La Prima Barca a Vela del Capitano®!
Comar Comet 303 "Moby Dick", letteralmente la realizzazione di un sogno...
Comet 303: come e perché
Assodato che il pur carissimo Sciallino 27 non era la barca dei sogni (le mancava il "palo"), visto che il cuore batteva da tempo per la vela... perchè però il Capitano è approdato proprio ad un Comet 303?
Essenzialmente per alcune semplici considerazioni qua riassunte:
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Priorità assoluta ad un modello e ad un cantiere affidabili, con caratteristiche costruttive serie, sicure e al di sopra di ogni sospetto: Capt. ed Ombretta volevano viaggiare, macinare miglia e x viaggiare tranquilli in mare (non stare tranquilli in porto!) serve aver fiducia assoluta in ciò che ti porta tra le onde.
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Budget: il ricavato dalla vendita di "Gemma III" doveva bastare al sottoscritto x il sogno velico ed al babbo x passare ad un gozzo open, + maneggevole e pratico nelle uscite a pesca in solitario. Vero che gli Sciallino valgono parecchio sul mercato dell'usato, però non si poteva scialacquare: nuovo ed usati recenti esclusi, al di la di qualsiasi altra considerazione!
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Essendo la prima barca a vela, senza esperienza alcuna, non si poteva esser certi a priori ne della scelta fatta (pur se ragionatissima), ne x quanto tempo avremmo poi tenuto la barca. Quindi, necessità di spendere il giusto x fare esperienza, ma x qualcosa che garantisse la minor svalutazione possibile: quindi un usato con diversi anni, che avesse già passato la fase critica della svalutazione.
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Per il motivo appena esposto, necessità di scegliere anche un modello ed un cantiere ben conosciuti , apprezzati e ricercati: la vecchia Comar di Forlì, con la sua linea Comet, anche x chi non sa nulla di nautica e vela, son pur sempre un riferimento!
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Avversione personale per la tecnica del controstampo strutturale "integrale".
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Nonostante le ricerche iniziali, successiva preferenza per i modelli giustamente performanti: crociera si, ma con verve! Niente crocieroni puri, inchiodati! Vento, navigazione a vela, motore da spegnersi il + spesso possibile!!!
Per correttezza, bisogna dire che queste linee guida le ho maturate dopo aver addocchiato i classici crociera pura, dopo aver valutato e visitato i classici, Beneteau Oceanis 311, 331, Bavaria 30 e 31, Hanse 312 e 315.
Poi la svolta è arrivata, visitando e provando in mare un Beneteau First 31.7: beh, tutto un altro mondo! Finalmente pur in una giornata con brezza a dir poco stentata, ho ritrovato quel tipo di sensazioni della mia primissima uscita a vela, nell'estate del 2005, alla barra di un Cider Lambrusco... Da li la considerazione che una barca a vela, come prima caratteristica, deve avere un buon comportamento a vela, sul mare, col vento. Motore, comfort, spazio, design, si, ma in secondo luogo.
Pare un dettaglio da nulla, scontato, ma dopo aver provato certi modelli lenti, goffi, con un timone che non reagisce, non comunica, non ha feed back... scopri che ci son barche a vela, progettate proprio x stare in porto, ben che vada x navigare stabili a motore!
Però i First 31.7, oltre al controstampo strutturale (in effetti robusto), hanno il difettuccio di esser moolto ricercati e valutati nell'usato, tanto da finire invariabilmente fuori budget previsto. Lo stesso dicasi x l'Elan 31, carina, ma fuori concorso.
Quando è capitata l'occasione Moby Dick, stavo valutando la cugina (se non proprio sorella, quasi gemella...) Rimar 31, che condivide essenzialmente linee d'acqua e tipologia di progetto, davvero molto ma molto simile.
Comet 303 - i pregi:
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Costruzione solida, spessori del laminato abbondanti, esagerati se paragonati a certa produzione attuale. Rinforzi ovunque, lande poderose, rinviate ad abbondanti rinforzi resinati allo scafo, ponte massiccio sotto il piede, in ogni punto.
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Gel coat di ottima qualità, conservato in maniera esemplare dopo 18 anni! Nessuna ragnatela agli angoli, spigoli, zone di stress.
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Controstampo semi-strutturale: non copre tutto il fondo scafo, ma lo lascia in buona parte a vista. Lo scafo stesso presenta altri rinforzi. Mobili e paratie resinati e fazzolettati, collaborano alla rigidità strutturale.
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Albero passante, che scarica a scafo, all'unione dei vari rinforzi, compreso l'omega di collegamento delle lande.
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Timone reattivo e sensibile.
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Piano velico maggiorato, che dona una buona efficienza anche con le ariette! Spegnamo il motore già con 4 nodi di vento...
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Linee d'acqua filanti, prua sottile ed affilata, poppa che chiude dolcemente (ai tempi larga, oggi filante!). Carena con sezione e fondo tondo e non piatto, sia a prua che a poppa: non sarà un mostro di stabilità di forma, ma in navigazione con onda, specie in prua, si capiscono molte cose!!!
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Carrello trasto di randa in posizione tanto geniale quanto dimenticata: addossato al tambuccio, crea un bel gradino x proteggere l'entrata da mare ed acqua, è comodissimo in navigazione, con la scotta sempre a portata di mano. All'ormeggio si porta di lato e non intralcia affatto!
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Organizzazione degli interni moderna e razionale! Ogni spazio ben sfruttato, comfort garantito x 2-4 persone.
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Dettagli davvero ammirevoli, come i passacime con rullino all'uscita delle bitte, attrezzatura ben dimensionata (bozzelli e rinvii Nemo in alluminio, davvero massicci), corrimano alla scala ed in quadrato, appoggi ed appigli dove serve ed anche di più (dettagli oggi dimenticati... in porto non servono!).
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Il bicilindrico Volvo Penta 2002 è semplice, efficiente ed instancabile. Tra l'altro consuma un'inezia e coi 60 lt di gasolio del serbatoio standard, garantisce autonomie eccellenti.
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Quadro elettrico esemplare, ogni cavo etichettato, linee già predisposte x utenze e prese extra.
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Tubi dell'impianto idraulico già predisposti x acqua calda e pompe a pedale.
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Tavolo del carteggio immenso con forma ad elle! Il sellino reclinabile permette di lavorare indifferentemente per baglio o rivolti a prua. Mai visto nemmeno su barche molto ma molto + grandi...
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Cucina comoda, ben dimensionata, dalla grande ergonomia.
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In generale, le strutture di cucina e carteggio in resina, hanno un'ottima forma tonda, benedetta in caso di mare formato.
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Bagno molto ben studiato, per sfruttare ogni cm!
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Vano cerate accessibile sia dal bagno che dal pozzetto.
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Paglioli inclinati ai bordi: garantiscono appoggio al piede quando si lavora sottocoperta di bolina e permettono di abbassare al massimo il piano centrale. Si perde spazio in sentina, ma si ha un'altezza interna incredibile senza avere una tuga sproporzionata, alla Hanse 2008! Per la cronaca, io che sono alto 1.85, ho + spazio che non sul First 31.7 o il Bavaria 30, dove sfioro il capoccione in quadrato. E ciò nonostante il cielino controstampato col suo spessore!
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Grazie al sandwich di balsa e al controstampo su tutto il cielino, la barca è davvero ben isolata sia nella peggior calura agostana, che nelle più fredde e ventose giornate invernali. Condensa su pareti e cielini assolutamente sconosciuta!
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Passavanti ampi, pozzetto stretto ma allungato, ci si può sdraiare piacevolmente sulle panche.
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Gavone di poppa ampio e profondissimo, quasi eccessivo.
Comet 303 - i difetti:
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Dadi dei perni deriva resinati, non ispezionabili!!! Ma perché?!?
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Paglioli avvitati e x di + con viti in ferro, rimosse già durante la visita del perito, mai + rimesse...
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Il controstampo, anche se parziale e non strutturale, rende difficile il passaggio di cavi e tubi al fuori dei percorsi predisposti in cantiere.
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Profilo del boma chiuso, senza rinvii per la presa rapida di terzaroli all'interno. Borose esterne...
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Timone sensibile, che assieme alla gran superficie velica, richiede comunque attenzione, non nervoso ma non ammette distrazioni.
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Salpa-ancora massiccio e montato completamente all'esterno: ingombra la prua e toglie spazio alla zona prendisole.
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Candelieri in acciaio su base in alluminio: coppia galvanica = impossibile rimuoverli! E visto che si piegano ed andrebbero in certi casi raddrizzati... come fare?
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Cerniere degli oblò laterali in plastica, deboli. Qualcuna ha ceduto. I ricambi, non + uguali, vanno adattati.
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Scala di discesa in quadrato alta e molto ripida. Lascia spazio sotto coperta ma è impegnativa. Benedetti i tientibene!
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Insonorizzazione motore non eccelsa, ma si è già provveduto ad estenderla e migliorarla! ;-)
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Scorta d'acqua esigua, insufficiente! I 2 serbatoi morbidi già piccoli, non riescono ad estendersi completamente e tendono ad intrappolare aria... 80 lt d'H2O invece di 200, se va bene!
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I portaoggetti laterali in quadrato sono lunghi ed estesi ma davvero poco profondi: di bolina vola via tutto! Indispensabile una retina ferma oggetti da approntare per l'occasione.
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Illuminazione artificiale con spot alogeni ottimamente rifiniti, extra abbondante nella versione lusso! Solo in quadrato NOVE punti luce! 2 in cucina, 2 in carteggio, 3 in bagno e cuccette! Difetto? Si, in rada batterie a rischio!!!
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Cucina e carteggio in resina, sono super-ergonomiche ma possono non piacere esteticamente.
Scheda tecnica Comet 303 "Moby Dick"
L.f.t. |
9.50 m |
Lunghezza scafo |
9.15 m |
Lunghezza galleggiamento |
7.74 m |
Baglio massimo |
3.15 m |
Pescaggio |
1.85 m |
Zavorra |
1.400 kg |
Dislocamento |
3.600 kg |
I |
12.70 m |
Superficie randa |
20.50 m2 |
Superficie genoa (150% J) |
35.90 m2 |
Superficie fiocco |
20.00 m2 |
Motore |
Volvo Penta 2002 |
CV / cilindri |
18 / 2 |
Serbatoio gasolio |
60 l |
Serbatoio acqua / effettivo |
2x100 l / 80 l |
Progetto |
A. Vallicelli |
Interni |
G. Corazza |
Cantiere |
Comar Forlì |
Anno costruzione/matricola |
1989 / n°56 |
Che dire d'altro?!? Ora Moby Dick è passata alle cure di una coppia di amici, ma anoi non la scorderemo di certo! ;-)
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