Pesca in Apnea: L'Attrezzatura del Capitano®

     Poche uscite, poca esperienza in merito... insomma, il Capitano® è un vero principiante della caccia in apnea! 
Bene, ma allora perchè creare una pagina tecnica, come questa, per descrivere la propria attrezzatura? Costui ne capirà qualcosa di pesca con la canna, ma col fucile costui non sa ancora sparare bene...
Motivo semplicissimo, è la semplice voglia di confrontarmi, anche se solo idealmente, con chi passerà di qua e, magari, sentirà la voglia di scrivermi per commentare qualcosa... La voglia insomma di far conoscere qualcosina della mia nuova passione... ;-)

 

Pagina 1

 

 

Fucili subacquei: 75 e 95
Inizierei a parlar d'altro, ma la realtà è innegabile... cosa distingue ed identifica un pescatore subacqueo?!? Ammettiamolo, non è tanto la muta, la maschera o le pinne, attrezzi comuni anche ai sub "bombolari" o agli appassionati di snorkeling. Il feticcio del pescasub, l'oggetto del desiderio, il marchio identificativo, è uno ed uno solo: il fucile subacqueo!!! :-D

Da parte mia, per iniziare ad imparare qualcosa, mi sono affidato per i consigli di massima (tipologia e dimensioni) al già citato amico Matteo di Albenga. Il quale mi ha indirizzato senza dubbio alcuno su un arbalete in alluminio (evitando i costi e le raffinatezze al momento sprecati di legno e carbonio) e sulla misura di 75 cm, per avere un attrezzo prima di tutto facile da caricare e maneggiare. Per poter imparare a brandeggiarlo agevolmente e prender la mira in maniera rapida ed istintiva. Più corto, sarebbe stato troppo limitativo, utile alla sola pesca in tana, più lungo, mi avrebbe creato difficoltà magari scoraggianti per il caricamento, rendendo difficoltoso l'imparare a prender la mira in maniera rapida, brandirlo e maneggiarlo con scioltezza.

Per la scelta del modello, mi sono invece appoggiato al negozio "Bazar Spiaggia" di Bussana (IM) e al disponibilissimo e competente  titolare, Luca, gran appassionato proprio di pesca sub ed apnea. Già conosciuto in quanto punto vendita di buon livello anche per le attrezzature da pesca con la canna. La mia intenzione era di trovare un modello assolutamente valido, efficace e dai buoni contenuti tecnici e tecnologici, un fucile che avrei poi potuto apprezzare anche una volta fatta la giusta esperienza. Senza però esagerare con la spesa. Diciamo che non volevo a tutti i costi risparmiare, cercando il modello più economico, rischiando poi di rimaner deluso col tempo da performance scarse, ma nemmeno volevo buttar via soldi in attrezzi forzatamente costosi, a volte più per marchio, marketing o novità a tutti i costi.

Risultato? Seacsub X-Fire 75... di cui passo ad elencare schematicamente i pregi e i difetti che il buon senso e le prime uscite mi hanno indicato.

Dal momento in cui già dopo pochi mesi d'uso ho presto constatato i limiti naturali del 75 in caso di aspetti in acqua limpida, all'inizio del 2009 ho aggiunto all'arsenale anche un X-Fire 95. Mi trovavo molto bene con l'impugnatura parecchio inclinata rispetto al fusto, apprezzando la massa un filo superiore alla media e mi ero legato per imprinting alla testata aperta e al guida asta integrale. Da qui la scelta di rimanere sull'X.

Pregi: grande rigidità (per un fucile di serie, in alluminio) del profilato, con guida asta integrale, ricavato per estrusione che crea una nervatura di rinforzo per tutta la lunghezza dell'affusto. Testata estremamente piccola per un buon brandeggio, predisposta per il montaggio di 2 elastici circolari. Testata aperta, con linea di guida totalmente libera, dal calciolo (incavato a "V") alla punta dell'asta. Ottima cosa iniziando da zero per imparare a collimare bene il bersaglio!!! Grilletto, meccanismo di scatto, castello e sganciasagola in Inox, lucidati singolarmente, per garantire robustezza, affidabilità e dolcezza estreme, anche sotto forte carico. Personalmente confermo l'ottima sensibilità del grilletto, sempre leggero allo scatto. Ho trovato poi buona la maneggevolezza (ma non è un cannone in effetti...) e il calcio è quello che in negozio meglio si adattava alla mia mano. Gli elastici circolari poi, a mio parere, garantiscono facilità e praticità per sostituzioni e modifiche degli stessi, quando si volesse provare il fucile con configurazioni diverse. L'asta, una Sandvik da 6.25 mm di diametro, si è dimostrata davvero superlativa! Molto ma molto robusta, ha perdonato finora tutti i miei tiri contro gli scogli... l'aletta rovesciata è una buona soluzione balistica; il terzo foro sulla stessa (permesso dall'estrema resistenza a trazione e durezza dell'asta - 2100 N/mm² e 52 Hrc) fa si che si possa fissare il monofilo prima delle tacche, evitando la rottura in corrispondenza delle stesse in caso di una cattura da sogno. Così facendo tra l'altro ho notato che l'asola non interferisce col caricamento dell'ogiva sull'ultima tacca e allo stesso tempo non rovino rapidamente l'asola col punto di aggancio dell'asta all'interno del meccanismo di scatto, entrambi difetti del fissaggio al codolo. Il calcio è molto inclinato e ha una sella per il pollice ben alta, per migliorare il controllo del rinculo. E' poi ben visibile, giallo-fluo, nella parte retrostante: si identifica bene il fucile momentaneamente abbandonato, ma non si offre troppo alla vista dei pesci.

Altro dettaglio, che sembrerebbe insignificante, ma che nell'uso mi è sembrato utile: il grilletto, pur robustissimo, è molto sottile, quindi lascia un buono spazio tra se e l'impugnatura; posso quindi impugnare saldamente il fucile, passando l'indice dietro il grilletto, a contatto dell'impugnatura. Durante gli spostamenti ho quindi il fucile ben saldo in mano, senza rischiare in alcun modo di premere accidentalmente il grilletto!

Un ultimo buon pregio, per il sottoscritto, è l'estrema semplicità dell'X-Fire, unito ad un design lineare, semplice e molto pulito, essenziale. Che lo rende estremamente gradevole e funzionale... d'altronde, a chi piace la muta nera e liscia, non potrebbe esser altrimenti! ;-)

Difetti: in effetti, considerando che è un fucile commerciale di serie, che quindi non può di sua natura avere le raffinatezze di modelli top, i difetti sono ben pochi... l'appoggio dell'apposito calciolo durante il caricamento è esiguo davvero troppo limitato e nonostante il rinforzo già previsto sulla muta, mi ha creato qualche dolorino di troppo sullo sterno. In più, in caso di scivolamento (probabile...) è pericoloso per la muta liscia. Ho provveduto a crearmi una toppa "volante" da tenere sullo sterno, sotto la giacca, come ulteriore rinforzo e ho allungato verso il basso quella di serie della giacca. Inoltre, sul 95 che richiede più forza ed una tecnica di caricamento un pò diversa rispetto al 75, ho aumentato la superficie d'appoggio del calciolo, allargandolo lateralmente con l'Utileplast, mantenedo assolutamente libera la grandiosa tacca di mira superiore.

Altro difetto, lo individuerei nello sganciasagola comunque piccolo, che ha richiesto di usare un nylon Asso Doppia forza, di diametro 0,120 mm, molto morbido e molto più resistente di un 0,140 classico.

Per finire l'assetto, decisamente negativo. Sul 75, nessun problema, è un fucile da pesca in superficie, nel torbido e in risacca, quindi un assetto negativo lo rende solo più stabile ai flutti, garantendo precisione di mira. Sul 95, da condizioni calme, invece, questo assetto affatica un pò il polso. Con poche striscie di polistirolo nero sotto al fusto e poliuretano espanso nell'impungatura vuota, ho ottenuto un bilanciamento praticamente perfetto... ;-)

Modifiche

Come ho già scritto, il bilanciamento in acqua dell'X Fire - sia del 75 che del 95 -  lo rende parecchio negativo con l'asta inserita e "leggermente" positivo se scarico, tanto che emerge a stento solo l'apice della testata. In generale per un fucile da bassofondo e risacca com'è il 75 potrebbe andare benissimo, visto che così diminuisce il disturbo della risacca sul fusto. Ma i tentativi di miglioramento, inserendo del polistirolo nell'impugnatura vuota e sotto il fusto, hanno reso il 95 molto più bilanciato e maneggevole. Anche in previsione di qualche test con aste da 6.5 e maggior forza degli elastici. Ho già provveduto a smussare alla perfezione le tacche delle aste, per poter testare elastici di diametro e lunghezze differenti, montando per praticità, silenziosità e leggerezza le ogive in Dyneema, con archetti sia in dyneema che smoby. L'imprinting del pasticcione, passando da moto, MTB, barca ed attrezzatura da sub, rimane immutato!!! ;-) :-D Ricordo anche la modifica di allargamento del calciolo, mediante Utileplast, sempre sul 95. Clikkate >>QUI<< per leggere ulteriori dettagli sulla personalizzazione dell'X-Fire 95.

 

 

    Fucili C4 Mr. Iron 104 e 119
In effetti, con poco più di un anno di apnee alle spalle, la buona sorte ha sposato l'impegno e pur da novellino, son riuscito ad ottenere soddisfazioni insperate, ma anche incontri con pesci che hanno presto evidenziato i limiti dei miei X-Fire. Ognuno ha fatto ampiamente il suo dovere, a volte ben oltre il compito di un fucile standard, commerciale, abbastanza leggero e con aste sottili, di solo 6.25 mm di diametro (cfr.: pagina dei diari). Ciònonostante, son capitati, sia in Corsica, che in Liguria, alcuni incontri che mi hanno convinto a fare un passo ulteriore, per poter affiancare al mio impegno (pur nella mia scarsa esperienza), un fucile che mi desse qualche chance in più, in determinati casi "difficili". Ho quindi provato diversi fucili e mi ci son messo a ragionarci sopra a più non posso. Nonostante il fascino estremo che esercitano su di me i fucili di Dapiran, la prova in acqua di alcuni jedi (medi e non), mi ha in parte deluso, per la botta tremenda che il mio povero e debole polso ha rimediato! Ben inteso, il rinculo l'ho trovato assolutamente lineare, senza impennate, ma davvero eccessivo per il mio modo di pescare ed impugnare l'arma. Per inciso, non mi ha mai definitivamente convinto nemmeno la scelta del monoblocco di mogano... Mi paiono troppo evidenti le superiori doti strutturali del listellare!!! Ho pensato anche a costruirmi un G-Roll, grazie ai consigli dell'amico Luciano Garibbo presenti anche sul suo ottimo sito. Ma la mia cronica mancanza di tempo avrebbe fatto naufragare un progetto così ambizioso... ho scartato tutti i fucili più o meno "commerciali", in alluminio, magari anche migliori dei miei, ma non capaci di fare un salto netto di prestazioni. Dopo mille elucubrazioni, chiedendo anche a chi li avesse provati, quindi dopo averne provato uno io stesso, sono incredibilmente approdato ai fucili di casa C4! E dico incredibilmente, perchè ammetto che fino ad un paio di mesi prima, consideravo il legno come unico materiale valido per un buon fucile di classe superiore! Ero poi legato agli elastici circolari, alla testata aperta, al guida asta... nonostante ciò, mi son ritrovato a valutare positivamente un fucile con coppia in linea ed asta sospesa...

Tenuti in debito conto i pareri di amici considerati più che attendibili, unitamente alle mie stesse impressioni relative ad un velocissimo tiro fatto con un Mr. Carbon, ho quindi deciso l'acquisto iniziale di un C4 Mr. Iron 104.

Ho scelto questo modello, che permette un forte risparmio rispetto al ben conosciuto ed apprezzato Mr. Carbon, perchè l'unica differenza sta nel grilletto e nel blocchetto della testata, torniti dal pieno di acciaio inox AISI 316 e non dal titanio. Pochi grammi di differenza, insignificanti visto che molti pescasub piombano poi leggermente in testata i loro Mr.Carbon. Ma un grande risparmio sul prezzo di acquisto. ;-)

Ovviamente, appena ricevuto il fucile, l'ho degnamente allestito, basandomi sui consigli ricevuti e sulla tabella della stessa C4, con asta Sigal Evolution 6.5 x 140 ed elastici Superelax 17.5 x 27, asole in dyneema legate agli elastici, in cui fissare l'archetto Smoby della Seatec, col tempo sostituito dall'archetto a piegatura inversa "Wire" della Sigal, che mi è parso avere un filo metallico più robusto. Oltre alla piegatura inversa delel asole, sicuramente più sicura in caso di urto accidentale con le dita. Ho regolato inizialmente l'impugnatura, per adattarla alla mia mano abbastanza ampia e snella, montando la saponetta di maggior larghezza, mediante 7 rondelle superiori e 8 inferiori per cercare di inclinarla abbastanza simulando il calcio Seac. Da sottolineare che ho trovato gli elastici Superelax da 17.5 assolutamente progressivi ed entusiasmanti!

Appena mi è stato possibile, ho testato il fucile in mare, sia a pesca che mediante tiri piazzati su bersaglio fisso. Dedico a questi primissimi test e al fucile stesso alcune pagine specifiche:

- primi test col C4 Mr. Iron 104

- giudizi personali sul C4 Mr. Iron 104

- impugnatura personalizzata ed anatomica x C4 Mr. Iron

Son quindi passato all'impugnatura sagomata autocostruita, abbastanza inclinata, per l'apparente maggior feeling che questa mi dava. Ma devo esser sincero, dopo aver collezionato centri incredibili nei tiri piazzati ma anche cocenti ed inspiegabili padelle in quelli istintivi, al volo, ho rimesso in discussione le mie convinzioni... forse che avesse ragione il buon Marco Bonfanti, titolare della C4, nel sostenere che per le caratteristiche di progetto e bilanciamento, la serie Mr. rende al meglio con impugnatura simmetrica, non troppo ampia (saponetta piccola nel 90% dei casi) e non troppo inclinata?

Ho quindi rimontato la saponetta più piccola, pareggiando il numero di rondelle a 7, sia sopra che sotto, quindi mantenerdola poco inclinata e parallela all'appendice fissa di carbonio. Sarà un caso... ma da allora son cominciati i centri entusiasmanti anche sui saraghi in rapida fuga, sui cefali guizzanti in superficie, sui barracuda mai fermi... In sintesi, sembra migliorata anche la precisione nei tiri al volto, d'imbracciata, oltre a quella immediatamente ottenuta sui tiri piazzati.

 

Per quanto riguarda il modello 119, poco da dire... sia le ferie 2010, con ripetuti problemi di blocco inverso mi hanno prima relegato al bassofondo, poi mi hanno assolutamente tenuto lontano dall'acqua, sia quelle 2011, troppo brevi e con troppo poche uscite a pesca, sono state una vera disfatta! I progetti di aspetti specifici in acque da sogno dedicati ai fantomatici dentici, si sono ogni volta arenati in un nulla di fatto. Ho avuto solo modo di provarlo pochissime volte, apprezzandone l'irreale maneggevolezza e mobilità in acqua (considerandone la lunghezza estrema...) che lo rendono veloce si nel brandeggio ma soprattutto assolutamente istintivo ed equilibrato in "ogni" movimento. E' l'insieme di come questo fucile si muove in acqua che affascina... Il tiro mi è parso ottimo, velocissimo e potente al punto di distendere tutta la doppia passata, con leggero colpetto finale ma SENZA riuscire a prendersi anche 3'-40 cm di sagola dalla frizione puntata del mulinello, come invece fa agevolmente il 104. E sottolineo che il 104 monta gli stessi superelax 17 ma con minor fattore di allungamento, eppure restituisce un tiro proporzionalmente più efficiente. Sarà questione di rapporti carico elastici/peso asta, credo, essendo tutto il resto identico nella filosofia e realizzazione progettuale. Per le prede, dopo aver visto sfilarmi fuori tiro solo un branzino irrealmente immenso (che battesimo sarebbe stato!), ne riparleremo.

 

Ecco ora in sintesi le caratteristiche di tale splendido fucile, sempre, ovviamente, a mio giudizio! ;-)

Pregi: massima rigidità ottenibile in un fucile, dovuta alla mono scocca in carbonio T700; grande comportamento e maneggevolezza generale; ottimale sfruttamento della potenza installata per la massima riduzione possibile di ogni attrito o dispersione e per un progetto e realizzazione unici come precisione e tolleranze dimensionali. Meccanismo di sgancio brevettato, robustissimo e  di massima affidabilità; sensibilità ottima del grilletto regolabile che contribuisce a donare una precisione di tiro ai massimi livelli; meccanismo di sgancio molto arretrato, che consente di ridurre drammaticamente l'ingombro del fusto, aumentando ulteriormente l'handling dell'arma. Per dare un'idea, questo 104 ha esattamente l'ingombro impugnatura-testata del mio X-Fire 95!!! Il corpo in carbonio, la componentistica tutta in inox, la totale assenza di plastiche o pezzi ossidabili in alluminio, garantiscono una durata pressochè illimitata del fucile, riducendo al minimo la manutenzione. Mulinello C4 MPL55 di serie, estremamente funzionale, dotato di doppia frizione molto progressiva e di molle laterali anti parrucca. Presenza di un foro sul fusto e relativo perno inox amovibile, per frazionare in tre passaggi il caricamento e renderlo decisamente più accessibile. Impugnatura personalizzabile mediante due saponette di diverse larghezze e rondelle modulabili per ottenere tantissime combinazioni dimensionali. Per correttezza, sottolineo che capovolgendo un mio iniziale giudizio, ora metto l'impugnatura originale C4, regolabile, tra i pregi del fucile... averla riadottata, cambiandone le regolazioni, ha migliorato la percentuale di centri notevolmente, anche rispetto all'impugnatura sagomata!

Difetti: Se il perno di caricamento rende accessibile a chiunque il caricare la prima tacca, senza alcuno sforzo, la seconda tacca rimane un pò ostica, per il meccanismo arretrato che la porta molto vicina al petto, nonostante il calciolo sternale ben prolungato. Ovviamente, tale caratteristica, va accettata tal quale, come conseguenza dell'ingombro ottenuto col meccanismo arretrato, davvero superlativo. E sempre a proposito di caricamento, è incerdibile come la casa non abbia previsto alcuna finitura per l'appoggio sternale del calciolo che rimane quindi scivoloso sulla muta! >>QUA<< trovate le foto con la mia soluzione. E, parlando di finiture, i bordi dello sganciasagola sono decisamente spigolosi: rovinano rapidamente il nylon se non si provvede a rifilarli con cartavetro fine. In certi casi la piegatura laterale degli angoli del fermasagola, non permette una perfetta centratura dell'asta nel meccanismo di scatto. Anche in questo caso serve un minimo di correzzione fai-da-te con pinze e un pò di precisione nel piegare le alette recuperando il perfetto centraggio dell'asta, anche sotto tensione della sagola.

Modifiche

Per primissima cosa ho rifinito e lucidato i bordi dello sganciasagola, quindi ho piegato in maniera leggermente diversa gli apici rialzati dello sganciasagola stesso, per poter mantenere l'asta perfettamente centrata, anche sotto la trazione della sagola stessa. Carta vetro e pinza, si provvede in ogni caso in pochi istanti. ;-) Per rendere grippante l'appoggio sternale in fase di caricamento, senza rischiare di rovinare la muta liscia con strisce antisdrucciolo troppo "cattive" uso splamare l'appoggio stesso con sigillante adesivo poliuretanico (Pattex Polimax): il primo tentativo di rivestire il tutto con sigillante poliuretanico (simil-silicone, ma maggiormente adesivo) ha avuto una vita breve pur con un'ottima efficacia. Ho risolto con un'operazione duratura, scartavetrando l'appoggio stesso e sgrassandolo a fondo con trielina, prima di spalmere l'adesivo stesso e renderlo irregolare con la picchiettatura del polpastrello. Vedi >>QUI<< il risultato. L'anello di camera d'aria che si vede sul calciolo serve per fissare il perno di caricamento facilitato.

 

    Muta
E' stata una scelta lunga e tormentata! Unico punto di partenza obbligato fin dall'inizio, la confezione su misura, visto che con un'altezza di 1.85 m e 69 kg di peso (struttura molto longilinea e leggera) già tutti i capi di abbigliamento terrestri mi risultano sempre o troppo corti oppure troppo larghi...

Sulla tipologia di finitura invece dubbi atroci! Inizialmente ho valutato una bifoderata, per questioni di robustezza esterna e praticità nell'indossarla, tenendo ben presente di esser agli inizi. Tuttavia, discutendone con l'amico Matteo di Albenga, lui mi suggerì di evitare assolutamente la bifoderata perchè troppo rigida e goffa per l'apnea, ma anche la spaccata, per l'indossabilità drammatica per chi non ci è abituato. L'intenzione di usare la muta anche d'inverno, non mi incoraggiava certo ad indossarla bagnandola già in partenza ... 

Di contro, sapevo che il grosso delle immersioni sarebbero state con ingresso da spiaggia o direttamente dalla barca.

Di li la decisione finale: liscia nera esterna, foderata elastica interna, pantaloni a vita alta, giacca con cappuccio integrato e rinforzo sternale per arbalete. Colore nero, per non partire già con troppe fisime mimetiche...

Dopo diversi preventivi, chiesti a tutte le confezioni di spicco italiane, Elios Sub di Cattolica, ha garantito un'esperienza di primissimo piano, tra le migliori in Italia, unita a disponibilità ed assistenza, consigli e spiegazioni approfondite e, importantissimo, un preventivo notevolmente contenuto, rispetto a tanti altri! Il neoprene scelto un Heiwa 5 mm, liscio fuori, foderato internamente, sia per la giacca che per i pantaloni, evitando però un prodotto eccessivamente macrocellulare per questioni di stabilità. Dote particolare: in caso di necessità, tipo pesca a diretto contatto con scogli, la muta scelta risulta double face, potendo esser indossata anche col neoprene liscio a contatto della pelle e lasciando all'esterno la fodera di color verde.

Già così, la muta si è dimostrata incredibilmente elastica e soffice, grazie ad un taglio semplicemente perfetto, che segue e fascia ovunque, corpo arti ed articolazioni, senza creare nessuna tensione, pressione o piega. Per dare un'idea dell'accuratezza del taglio, perfettamente corrispondente con le mie misure corporee, posso dire che anche dopo oltre due ore in acqua ho trovato zone della fodera interna, in corrispondenza del petto, dorso e capo (parti critiche per il comfort termico), perfettamente asciutte!!!

In una sola parola: eccezionale!!! Anche senza aver il raffronto con altri prodotti, posso ben dire che ha soddisfatto e superato ogni aspettativa.

Successivamente ho poi ordinato un paio di pantaloni, dello stesso neoprene ma da 3 mm di spessore, da abbinare alla giacca da 5 per l'estate.
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    Sottomuta e bermuda invernali
sottomuta Omer 3mmLa muta da 5 mm si è dimostrata ottima ad ottobre e novembre inoltrato, ma dai primi di dicembre, con acqua sui 15-16°C ho provato un sottomuta e dei bermuda provvisti di tasche per alloggiare in totale 1 kg di piombo, distribuendo così ancora meglio la pesata.

bermuda Seac 3mm con tascheVisti i risultati estremamente positivi, sia in termini di comfort che di assetto, ho acquistato un sottomuta Omer, da 3 mm, foderato esternamente e spalmato internamente, così da poterlo indossare senza acqua saponata, come il resto della muta. Il neoprene è risultato particolarmente soffice, morbidissimo e molto elastico ed aderente. In generale il capo è davvero molto comfortevole! Perfetto per l'uso, visto che scalda e non costringe affatto il torace e la ventilazione.

Al sottomuta ho affiancato un paio di bermuda Seac sub, sempre da 3 mm, foderati esternamente, lisci all'interno, dotati di tasche porta piombo. La fodera esterna ed il neoprene, in questo caso abbastanza compatti e poco elastici ma molto resistenti, permettono di sedersi tranquillamente sugli scogli, proteggendo la preziosa muta liscia sottostante. Rimane l'ottima funzione di chiusura tra giacca e pantaloni, limitando al minimo le infiltrazioni d'acqua e la possibilità, per me utilissima, di calibrare e distribuire la pesata ai massimi livelli.

Risultato: con sottomuta e bermuda, son riuscito a pescare per oltre 2 ore, con acqua a 12.8°C, senza problemi di freddo, se non agli alluci... ;-) Diciamo che la giacca da 7 mm può attendere, per ora è già un ottimo risultato! Soprattutto considerando le uscite scarse che purtroppo faccio in inverno.

 

    Pinne Cressi Gara 2000 HF

pinne CRESSI Gara 2000HF

Poco da scegliere... per l'apnea contemplativa, esplorativa, lo snorkeling degli anglofoni, ero già dotato di un paio di pinne Cressi Gara 2000HF. Posso fare qualche raffronto, con le classiche pinnette corte da snorkeling o con un paio di Mares Plana Avanti 4, corte, larghe e "gommose", usate in passato, davvero pesanti, lente nella risposta ed affaticanti. Le 2000HF credo siano un buon compromesso: senza spendere cifre folli, forniscono prestazioni egregie, utilizzabili anche a buon livello. Costituite da 3 diversi polimeri, essendo lunghe e parecchio rigide impegnano molto i muscoli della gamba, ma almeno restituiscono un'ottima spinta! Le classiche pinnette, corte, larghe e morbide, al confronto frenano, richiedono grandi sforzi, senza spingere!
Un gran pregio delle Cressi Gara 2000HF, oltre alla reattività, è la leggerezza davvero buona per pinne in tecnopolimero! Leggerezza al piede, quando non si pinneggia, ma anche nel trasporto. Non è un caso che mi abbiano seguito anche in oceano, portate come bagagli a mano alle Maldive... ;-)

Pregi: reattività, efficacia, leggerezza.

Difetti: richiedono una buona abitudine e allenamento per esser sfruttate adeguatamente, essendo molto rigide, rispetto ad altri modelli da apnea. Le "sorelle" Gara 3000LD sono decisamente più morbide.

 

    Pinne Cressi Gara 3000 LD

Sono ottime pinne, che purtropo nel mio caso ho sfruttato molto poco. Giusto il tempo di acquistarle usate da un amico, provarle, usarle una volta in pesca e poi sono arrivate le Carbonio GFT. Meditavo di tenerle per la pesca nel sottocosta, sono rimaste in garage per un annetto come "muletto", ora le ho vendute ad un amico, che ne apprezza la spinta rotonda  e molto meno impegnativa rispetto alle sue Omer Millennium.

Hanno la classica scarpetta Cressi, bimescola e a pianta stretta. La pala è in tecnopolimero decisamente più morbido e "gommoso" rispetto alle 2000HF. Questo comporta uno sforzo ed un affaticamento per la pinneggiata decisamente inferiore, ma anche una minor spinta e ritorno elastico, che risulta per intenderci un poco rallentato e smorzato.

Pregi: efficienti, spingono bene e non affaticano eccessivamente, prezzo ottimo.

Difetti: la mescola un pò più "gommosa" rispetto alle 2000HF le rende meno reattive ed adatte a quote non impegnative.

 

    Pale Carbonio GFT 80 cm soft e scarpette Beuchat Millennium

Cerco di esser più sintetico possibile, ma mi è difficile visto l'entusiasmo che mi hanno trasmesso tali pale in carbonio fin dal primo utilizzo! Premetto per correttezza che sono le mie PRIME pinne in carbonio provate...

Al primo contatto mi è ha assalito il dubbio di aver sbagliato acquisto: le soft saranno troppo morbide?!? La sensazione fortissima è stata quella di... non avere NULLA ai piedi. Ma proprio nulla! Nessuna fatica, nessun impegno muscolare. Pinneggiando ampio e morbido, mi son quasi convinto dell'errore di scelta, finchè, accostandomi alla scogliera, ho modo di valutare la velocità, relativa alle rocce: nuoto veloce, molto veloce! Come mai ho fatto con un paio di pinne in plastica!

Nello stacco da fondo, fino ai 20 mt finora testati, mi hanno sempre trasmesso una buona sicurezza, controllo, stacco abbastanza rapido e nel giro di 2 pinnate hanno restituito una forte accelerazione verso la superficie, ma sempre senza impegno muscolare. Insomma, perfette per i miei tuffi, sempre molto concentrati più sul controllo dell'apnea in se, sulla mente che non sulle "gambe".

Nell'agguato e in caduta, il pregio maggiore, non potendo "picchiare in velocità" è il controllo della discesa e della posizione, per ogni minima correzione dell'assetto delle pinne.

In generale il ritorno elastico è assolutamente imparagonabile rispetto a qualsiasi pinna in tecnopolimero, siamo semplicemente su un altro mondo: le pale, anche se molto morbide, ritornano davvero, frustano l'acqua, dopo il kick up, restituiscono energia, spingono eccome! Spingono meglio, in maniera più armonica rispetto alle 2000HF e affaticano infinitamente meno delle 3000LD.

In sintesi, dovendo descrivere questo modello, le "Pesca 80x19 - Soft", direi che richiedono pochissima energia muscolare nella pinneggiata, ma la restituiscono bene, fino in fondo, senza troppi assorbimenti o dispersioni avvertibili.

E sempre, in ogni situazione, nessuna fatica, nessun crampo, nemmeno sulle mie gambe che hanno patito in passato con qualsiasi altro tipo di pinna.

Inutile dire che da quando le ho provate, il proposito di tenere le 3000LD per l'uso nel sottocosta è crollato: carbonio sempre e comunque, dall'acqua bassa, alla scogliera, agli aspetti più fondi.

Per la cronaca, ho accoppiato tali pale a due scarpette Beuchat Millennium Competition, per due motivi: il primo, ovviamente, è il buon adattamento della pianta stretta di queste scarpette - in stile Cressi, per intenderci - al mio piede. La seconda è per la fattura della scarpetta: estremamente curata, con doppia mescola, compatta con ottimo sostegno attorno e sotto il piede, con efficiente trasmisssione della forza della pinneggiata, abbinata a longheroni e contorno caviglia più morbidi, per dare comfort e non interferire con il lavoro di ritorno elastico dela pala in carbonio.

Pregi: reattività di buon livello, leggerezza, buona spinta in acqua. Donano un bel controllo della posizione in discesa,  staccano molto bene dal fondo restituendo velocità sia in risalita che in superficie. E, soprattutto, come caratteristica più evidente, non affaticano.

Difetti: dopo un uso esteso, tanto in mare, quanto in piscina, avendo acquisito dopo i vari corsi di apnea una pinneggiata molto più tecnica, "consapevole" ed efficiente, ho via via trovato qualche pecca in queste pale. Lo spessore di stratificazione costante le rende troppo cedevoli nella parte subito adiacente alla scarpetta. E, sempre per lo spessore costante, per i longheroni appena accennati e per scarpetta tradizionale, che giocoforza non dona un completo controllo della pinneggiata, le pale tendono ad avvitarsi lungo il piano longitudinale se appena si forza la pinneggiata, ma senza controllare perfettamente la caviglia. Ne consegue una certa dispersione di energia. E uno scomponimento del corpo, nel tentativo di controllare l'avvitamento delle pale. Estate 2011, registro il peggior difetto riscontrato con queste pinne: pur con la massima cura sempre posta nell'uso e manutenzione delle stesse, pinneggiando in superficie, per constrastare un minimo di risacca, una pala si è rotta all'altezza della piegatura, sotto le "dita" del piede. Sottolineo come NON ho forato le stesse proprio per non inficiarne la robustezza... :-( Ma quel che è peggio, convinto di aver acquistato pinne in 100% carbonio, con l'inspiegabile frattura della pala ho scoperto un'abbondante anima di vtr, rivestita da sottili veli in carbonio!!! :-(

 

   Pinne C4 Mustang 3

Ecco, sono stati proprio i limiti di "avvitamento" delle pale GFT "Pesca", oltre la mia insanabile e preoccupante curiosità, a spessore costante ad avermi spinto verso un nuovo modello di pinna. Solita fase di ricerca informazioni, chiacchiere con tanti amici per capire le caratteristiche dei vari modelli sul mercato, quindi i punti fermi: tra le scarpette simmetriche standard, nessuna può calzare meglio delle Beuchat sul mio piede, eppure anche queste hanno mostrato i loro limiti nel trasmettere l'energia della pinneggiata. Idem per le pale con longheroni costanti. La laminazione a spessore costante, pur se permettendo in ogni caso un salto enorme rispetto alle pinne in plastica, non credo permetta al carbonio di esprimersi al 100% delle sue possibilità. Altri punti fermi: ho gambe discretamente allenate, ma con muscolatura più resistente che potente, la forza pura non è un mio pregio. La massa corporea è leggera, sui 66-68 kg. E serve massa, non solo forza bruta, per poter caricare e far lavorare correttamente in acqua un paio di pinne "dure", al contrario di ciò che molti pensano. Sono un sostenitore delle pale medio-soft, considerando che l'apnea, anche se abbinata alla pesca, deve sempre metter in primo piano il risparmio di energie ed ossigeno, quindi la sicurezza. A questo punto le eventuali mie future pinne, per permettermi un reale salto di qualità, avrebbero dovuto avere:

  1. scarpetta rigorosamente asimmetrica, destra e sinistra, per un miglior comfort e maggior efficienza della pinneggiata;

  2. canalizzatori d'acqua (water rails, per gli anglofoni) più marcati, più efficienti o magari ad altezza variabile, per evitare avvitamenti e torsioni lungo l'asse longitudinale;

  3. spessore di laminazione differenziato, per permettere una flessione parabolica, assolutamente NON concentrata vicino alla scarpetta;

  4. pale di gradazione morbida, per adattarsi al mio fisico, muscolatura e tecnica di pinnegiata,  realizzate con una tipologia di carbonio comunque molto reattiva, per non perdere efficienza;

Ovvio che queste esigenze, applicate in contemporanea, avrebbero tagliato praticamente tutte le pinne sul mercato... ad eccezione dei modelli C4 con scarpetta brevettata asimmetrica.

E la visita all'Eudi 2011, presso lo stand Top Sub in cui erano esposti i prodotti C4, mi ha lasciato davvero molto impressionato, nella pur banale prova di flessione manuale delle pale, quelle delle pinne C4 Mustang 3, "durezza" 25. Davvero due lame leggerissime, flessibili ma dal ritorno molto ma molto reattivo!!! Unico problema: non me la sentivo di affrontare una spesa simile, avendo già in borsa un paio di pinne in carbonio... :-/

La situazione è stata sbloccata in maniera assolutamente inaspettata dalla consorte, che alla vigilia di una lunga trasferta lavorativa all'estero, ha deciso di "anticipare" la data del mio compleanno, facndomi trovare nascoste nel borsone sub proprio un paio di Mustang 3 - 25!!! :-O

Elenco le mie impressioni, ricavate dall'solo uso in piscina, vasca da 25 mt e buca profonda 4 mt e dell'uso in pesca, ma limitato ai 13-15 mt di profondità toccati purtroppo poche volte quest'estate. Attendo con ansia la prossima stagione del neoprene da 3 mm, dei pochi kg di piombo addosso e dei tuffi più affascinanti, per testarle ulteriormente nel loro ambiente elettivo... ;-)

Bene, in pesca, si son dimostrate decisamente più reattive e "precise" nell'azione di caccia, nel controllo dei movimenti, rispetto alle GFT Pesca Soft. In particolare annullano ogni torsione, flettono con maggior coerenza, solo quando serve e restituiscono una spinta più uniforme, immediatamente assai più decisa nello stacco dal fondo e successivamente più efficace anche nella risalita. Per dare un'idea concreta, con le GFT necessitavo di almeno un paio di pinneggiate per gamba per raggiungere una velocità di risalita decisa e costante. Ora, una falcata per gamba raggiunge lo stesso scopo. E la successiva velocità in risalita è più "uniforme", fluida, non si avverte proprio la spint aalternata delle pinneggiate.

Rimane invece ai minimi termini, anzi, in parte diminuisce per l'uniformità della spinta ricevuta, lo sforzo muscolare associato. La pinneggiata ideale per me è infatti appena più veloce, ma molto meno ampia, garantendo quindi il massimo risparmio delle energie.

In piscina, dopo i vari allenamenti in dinamica, cercando di volta in volta tanto la precisione della pinneggiata, quanto la massima spinta, quanto l'economizzazione dello sforzo, devo dire che son rimasto stupito non poco da queste pinne, sia come efficenza globale, sia come eccellenza in singoli dettagli. Col tempo, come è giusto che sia, i miei giudizi sicuramente cambieranno, qualche limite emergerà, ma al momento devo dire che trovo difficile immaginare qualcosa di meglio, quanto meno ai miei piedi. Come unico dato, basterebbe dire che mi hanno permesso di superare degli esercizi di resistenza, unione tra dinamica + statica sul fondo + dinamica, che al breefing avevo dato per certi come impossibili, per le mie capacità. Il commento dell'istruttore, ipercritico è stato secco: "Queste pinne ti hanno completamente sistemato la pinneggiata, ora non hai più nessun avvitamento delle pale, anche il corpo è molto più composto e regolare". Sulla dinamica pura poi, dopo un paio di serate utili ad entrarci in piena sintonia, le percorrenze si sono immediatamente allungate di una quindicina di metri. Sui tempi di percorrenza, non saprei che dire, per ora sono un aspetto su cui proprio non mi concentro. Ma non fatico a pensare che siano anche loro cambiati in meglio, giudicando lo scorrimento dell'acqua percepito.

Nel dettaglio, le pinne hanno confermato il comfort totale sul piede che già avevo provato con un paio di Wahoo mod. 2010. La scarpetta fascia il piede semplicemente in modo totalmente diverso rispetto ai modelli standard. Chi mi conosce sa quanto son critico sulla calzata, per scegliere le precedenti scarpette Beuchat, ci ho impiegato ore, provando OGNI modello sul mercato. Bene, le scarpette C4 si adattano al meglio ad ogni piede. E per le anatomie impossibili, la gomma è termoformabile dall'utente finale, per un tuning assoluto. Con tale precisione di calzata, anche grazie alla pala che si allunga fin sotto al tallone, la pinneggiata trasmette subito la sensazione di sfruttare al meglio ogni grammo di spinta, senza dispersioni. A questo contribuiscono i water rails a geometria variabile, che incanalano molta acqua, senza far minimamente derapare o torcere la pala. Che dal canto suo, grazie alla sapiente stratificazione (e credo anche alla nuova geometria a doppia curvatura parabolica) lavora, flette e scarica le forze in maniera ammirevole.

Risultato: ho trovato la pinneggiata facile già dopo due vasche, giusto il tempo di adattarmi al nuovo ampio angolo tra pala e scarpetta (le pinne precedenti GFT "Pesca" erano molto più "piatte"), nessunissimo impegno muscolare avvertibile, davvero, non percepisco lo sforzo della pinneggiata. Tanto da credere in una scarsa efficienza. Non fosse che sotto di me ho subito visto le piastrelle "volar" letteralmente via a velocità incredibile.... anche impostando vasche in assoluta tranquillità! Ma la senzazione in assoluto più convincente e coinvolgente, è stata nuova e finora mai provata: una costanza di spinta regolare, continua. Per intenderci, non si avverte asssolutamente la spinta solitamente un pò altalenante, ritmica, correlata alla pinneggiata. Il flusso dell'acqua attorno al corpo, lo scorrere delle piastrelle, tutto comunica una velocità, una spinta assolutamente continua, come se a spingere non fossero due gambe in moto alternato, bensì un'elica. Azzeccata poi la mescola 25, almeno nel mio caso: gran resa anche pinneggiando in maniera tranquilla, ma buon aumento se si forza il gesto, segno che sul mio corpo le pale 25 rendono bene, non vanno in crisi. Altri fisici, è chiaro, si troveranno meglio con "durezze" diverse.

Quindi, sia in pesca che in vasca, devo dire che la soddifazione per queste pinne inaspettate e sbalorditive, è stata oltre qualsiasi mia aspettativa!

Pregi: scarpetta dal comfort e resa eccezionali, davvero unici, in assenza di altre scarpette simili sul mercato. E le possibili regolazioni coi lacci e la termoformazione della scarpetta accontentano davvero tutti. Pale leggere ma con reattività incredibile, la curvatura doppia parabolica lavora splendidamente, i water rails variabili stabilizzano la pinneggiata. Massima efficienza col minimo sforzo. La spinta restituita dalle pinne è di una regolarità e continuità MAI provate. Pala e scarpetta si montano e smontano in un istante, nessun collante o sigillante, a garanzia di eventuali trasporti in massima sicurezza. Nessun gioco di montaggio, per la più totale efficienza nella pinneggiata.

Difetti: il primo, evidentissimo... il prezzo! Costano, costano tanto, al punto che di mio non le avrei comprate, se non le avessi trovate come apprezzatissimo regalo. E non voglio dire che il costo non sia adeguato, anzi, parliamo di efficienza al top, lavorazione al top, ricerca e sviluppo al top, quindi il prezzo è semplicemente giusto in relazione al prodotto offerto. Solo è alto in senso assoluto in realzione al portafoglio... Qualità al top assoluto, sarebbe impossibile che non si ottenesse con studio, ricerca, lavorazioni e materiali al top e conseguente prezzo al top. Secondariamente, visto il prezzo, le finiture ed il design, non so se mi deciderò mai a rovinare la splendida trama a maglia larga, mimetizzandole.... ;-)

 

    Maschera Cressi Horizon
I primi tuffi li ho fatti con un modello da snorkeling/ARA, la Cressi Orizon, già in dotazione per le passate avventure esplorative. Di maschere, pur solo x apnea ricreativa e snokeling, ne ho provate diverse negli anni quindi posso azzardare qualche considerazione personale sul questo modello. Questa maschera ha un grandissimo pregio, essendo nata per le immersioni con ARA: ha un campo visivo assolutamente unico ed icressi Horizonncomparabile! Avrebbe anche un volume interno contenuto, se rapportato ai classici modelli per ARA. Questo grazie anche ai particolari vetri inclinati che ampliano ulteriormente il campo visivo, tagliando in parteil volume interno. La casa la indica ottimisticamente come paragonabile ai modelli da apnea... I problemi però ci sono ed in particolare, al modello che io uso posso rimproverare il disturbo notevole creato dai vetri laterali e dal facciale in silicone trasparente. Fastidioso poi l'effetto di schiacciamento sul viso già a solo 4-6 mt, molto marcato a causa del facciale ampio, troppo ampio per esser facilmente compensato in apnea in acque fonde.

Pregi: campo visivo, molto esteso lateralmente ed assolutamente ineguagliabile verticalmente. In rapporto alla visuale, il volume interno è si ampio, ma non è eccessivo: chiudendosi il naso con le dita si compensa agevolmente in poca acqua, anche se a prezzo di parecchia aria. Comfortevole grazie al facciale molto ampio.

Difetti: il volume di certe maschere da apnea pura è parecchio inferiore. I vetri laterali, creano una grandissima luminosità che a volte da fastidio, distrae e toglie la concentrazione in pesca. E il silicone trasparente peggiora anche la situazione... la maschera crea specchiate tremende, che hanno già messo in fuga troppi pesci! Inoltre la maschera si schiaccia molto col viso già a pochissimi metri e richiede di soffiar parecchia aria x eliminare l'effetto ventosa, ma così l'apnea ne risente! Difficile da compensare e difficile compensare anche le proprie orecchie, in acqua profonda e in apnea. Altro difetto, la sede per il naso è piccola, verticalmente e dopo un pò, mi schiacciava fastidiosamente sotto il naso... sarà anche colpa del mio nasone!

 

    Maschera Omer Alien

omer AlienDopo la fuga improvvisa e senza apparente motivo - ero più che immobile - di due belle orate all'aspetto, con causa attribuita alle specchiate della maschera, sono passato ad un modello specifico per apnea/pesca sub. Non volevo una mini-maschera, preferisco infatti una buona visuale, pur unita ad un minimo volume interno. Ho fatto diverse prove di tenuta sul viso, purtroppo a secco, quindi ho acquistato una Omer Alien, rigorosamente nera (c.f.r.: muta e pinne).

Pregi: campo visivo molto buono sia lateralmente che verticalmente, decisamente superiore ad altri modelli da apnea. Finalmente, il volume interno è davvero ridotto: rispetto alle difficoltà con la Cressi Horizon, compenso all'istante il naso e molto facilmente anche la maschera. Spariti i sensi di schiacciamento della maschera sul viso, almeno entro i primi 4-5 m. Incredibilmente comfortevole grazie al silicone speciale del facciale, molto più morbido di quello provato su qualsiasi altra maschera! Nessuna interferenza tra naso e nasello, finalmente! La maschera non si avverte proprio. Telaio in plastica a finitura satinata, antiriflesso

Difetti: non so dire se è stata colpa del silicone estremamente morbido e quindi mobile, del cinghiolo fissato direttamente al facciale, o di una mia cattiva regolazione dello stesso... fatto sta che ogni tanto mi son trovavo un bel pò d'acqua all'interno!!! A volte nulla, tenuta perfetta, a volte un disastro di allagamento... Facilissimo svuotare la maschera, che a maggior ragione si è dimostrata estremamente resistente all'appannamento (nonostante le basse temperature di dicembre), comunque vorrei risolvere la questione, anche perchè a secco, l'aderenza e l'effetto ventosa sul mio viso sono totali!!!

 

    Maschera Tigullio Breath / Mares Tana
Son passato a questa maschera per ovviare alle infiltrazioni che spesso affliggevano la Omer Alien in relazione al mio viso. Ho accomunato i due nomi commerciali, visto che si tratta dello stesso identico prodotto, con due marchi e denominazioni diversi, ma per il resto identico in tutto e per tutto. Ho poi visto che lo stesso modello è presente con nomi diversi anche nei cataloghi Seatech e Scubapro.

La caratteristica saliente di questo modello è la zona del naso: a prima vista si notano due protuberanze "a soffietto", che dovrebbero assorbire eventuali variazioni di pressione e volume durante la compensazione dei timpani, evitando deformazioni della parte aderente al viso e limitando le infiltrazioni d'acqua. Altra caratteristica, per me ottima, è lo spessore del silicone, assottiliato e reso più grippante e rugoso, lateralmente alle narici, per facilitare la chiusura del naso. Per finire, la sagomatura del nasello è abbondante e comoda e il silicone del facciale risulta morbido ed elastico quasi quanto quello della Omer Alien. Molto simile anche la forma dei vetri, l'attacco del cinghiolo diretto sul facciale in silicone e il campo visivo, molto simile anch'esso, pur se leggermente inferiore.

Pregi: campo visivo buono, gran comfort ed aderenza del facciale, estrema facilità nella presa del naso e nella compensazione dei timpani, rapida ed efficace. Volume interno molto ridotto. Telaio in pastica gommata opaco, antiriflesso, buono per l'aspetto.

Difetti: i soffietti attorno alla base del naso, aiuteranno pure a contenere le infiltrazioni, ma creano anche uno strano comportamento quando si cerca di compensare il volume interno della maschera: si crea un piccolo ristagno d'acqua, che rischia di schizzare sugli occhi, dando parecchio fastidio. La maschera, forse anche per il silicone molto sottile e cedevole del facciale, sembra reagire "in due tempi" alla compensazione del volume interno, che quindi ne risulta un pò rallentata.

 

    Maschera Sporasub Mystic

Dopo un anno di uso soddisfacente e regolare della Tigullio Breath, proprio in occasione della trasferta sarda per il II Meeting di www.pescasubacquea.net, quel modello ha cominciato a farmi passare acqua implacabilmente. Barba appena fatta, massima cura nel posizionare la maschera ma nulla, poche infiltrazioni, ma regolari e fastidiose. Quando stai all'aspetto basta davvero poco a deconcentrarti e tagliarti l'apnea! Ho provato quindi la Sporasub Mystic di un compagno di pesca e questa in breve è diventata la mia nuova maschera.

Si è mostrata subito molto comfortevole, il silicone del facciale è molto morbido, anche se non ai livelli extra, ad esempio della Omer Alien. Ha anche un buon spessore, per intenderci, superiore alla Tigullio, tanto che pur essendo morbido, appare meno cedevole. E questo, per le immersioni più fonde è sicuramente positivo e garantisce maggior stabilità sul volto. In ogni caso, i lembi di contatto sono morbidisimi, quindi comfort e tenuta sono ai massimi livelli sul mio viso.

Un particolare che mi è subito balzato all'occhio è stata l'ampiezza dell'alloggio per il naso, che risulta anche molto sporgente, grazie alla struttura innovativa e all'arretramento estremo delle lenti: posso afferrare istintivamente e con presa sicura anche il mio "nasone", per compensare agilmente. E proprio la compensazione, tanto della maschera quanto dei timpani, risulta estremamente sicura e facile, grazie al volume interno davvero bassissimo, il più basso tra le maschere da me provate.

Menzione particolare anche per il campo visivo che, al di la dei proclami sensazionalistici del produttore, è effettivamente notevole, ben superiore, tanto lateralmente quanto in verticale, alla mitica Alien. Ho fatto delle prove obiettive con riscontri fissi e ne son rimasto sorpreso. Sicuramente, per l'utilizzo all'agguato in acque superficiali, esistono maschere più "panoramiche" ma come compromesso e soprattutto per i tuffi un poco più fondi, giudico questa Mystic al top assoluto se la si raffronta al volume interno davvero bassissimo.

Sarò poi un fissato, ma trovo fantastica per la pesca all'aspetto la finitura opaca antiriflesso del silicone! ;-)

Pregi: campo visivo davvero ottimo, grande comfort, aderenza e senso di appoggio al viso del facciale, stabilità della maschera anche in profondità, assoluta facilità nella presa del naso e nella compensazione di maschera e timpani, rapida ed efficace. Volume interno fortemente ridotto. Silicone opaco, antiriflesso.

Difetti: ne ho riscontrato uno solo in effetti, per me abbastanza fastidioso: la regolazione del cinghiolo, a maschera indossata, non è per nulla funzionale! E' facilissimo trovarsi il cinghiolo che scappa e si allenta totalmente se si cerca di rilasciarlo anche solo un poco quando lo si ha indosso. Se invece lo si vuole stringere non si riesce, essendo impossibile sentire la levetta di sblocco con guanti appena spessi. E tra una pescata e l'altra preparatevi a trovare il cinghiolo stesso spostato su chissà quale regolazione, visto che quando è in tensione sul capo è difficile da regolare, ma quando è riposto lasco nel borsone, capita facilmente che si allenti al massimo da solo... Per intenderci, il meccanismo preciso e sicuro della Tigullio/Mares è tutta un'altra cosa.

Modifiche e personalizzazioni

Non è una vera modifica, ma su consiglio della sorella, accanita ed espertissima sub con ARA, pulisco sempre accuratamente tutto l'interno delle mie maschere nuove, con particolare attenzione ai vetri, con dentifricio bianco (NON al gel!!!) per esser sicuro di aver asportato tutti i residui di lavorazione del silicone e l'antiappannante a volte presente sui vetri che in realtà crea solo pasticci. Così facendo, il vetro reagisce meglio al ben famoso "sputazzo" e la maschera risulta davvero anti-appannamento. Un consiglio, banale ma efficace: si ha la massima efficacia, sputazzando nella maschera un pò prima di immergersi, mentre ci si sta vestendo.

    

    Aeratore Mares Samurai
Ho provato prima un modello rigido e troppo lungo della Effesub che già avevo in casa, scomodo sia nel posizionamento, nel tenerlo in bocca e con molte vibrazioni in discesa. Un buon prodotto per l'ARA e lo snorkeling di superficie, ma completamente inadatto alla pesca. Anche un aeratore semirigido di marca sconoscita, reperito tra il materiale di casa non è stato gran che utile... foggia scomoda, molto verticale, si fissava male al cinghiolo, riempiendosi sempre coi minimi spruzzi. Ecco come un attrezzo semplice al  limite della banalità può complicare le cose quando non è all'altezza della situazione...

La pace è arrivata con l'acquisto, ad un prezzo estremamente competitivo, del Mares Samurai, semi-flessibile! Ben sagonato, segue la forma del capo, risultando idrodinamico e  stabile. L'ampia sezione e regolarità interna, garantisce una ventilazione abbondante e agevolissima, senza alcuna fatica

Pregi: Ha un ottimo diametro, permette di ventilare con la massima naturalezza, è sagomato a semicerchio, segue bene il profilo del capo senza intralciare minimamente o forzare la presa quando lo si morde, quasi non vibra in immersione ed è in generale estremamente comfortevole...

Difetti: Dato anche il prezzo molto basso, non riesco proprio a trovarne. ;-)

Modifiche e personalizzazioni

Forse un dettaglio scontato per molti, ma non per tutti, visto che vedo spessissimo foto e video di cacciatori con sgargianti boccagli in tinte fluo, magari uniti a maschere dal telaio giallo elettrico... Io comunque ho provveduto ad eliminare l'adesivo arancione all'apide dell'areatore. Non è certo quel piccolo puntino rosso che ci può salvare dal cafonauta distratto pronto a tranciarci in mille pezzi con le eliche del suo maledettissimo motoscafo. Visto che troppe volte questi assassini ignorano pure una evidentissima e grossa boa segna sub sulla nostra testa. Per la mia sicurezza preferisco confidare su una ampia e ben visibile boa-plancetta, tenuta ben vicina al punto del mio tuffo. Di certo però, credo sia inutile aver la fissa del mimetico per la muta, se poi si cerca di segnalarci ai pesci con certi dettagli fluorescenti proprio sulla punta del tubo...

    

    Aeratore Sporasub Breeze
Siccome tutto è migliorabile, ho deciso di provare questo modello che per alcune caratteristiche mi ispirava parecchio, vista anche l'estrema qualità (fibbiedi regolazione a parte!) della maschera Sporasub Mystic, già nel borsone. Vero è che un aeratore diverso non cambia la vita e non fa prender più pesci, però tutto è migliorabile e a volte anche un briciolo di comfort può render più piacevole quantomeno lo stare in mare.

E in effetti devo dire che questo aeratore è davvero ben fatto! Non tanto per la parte superiore semi pieghevole, per me ininfluente, non pescando mai in tana, ma per le forme varie. A contatto con la tempia presenta infatti un appiattimento, per intenderci il profilo esterno non è totalmente circolare ma appunto piatto a contatto col nostro capo, sarà questo, sarà la sagomatura totale che al contrario del Mares è PERFETTAMENTE complementare al profilo del mio viso e del mio capo, aderendo totalmente a testa, tempia e guance, fatto sta che anche nelle risalite e nelle pinneggiate più veloci, sia in mare che in pisicna annulla qualsiasi accenno di vibrazione! Stabilissimo e comfortevole, come non averlo sotto il cinghiolo della maschera! Ed inoltre, il morso in silicone morbido ma spesso e  resistente è più piccolo del Mares e meglio si adatta alla mia bocca e ai miei denti. Ottima poi la finitura completamente antiriflesso... Dettagli appunto, ma che mi soddisfano appieno! ;-)

Pregi: ventilazione ancor più agevole rispetto al Mares, non viene minimamente schiacciato dal cinghiolo, segue perfettamente il profilo del capo grazie alla grande ergonomia del profilo, non vibra in immersione. Il morso piccolo si adatta completamente alla mia bocca. Ottima la finitura antiriflesso, abbinata all'alternanza di nero e verde (giustamente in tonalità "smorta") per spezzare la sagoma. Prezzo assolutamente accettabile, in linea se non inferiore ad altri modelli quotati.

Difetti: Nessuno in generale, sarebbe da verificare personalmente il particolare morso, magari troppo piccolo per altre arcate dentarie, diverse dalla mia: potrebbe adattarsi o meno, caso per caso.

 

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