo di tener conto della pesca a bordo di una barca a vela, coi problemi di ingombro, navigazione e velocità che le sono peculiari.
Chi ha già un minimo di esperienza in merito troverà probabilmente queste righe banali, scontate, risibili, prolisse... ma spero che, al contrario, certi concetti possano esser chiari anche per il velista che mai ha preso una canna in mano. Magari anche per chi, armato del miglior entusiasmo, voglia provare a pescare qualcosa durante le traversate e le crociere a vela... ;-)
Canne
A scanso di equivoci le canne da traina di media potenza son quelle per intenderci che lavorano coi guidafilo e col mulinello rivolti verso l'alto...
Per una traina d'altura generica, solitamente si usano attrezzi dalle 12 alle 30 libbre. Il che vorrebbe dire che una canna da 12 lbs raggiunge il suo massimo inarcamento con un carico statico di circa 6 kg o 12 lbs.
Considerando però di esser in trasferimento su una vela, barca ben poco agile nell'iseguire e combattere un pesce, magari con un pescatore non proprio espertissimo, sarebbe più sensato stare su attrezzi di 30-50 lbs. Lascerei le 20 lbs a chi ha già molta esperienza e voglia divertirsi, rischiando anche un pò di perdere il pesce, con attrezzi leggeri. Ma meglio non esagerare nemmeno in alto, perchè oltre (80 lbs) l'attrezzatura sarebbe troppo pesante, impossibile da maneggiare in sicurezza. Senza contare che un eventuale tonno extra in quel caso (vela e scarsa esperienza) spaccherebbe tutto anche con attrezzi da 130 lbs. Quindi vada per le canoniche 30 lbs, solitamente il miglior compromesso in mediterraneo!
Se analizziamo una canna da traina partendo dal basso, troviamo la crociera, che è quell’intaglio a croce x non farla ruotare quando è nel portacanne, il manico, il porta mulinello con le ghiere a vite, l’impugnatura, il fusto vero e proprio e le carrucole o anelli passa filo, l'ultimo dei quali detto apicale.
Per scegliere un buon attrezzo adatto a pesci di diversi kg, dobbiamo entrare nell’ottica che potrebbe attaccarsi alla nostra lenza anche un tonno molto ma molto grosso, dalla forza impensabile e con velocità incredibili.
Attrezzi deboli o eccessivamente economici, ci farebbero perdere il pesce, ma quel che è peggio, con certe forze in gioco, potrebbero esser davvero pericolosi! Già un tonno di 15 kg ha una forza di spunto in grado di tirarci in acqua se si bloccasse la frizione del mulinello o se qualcos’altro non funzionasse. Immaginate che ferita al volto potrebbe farci una canna che sotto trazione si rompesse all’improvviso.
Meglio quindi cercare canne dotate di portamulinello in lega d’alluminio, con porta mulinello in blocchetto pieno e non lamierino stampato. Impugnatura spessa, robusta, con buon grip, ottima se in neoprene compatto o cuoio.
I passafilo devono assolutamente essere di prima qualità: di riferimento i Fuji per gli anelli, Aftco e Stewart per le carrucole. Se si scelgono gli anelli (ottimi quelli al carburo di silicio), sarebbe meglio avere almeno il primo di base e l’apicale a carrucola x dissipare meglio l’attrito del filo.
Secondo gli stessi principi, anche le legature devono esser ben eseguite e protette da vernice trasparente possibilmente epossidica. Un test per scartare subito attrezzi troppo economici? Con cautela impugnate la canna, tenete una mano sull'impugnatura, puntate la crociera sul piede e con l'altra mano all'apice del cimino flettete man mano CON ATTENZIONE il fusto. Delicatamente e gradualmente (certi modelli mal fatti, senza la pressione distribuita sui guidafilo possono rompersi! Il negoziante non sarebbe contento...). Arcuandola poco per volta, se sentite le verniciature sulle legature scricchiolare lasciate perdere! La vernice, non elastica, si romperebbe presto, rovinando tutta la canna!
Vediamo ora le tipologie di canne. Principalmente possiamo dividerle in 2 gruppi: classiche e stand up.
· Classiche: hanno il manico sotto il mulinello lungo, impugnatura corta, fusto lungo. In totale normalmente superano i 2 mt e si smontano all’altezza del portamulinello. Son state sviluppate x sedia da combattimento, ma si prestano anche ad esser usate in piedi, appoggiate alla classica pancera.
· Stand-up: di concezione + moderna, nate per l’uso specifico in piedi. Hanno manico corto, impugnatura lunga, fusto corto. In totale sono solitamente ben al di sotto dei 2 mt (1,60-1,80 mt) e possono essere in un pezzo singolo o smontabili. Esistono modelli da viaggio, in 3 o + pezzi: attenzione, se non di ottima marca risultano deboli!
Per un uso in barca a vela, considerato il regolare impiccio dato da paterazzi, volanti (se presenti), aste portabandiera e quant’altro, direi che la stand up abbastanza corta è la canna d’elezione! Ma non troppo corta: ci son modelli esageratamente rimpiccioliti, poco + di un metro e mezzo, che non ci permetterebbero di tener il pesce lontano dalla poppa e dal profondo timone…
Ultimo dettaglio, la curva di azione: le canne possono piegarsi descrivendo curve ed azioni diverse:
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Azione parabolica: il fusto si flette allo stesso modo, regolarmente ed uniformemente, dall'impugnatura al cimino, descrivendo un arco quasi perfetto, + o meno accentuato a seconda del carico, ma sempre un arco regolare. Sono canne adatte a pesci giganteschi ed hanno un ritorno solitamente lento, morbido. Di solito le canne classiche, da sedia, hanno questo tipo di azione.
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Azione progressiva: con piccoli carichi si flette solo il cimino, mantenendo il fusto dritto, rigido. Con carichi massimi aumentano la flessione, interessando quasi tutto il fusto ma descrivendo in ogni caso una parabola sbilanciata in punta, non un arco. E' l'azione tipica della maggior parte delle stand up, permette un ottimo controllo e sensibilità sul pesce. La canna ha un range di utilizzo maggiore, dai pesci piccoli ai + grossi, adattandosi allo sforzo. E' il motivo x cui personalmente preferisco queste canne: con una stand up progressiva si possono affrontare diverse tecniche e pesci, senza aver troppe canne diverse in barca.
E per la scelta finale?!? Direi che non è il caso di sbilanciarsi troppo con nomi di marche e modelli. Anche perchè marche pur ottime, hanno spesso a listino modelli di fascia economica, a dir poco scadenti. Se proprio propriodovessi dare un'indicazione di partenza, epr avere un'idea di cos'è una canna economica eppure molto robusta, affidabile e ben fatta, direi Shimano Katana stand up. Niente di pregiato o al top, ma è molto bilanciata, reattiva, leggerissima e ben rifinita, ma soprattutto, lo ripeto, affidabile. Il prezzo poi, raffrontato alla qualità, ha dell'incredibile. Ce ne sono davvero tante di buone canne, ognuna con caratteristiche proprie, di leggerezza, robustezza, rapidità d'azione, curva di flessione... Scuotetela a mò di frusta, flettete con attenzione e gradualità il cimino: dovrebbe dare impressione di fibra nervosa ma che flette in maniera armonica, che lavora, ma dal rapido ritorno, dal buon nerbo. Se è troppo elastica e tendesse a "sbananare", scartatela. Idem se vi desse l'impressione, all'opposto, del "manico di scopa", rigido all'eccesso, che non lavora x assorbire le fughe del pesce. Chiedete al negoziante, ma non fidatevi ciecamente... Cercate di percepire la qualità di un attrezzo, compatibilmente col budget deciso, la bilanciatura (non deve "pesare in avanti"...), la leggerezza per esser maneggevole e la robustezza per durare. Se adeguato, un buon attrezzo vi accompagnerà tutta una vita. Se scadente, cederà dopo poche stagioni...
Mulinelli
Prima di tutto, sarò ancora scontato ma non si sa mai... Ho visto cose tremende in merito... Su canne da traina vere e proprie, d'obbligo montare mulinelli a bobina rotante!!! I modelli a bobina fissa vanno lasciati all'attrezzatura leggera, x la sola traina costiera e per le prede + piccole!
Tra questi modelli a bobina rotante, possiamo distinguere anche in questo caso 2 categorie:
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mulinelli con freno a stella: i primi ad esser stati inventati, meccanicamente semplici, solitamente economici, se di qualità sono estremamente robusti. Smontabili x manutenzione e rimontabili da chiunque. Il limite dello slittamento della bobina per giostrare il pesce viene regolato ruotando una stella sull'asse della manovella. All'interno la frizione è fatta con numerosi dischi ma di piccolo diametro, motivo x cui sui modelli economici si rischiano seriamente surriscaldamenti (un tonno oltre i 10 kg può fuggire tranquillamente oltre i 30 nodi!) e bloccaggi. Altro difetto, la stella di comando della frizione non ha alcun riferimento: va regolata prima di pescare, poi si agisce a "naso", col rischio di superare il limite di resistenza del filo...
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mulinelli con freno a leva: + moderni, costosi, complicati (impossibile rimontare certi modelli, se non si ha un chiaro esploso della meccanica), delicati, ma molto + performanti. La forza della frizione si regola con una leva, imperniata sull'asse della bobina (che è quello da frenare!). La frizione è composta da 1 o pochi dischi ma molto ampi. Gran raffreddamento e precisione di azione. In +, l'escursione della leva può esser limitata nel fondo corsa a seconda della lenza usata. Altro pregio fondamentale: hanno un pomello, una ghiera, detta di PRE-SET e una posizione intermedia di riferimento per la leva di comando, detta STRIKE, in cui poter tornare in qualsiasi momento. Con la ghiera di pre-set si regola il pre-carico della frizione. Attenzione! Regolate questa ghiera solo con la frizione completamente libera o rischierete di danneggiarla! Per impostare la frizione, si porta la leva in posizione di "strike", in battuta sul fermo, la posizione di riferimento che tutti questi mulinelli hanno, + o - a metà corsa. Recuperando il pesce potremo variare (di poco!) la leva della frizione, sicuri di avere sempre il valore di riferimento corretto nella posizione di strike. Usando dei pesi noti, si possono fare delle prove ed esser poi sicuri di non superare il limite di carico del nylon (solitamente 30% del max). Ovviamente, a maggior ragione, diffidare di modelli a leva economici e sconosciuti... Riparliamo della taratura della frizione sull'articolo della traina veloce.
Il discorso mulinelli potrebbe esser semplificato: oggi come oggi, di mulinelli affidabili e duraturi in mare ce ne sono comunque pochi! La meccanica economica poco va daccordo col salmastro, le frizioni al risparmio ancora meno! Ed un mulinello che si rompe all'improvviso, ripeto, può far danni. Già successo al sottoscritto, senza conseguenze, ad un amico, con un bello spavento... Ripeto e sottolineo il consiglio: non avventurarsi su marche e modelli sconosciuti!
Al riguardo credo mai nessuno potrà tacciarmi di faziosità se dico che c'è uno ed un solo mulinello che al tempo stesso è economico e robusto oltre i limiti dell'indistruttibile. Ed ha nome e cognome: Penn Senator! Esiste da decenni, immutato e nel suo modo di essere, insuperabile. Ha il difetto di pesare abbastanza ed avere il freno a stella ma lo si può davvero dimenticare x anni in un gavone, per ritrovarlo sempre efficiente! Posso tranquillamente dire che lo considero l'unica possibilità di avere un mulinello a buon prezzo ma totalmente affidabile, anche se non raffinato. Attenzione che altri mulinelli Penn, a prima vista molto simili, non sono così affidabili: ho avuto esperienze pessime ad esempio con la serie Long Beach... Se deve essere stella, che sia Senator!
Tra i modelli con freno a leva, direi che è meglio lasciar perdere gli stratosferici (per prezzo, ma anche prestazioni) Penn International, americani, famosi per esser placcati in oro... Così come i Fin Nor, anche loro americani al top mondiale ma dal folle costo.
Stando in Italia ci sono gli ottimi Everol, genovesi inspiegabilmente sconosciuti in patria, famosissimi all'estero, in lega d'alluminio, così come gli Alutecnos serie Albacore (costicchiano... opere d'arte adatte ad appassionati) e i Gladiator (ultimamente moooolto simili agli Alutecnos...). Sempre in lega d'alluminio, i giapponesi Shimano Tiagra, un gioiello di lavorazioni meccaniche di precisione. Sono tutti ottimi mulinelli con forse il difetto del prezzo e del peso... immagino anche in questo caso il pozzetto un pò impicciato di una barca a vela, con un pescatore magari non praticissimo nel maneggiare mulinelli di un chilo e passa...
A questo punto, direi che un'alternativa a leva, tra l'altro con prezzo abbordabilissimo (in proporzione agli altri...), possa esser la serie TLD della Shimano, in grafite. Per esperienza diretta posso dire che sono modelli molto performanti, con frizione precisissima e pesi light da record. Positivissimo poi il fatto che la leggerezza non è a discapito dell'affidabilità eccelsa: 2 TLD 10 mi fanno ancora compagnia, in perfetta efficienza dopo oltre 20 anni di onorato ed intenso servizio, assieme al compagno Penn Senator! Da notare che spesso li ho stressati con catture ben + grosse di quelle che avrebbero dovuto sopportare per progetto. Vedremo se anche i 3 nuovi Everol sapranno fare altrettanto.
Sottolineo per chiudere che avrò di certo dimenticato altri mulinelli efficienti, qualcuno mi taccerà di aver insistito troppo su certi nomi, ma di certo non vendo mulinelli e quelli citati, per esperienza diretta e non chiacchiere di banchina, garantiscono indubbia sicurezza... :-)
Da sinistra e in basso: Penn Senator "il mulo", Penn International e Fin Nor, siamo negli USA...
Sempre da sinistra e in basso: Everol, Alutecnos, Gladiator, ottimi Italiani!
Shimano, serie TDL e Tiagra, precisione e tecnologia made in Japan
Due note:
1) tutti i mulinelli a leva visti, sono disponibili anche nei modelli a 2 velocità, ovviamente con sovrapprezzo. Un pò come avviene per i winch, si può scegliere un rapporto veloce x recuperare ad esempio la lenza libera oppure un rapporto ridotto, lento ma potente, nel caso di pesci davvero grossi. Non so se ne valga la pena per iniziare...
2) i mulinelli da traina oltre ad esser inseriti nei blocchietti porta-mulinello della canna, hanno una piastrina supplementare che funge da morsetto, con relativi prigionieri, per esser fissati nella maniera più affidabile possibile.
Lenza in bobina
Al riguardo ci sono diverse possibilità, vediamo di analizzarne pregi e difetti nell'uso della traina veloce:
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Nylon: è usato nella stragrande maggioranza dei casi. E' un monofilamento economico ed affidabile, poco visibile, ha una buona durata nel tempo, è facile da maneggiare ed utilizzare. E' molto elastico, il che è pregio ma anche difetto. Pregio perchè aiuta a giostrare il pesce ammortizzandone i colpi e gli strattoni. Difetto perchè con molta lenza in acqua l'elasticità renderà difficile ferrare, allamare bene la preda e ci darà scarsa sensibilità. In pratica non percepiremo cosa sta facendo il pesce sotto di noi. Rimane comunque il materiale elettivo nella pesca, consigliabile per tutti e soprattutto per chi inizia.
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Dacron: in disuso, è una treccia molto visibile, costosetta e praticamente inestensibile. La struttura e il materiale di una drizza, in miniatura... Anche in questo caso pregio e difetto, x motivi opposti al nylon. Ferrata ed allamata fulminee e sicure, col dacron inestensibile percepiremo ogni movimento ed azione del pesce, trasmessi rigidamente alla canna. Ma rigidità vuol dire anche fragilità una volta superato il limite ed il dacron non fa eccezione: se si sbaglia anche di poco a regolar la frizione o si da uno strattone sbagliato, lui cede di schianto. Adatto a chi ha notevole esperienza. A pari diametro del nylon, è molto + resistente, quindi, a pari resistenza se ne può metter molto di più nel mulinello.
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Trecciati in dyneema, braided lines: materiali moderni, oggi molto in voga. Molto costosi, molto inestensibili, molto morbidi e flessuosi. Come il dacron, ma di resistenza ancora decisamente superiore. A pari resistenza del nylon, troviamo del "capelli" sottilissimi! Questa sottiliezza, assieme all'estrema morbidezza, se da un lato è fondamentale in certe tecniche di pesca, può creare intrecci e nodi pericolosissimi. Vanno maneggiati ed usati con estrema cura. Anche perchè sono anche molto sensibili a sfregamenti ed attriti, si rovinano molto facilmente. Il che, assieme al fatto di esser virtualmente inestensibili, li rende ancor + delicati ed adatti a chi ha molta esperienza. Anche ottimi pescatori si son trovati con lenze in teoria resistentissime, rotte di schianto da tonnetti di pochi kg! Eccezionali nel bolentino e traina di profondità, perchè sottili e con scarso attrito in acqua, ma li sconsiglierei a chi non ha un'ottima esperienza, manualità e possibilità di cambiarli molto spesso, col costo che ne deriva. In pratica sono ottime lenze ma molto specialistiche, tecniche, da usarsi con cognizione di causa, per esigenze specifiche, conoscendone bene bregi e limiti. Non si possono "dimenticare" sul mulinello, come invece si fa col nylon, pena cocenti delusioni, per i + faciloni ed entsiasti sostenitori di questi ritrovati tecnologici.
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Dacron piombato: se si vuole cercare i tonni qualche metro sotto la superficie a volte si usa questo dacron che all'interno della "calza" (come fosse una drizza) ha un'anima sottile in piombo. E' rigido e difficile da maneggiare ma è pratico ed evita i piombi appesi alla lenza, con tutte le problematiche del caso. In ogni caso, davvero poco usato.
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Monel: lega d'acciaio autoaffondante, ancor + rigido, costoso ed affondante del dacron piombato. Molto usato nella traina di fondo ed in certi casi nella ricerca dei tonni sotto i 20 mt di profondità, specie fuori stagione. Attenzione, perchè richiede canne e mulinelli specifici con rullini e bobina rigorosamente in acciaio!!! (es. Penn Senator e canne specifiche della Italicanna). In caso contrario le pregiate bobine in lega d'alluminio si incidono e poi corrodono per accoppiamento galvanico, idem i rullini in alluminio delle carrucole passafilo in canna. Se poi si hanno gli anelli in pietra dura, questi si spaccheranno in breve tempo. Lo consiglierei, con attenzione, solo se si hanno specifiche necessità di affondamento, in questi casi è ottimo.
Girella con moschettone
Viene annodata alla fine del nylon della bobina, sull'occhiello della girella, con diversi nodi (vedremo in un altra occasione i diversi nodi + usati in pesca).
Serve ad evitare, in linea di massima, la formazione di torsioni sulla lenza madre (quella in bobina) ma soprattutto rende facile la sostituzione del terminale (dotato di asola), attraverso un semplice moschettone. A proposito, ne riparleremo, ma un consiglio anticipato: per fare l'asola sul terminale NON usate MAI un nodo semplice! Dimezza la resistenza del terminale stesso...
In linea di massima la girella con moschettone va scelta sovradimensionata rispetto al resto dell'attrezzatura: con lenza da 30 lbs, è uso montare girelle da 50-60 lbs. Ma attenzione a non eccedere! Modelli troppo grossi (80lbs e oltre) sarebbero inutilmente pesanti, visibili e soprattutto non ruoterebbere, attaccate a nylon sottili, quindi sarebbero per buona parte inutili!
Mi permetto 2 consigli molto ma molto appassionati!!!
1) per la traina ai tonni (e possibilmente x qualsiasi tecnica di traina...) usate solo ed esclusivamente girelle ORIGINALI di marca Sampo, made in USA!!! Sono montate su micro cuscinetti a sfere, ruotano agilmente, ma soprattutto hanno una resistenza assolutamente garantita e testata da decenni in tutti i mari del mondo! Costano, dieci volte le imitazioni, ma di girelle non ne servono decine in barca... meglio poche ma al top! Dico solo che ho perso il pesce della mia vita, dopo un ora circa di lotta, per apertura improvvisa di un moschettone... Hanno retto lenza, terminale, tutti i nodi, ha ceduto il moschettone! Era un modello anche ben fatto, giapponese. Mi ero lasciato illudere dalla provenienza, dal moschettone che sembrava avere la stessa chiusura di sicurezza delle Sampo. Ma dico la verità, le avevo prese soprattutto per il prezzo: al costo di 2 girelle Sampo, mi ero preso una bustina da 20 giapponesi!!! E così ho perso un pesce da infarto, dopo averlo portato 3 volte sotto barca... so già che qualcuno dirà che son sciocchezze, penserà che son soldi spesi inutilmente e comprerà comunque le imitazioni. L'ho fatto io per primo... Fatelo pure, sperando vi abbocchino sempre e solo pesciolini! ;-)
2) Controllate che la girella, recuperando la lenza, non possa entrare nell'apicale. Se così fosse, usate terminali corti, max 2 metri, 2 metri e mezzo, in modo da aver la girella SEMPRE fuori dai guidafilo in canna, quando avrete reuperato il pesce sotto barca x guadinarlo!!! In caso contrario, se il pesce dovesse tentare un'ultima fuga con tutte le sue forze (e il + delle volte lo farà) la girella si incastrerà nell'apicale (che sia ad anello o rullino) e potete immaginare la conseguenza! A me si è aperto un moschettone da 60 lbs, di una girella made in Japan... :-( Due errori in una volta sola, me la son cercata, ma la lezione la ricorderò per sempre.
Girella con moschettone Sampo
Terminale
Come materiale per la traina veloce d'altura solitamente si utilizza solo ed esclusivamente il monofilo di nylon. Esiste anche il + moderno Flourocarbon, materiale che ha l'enorme pregio di esser virtualmente invisibile in acqua, avendone lo stesso indice di rifrazione, ma è un prodotto molto costoso, rigido e proprio per questo difficilmente annodabile. Traniando oltre i 5 nodi, la trasparenza del nylon, anche se non totalmente invisivile, è + che sufficiente. Motivo per cui si lascia il fluorocarbon alla traina lenta con esca viva o a tecniche di pesca con barca ferma, come il drifting.
Alle estremità, asola per il moschettone ed amo si possono annodare o fissare creando delle asole e chiudendole con specifici manicotti, rigorosamente in alluminio! Vedremo le diverse tecniche parlando dei nodi.
La lunghezza totale del terminale, come visto, è bene che si limiti rigorosamente ai 2-2.5 m! Repetita juvant: col pesce a galla, pronto per esser guadinato o raffiato, la girella NON deve entrare nel guidafilo apicale della canna!
Si potrebbe dire che questa è la parte + "divertente" dell'attrezzatura! Quella + fantasiosa, chiacchierata e controversa... al riguardo sentirete pescatori giurare sull'infallibilità dei pesci finti Rapala, sull'assoluta superiorità delle piume, gente che userebbe solo i kona o i jet... tutti e nessuno hanno ragione.
Il motivo è che non esiste, purtroppo, l'esca migliore e diffidate accuratamente di chi sostiene il contrario, magari col pozzetto vuoto... ;-)
Ogni specie di pesce, in ogni posto ed in ogni periodo, richiede un'esca diversa. Ed anche quando, nell'arco di qualche giorno i pesci gradiscono la stessa tipologia, nelle diverse ore della stessa giornata potrebbero preferire colori diversi.
Quindi divertiamoci pure ad acquistare una bella varietà di esche x poi provarle tutte, a turno.
Ma vediamo in linea di massima le diverse tipologie, riprendendo un post discusso sul forum:
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Pesci finti: sono imitazioni + o - riuscite di pesci naturali, di solito dotate di una paletta in metallo o plastica che ne permette in traina un nuoto vibrante e molto attraente per i predatori. Nel mondo della pesca si è avuta la completa identificazione di un ben preciso marchio commerciale con una tipologia di prodotto, tanto che oggi, ogni pesce finto (minnow x gli anglofoni) viene chiamato genericamente Rapala. Questo è un marchio finlandese, che originariamente produceva pesci finti in balsa, costruiti e testati rigorosamente a mano, uno ad uno. Storica la serie Mag - Magnum, modelli irrobustiti, specifici per il mare. Ora ci sono anche modelli di Rapala in plastica, ma la serie Mag in balsa rimane un riferimento. I modelli galleggianti hanno la paletta in plastica, nuotano in maniera + naturale ma reggono meno la velocità, quelli affondanti con paletta in metallo, hanno un nuoto meno naturale ma sono migliori oltre i 6.5 nodi. Per iniziare, 2 colori: il testarossa RH e lo sgombro azzurro/argento SM. Oltre ai rapala, magari evitando le ultimissime e costose novità d'oltreoceano, sono ottimi anche se oggi difficili da trovare, gli L-Jack Magnum della Yo Zuri, sempre serie magnum: affondano di più (circa 2 mt) e reggono meglio la velocità rispetto ai rapala.
Comunque sono esche difficili da usare a vela: appena la barca passerà i 6.5-7 nodi rischierete di vederli saltare fuori dall'acqua. In ogni caso, se anche stessero sotto, nuoterebbero male, risultando poco catturanti. In parte si può ovviare abbassando l'angolo di incidenza della lenza sull'acqua, come spiegato + sotto alla voce Pinza sgancia lenza.
La mitica serie dei Rapala Magnum, a sinistra la serie floating, gallegiante, a destra la sinking, affondante
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Octopus: polpetto in un sol pezzo, tutto di gomma vinilica. Così, nudi e crudi, non vengono quasi mai usati... di solito li si abbina alle piume, x dargli + consistenza. E così diventano molto catturanti x tonni, boniti & Co. In questo caso sono usatissimi da molti pescatori, nella traina veloce. Reggono infatti qualsiasi velocità e catturano di tutto:
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Jig: testa rigida in metallo o resina, di forma conica, a cui son legate piume varie. Li si usa un pò x tutto, a galla oppure appena piombati:
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Kona head o testa awaiana: testa rigida in resina o metallo, tagliata oblicua, x poter navigare con azione oscillante, con frange viniliche in coda. Sono ancora poco usati in mediterraneo, rendono bene se di grosse dimensioni:
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Jet: molto simili ai kona, con testina cilindrica rigida, in metallo o resina, ma tagliata dritta, conica o concava. Caratteristica unica: nella testa hanno dei fori longitudinali che permettono di fare molte bolle e turbolenza in traina. Ovviamente vanno usati solo a galla, x aver la massima efficacia, creando schiuma e scia con l'aria. Sotto la superficie, possono anche andare, ma perdono la loro particolarità, diventano dei semplici jig. Vengono usati sempre + spesso, ottimi a galla con vento fresco, quando ci sono crestine ovunque!
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Ci sono poi i combo, o combinati, esche spesso assemblate in casa con un octopus vinilico, montato con un piombo messo all'interno della testa e un ciuffo di piume nella coda. Sull'amo si può anche inserire una striscia di calamaro o un filettino di pesce (aguglia etc.). Personalmente, la mia esca preferita x tonni, in altura.
Chiudiamo il discorso esche con la nota colore: anche in questo caso si può dire tutto ed il contrario di tutto. C'è chi propugna esche in contrasto con le condizioni ambientali (chiare in acque opache, scure in pieno sole), x renderle maggiormente visibili. C'è chi sostiene l'opposto: per non insospettire i pesci le esche dovrebbero adattarsi ed uniformarsi alle condizioni in atto: scure all'alba e tramonto, chiare e brillanti nelle ore centrali ed in piena luce.
Io solitamente propenderei per la seconda ipotesi: esche con tinte tenui, rosa-rossastre all'alba e tramonto, vivaci e brillanti in pieno sole, a toni spenti con cielo coperto. Ma ammetto che in verità le mie deboli statistiche non sono definitive, mi danno solo una linea di tendenza...
Di certo ho visto che una regola è provata e riprovata: la maggior parte delle volte i pesci abboccano ad esche che come dimensioni e tinte simulano i pesci foraggio presenti in quel luogo ed in quell'esatto momento! Se stanno cacciando sgombri e sardine, meglio piume e rapala con tinte bianco, argento azzurre di buone dimensioni. Se predano acciughe, esche simili ma + piccole e sottili. Se cacciano i gamberi del krill, meglio piccole piume rosa-aranciate e rapala di pochi cm, in tinta CG, corpo argento con striature rosa aranciate.
Poi capita l'abboccata sul testarossa che non imita un belin di niente, come la fantastica piuma nero corvina, e si capisce che l'unica è provare e riprovare!!! Alla faccia delle regole, delle verità e delle certezze... Ma riparleremo delle esche e di come usarle a proposito dell'azione di pesca vera e propria...
Attrezzatura complementare
Per poter arrivare con un minimo di successo, soddisfazione e minor fatica, al nostro agognato "tonno a bordo" (o in plancetta, x non sporcar tutto di sangue... ), ci servirebbero anche:
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Portacanne: Poco da dire, robusti! Orientabili come si vuole, x abbassare le canne in caso di vento fresco (in modo che le lenze prendano meno imbando) e allontanarle tra loro, ma robusti! L'attrezzatura da 30 lbs richiederebbe di tarare la frizione a circa 4 kg di frenatura: un tonno che con quel carico partisse in fuga a 30 nodi farebbe un bello sforzo...
A proposito, quando una canna è in pesca io ho l'abitudine di fissarla con una robusta cimetta di sicurezza, dotata di moschettone x aggancio/sgancio rapido dalle asole sul mulinello. Ad un amico cadde una canna in mare: addio pesce e centinaia di euri appresso...
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Pancera: utilissima, quasi indispensabile, x appoggiare la crociera finale della canna in sicurezza, senza rischiare di farci male in delicate zone inguinali ed agire con la corretta leva sulla canna. Ci sono modelli x tutti i gusti, da quelle bellissime e costosissime in alluminio, a quelle in plastica, che costano un decimo e vanno benissimo comunque! L'importante è la corretta sagomatura e un'efficace imbottitura nella parte a contatto col corpo... Per le canne da stand up si usano pancere basse che appoggiano in parte sulle cosce, modello che io consiglio anche per le canne tradizionali. Il modello classico infatti appoggia sull'addome e porta canna e mulinello molto in alto.
In alto, da sinistra: modello di pancera per canne stand up e classiche, in alluminio
Pancera da stand up in plastica, economica ma robusta e collaudata,della ditta Stonfo
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Bretella o harness: complemento della pancera, serve per agganciarci coi moschettoni quelle asole che si trovano sopra il mulinello. In questo modo, tutto il peso dell'attrezzatura e del pesce in fuga, viene distribuito sulla schiena e non solo sulle braccia. Sembrerà inutile, ma provatela con un bel tonno di qualche decina di kg e la troverete indispensabile! Tra l'altro non serve spendere per modelli già pronti e costosi: io ho risolto cucendo da me 2 belle strisce di robusta fettuccia, da incrociare dietro la schiena, con anelli e moschettoni inox (un pò come una cintura di sicurezza velica...) che vanno a chiudere sul mulinello; qualcosa di simile a questa, ma ancora più semplice:
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Raffio e guadino: servono entrambi, il primo per agganciare e recuperare pesci grossi e veloci, che non entrerebbero nel guadino o lo romperebbero. Il secondo x le prede + piccole o destinate ad esser liberate con estrema attenzione e delicatezza perchè magari sottomisura. In ogni caso, robustezza a tutta prova e manico lungo. Va bene anche telescopico (il guadino...), ma a maggior ragione che sia ben fatto. Per il raffio w il fai da te, un bel gancio inox, testa inox e manico in legno o alluminio.
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Pinze, manicotti, cesoie: indispensabili se si vogliono sostituire i nodi coi + sicuri ed affidabili manicotti, ne riparleremo.
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Coltello, forbici robuste: siccome serviranno non solo x far le montature, m anche x pulire il pesce, se ne può tenere una serie distinta da quelle da cucina, x la buona pace in famiglia...
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Pinze sgancia-lenza Stonfo: sono un piccolo trucco, che permette di trainare i rapala, di solito sensibili a velocità eccessive, anche oltre i 7 nodi. A queste velocità di solito i pesci finti perdono il loro bilanciamento idrodinamico, ruotano all'impazzata e saltano fuori dall'acqua creando potenziali ingarbugli. E' però sufficiente legare queste pinzette, dotate di forza di sgancio regolabile, ad uno stroppetto, fissandole alla poppa. A questo punto si cala la lenza fino alla distanza di pesca e poi la si blocca nelle ganasce della pinza in modo che non vada direttamente dal cimino della canna al mare ma rimanga tenuta ben bassa dalla pinza. Così l'angolo minore fa lavorare bene l'esca, ed in caso di abboccata la lenza si sgancia, tornando libera. Tra l'altro, la forza di sgancio è regolabile a piacere, a seconda dell'attrezzatura usata. Trucco: vero che le pinze sono economiche, ma si possono sostituire a costo zero con un elastichetto, annodato allo stroppo e fissato sulla lenza con una bocca di lupo. Attenzione però, se troppo debole l'elastico si romperà in continuazione, se troppo robusto, rischia di esserlo all'eccesso: in caso di forte strappo di un bel tonno, potrebbe rompersi prima la lenza dell'elastico! Già successo a chi aveva voluto evitare pochi euri di pinzetta. Inutile che vi dica chi fosse...
Sopra: la provvidenziale pinzetta a sgancio rapido Stonfo
Qui sotto, il suo utilizzo:
Assetto di traina, con pinza a sgancio rapido o elastico, per abbassare le lenze coi Rapala
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Direi che per quanto riguarda l'attrezzatura, dovremmo esser a posto, non ci resta che sistemarla per bene a bordo, pronti a partire. Che sia un'uscita mirata a pesca o solo una giornata di mare o magari un ampio trasferimento, abbiamo il necessario x provare a procurarci un bel piatto di Sushi e diverse bistecche di tono freschissimo!
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