Un Bel Ponte Non Si Rifiuta Mai

Costa Azzurra, 25 Aprile - 1 Maggio 2008

Premetto che questo mega-ponte è rimasto in dubbio fino all'ultimo: impegni di lavoro e previsioni meteo poco rassicuranti ci hanno mantenuto nell'incertezza totale. Anche i già traballanti programmi son stati stravolti all'ultimo momento...

Basti dire che la mattina del fatidico 25 aprile, passata in coda x raggiungere il porto di Marina degli Aregai (IM) - nostra base di soggiorno abituale e partenza - eravamo convinti di passare il fine settimana ad Alassio. Le previsioni per l'inizio settimana successivo non permettevano ulteriori programmi. Ad Alassio poi Matteo (cortesissimo utente del forum del sito www.amicidellavela.it) ci aveva confermato ampia disponibilità di posti al transito. Lui, col suo nuovo  Comet 33, assieme alla sua fantastica famigliola, avrebbe invece fatto rotta x la Costa Azzurra, isole Lerins in particolare. Da Aregai, in mattinata, anche Vittorio, Carola (anche loro conosciuti in quanto iscritti al suddetto forum!)  & figli, sarebbero partiti alla volta di Antibes col loro Bavaria 42. Per settimane avevamo cercato di unificare le nostre rotte (coppia davvero ok!), ma senza riuscirci. Infatti, motivati dalle minori dimensioni di Moby Dick e relativa minor velocità a vela e soprattutto a motore, il sottoscritto ed Ombretta rimanevano conviti per 2 giorni ad Alassio, capo Noli ed eventualmente Savona.

Arrivati però ad Aregai, ci ha pensato la presenza tentatrice del buon Luciano, armatore dello splendido Comet 375 "Dica 33" ad indurci in tentazione: noi domani mattina partiamo per la Francia. Così, giusto per passare una notte fuori, senza meta precisa... dai, venite anche voi!!! Ci saranno anche Alex ed Erica!!! (N.d.A.: col loro Dufour 385 "White Passion")

Preciso che Luciano, Alex ed Erika, sono gli squisiti dirimpettai di posto barca, con cui si chiacchiera interminabilmente di vacanze, mare, barche e... Comet, visto il legame del sottoscritto e di Luciano con questo fantastico ex-canitere.

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A quel punto l'indecisione è durata poco: sguardo complice con Ombretta e risposta: si, si potrebbe fare... Il successivo splendido tramonto e 4 chiacchiere al Bar dei Fiori, con whiskey ed amari di rito, hanno deciso per noi: e Francia sia, come nei nostri piani originari! In caso di maltempo, torneremo domenica, altrimenti si proseguirà senza mete precise, dove ci potrerà il vento... ;-) Rientrando in barca, non possiamo fare a meno di notare quanto è intenso quest'anno il profumo dei fiori di pitosforo: saranno in un certo senso il leit-motiv di questa breve vacanza in barca.

Erano mesi che aspettavamo il momento di questa mini-vacanza! Praticamente dalla crociera mancata di Capodanno, quando Eolo e Nettuno a dir poco sopra le righe, ci dissero di no.

Questa volta invece inizia l'avventura e sabato mattina siamo svegliati da uno splendido sole primaverile. Rinfrancati da golosi croissant, siamo pervasi da un gran fervore di preparativi, sistemazione della barca, entusiasmo a mille e frenesia x tutto l'equipaggio...   Beh, in effetti non proprio x tutti...

  

Il Capitano prepara Moby Dick, Zarina da buon felino, dosa le energie...

Al bel sole della prima mattinata, proprio dopo aver lasciato il porto di Aregai, fa seguito un cielo grigiastro, con minaccia di vento fresco, dalla direzione molto incerta. Neanche il tempo di ridurre un pò la velatura, che subito il vento crolla (e via a secco di vele, a motore...), per poi stabilizzarsi a poco + di 10 nodi, portandosi precisamente in fil di ruota! Con una barca come il ns Comet 303 che gradisce ben + la bolina rispetto alle andature portanti, vuol dire arrancare a fatica. Ed infatti la prima parte della navigazione si fa col motore acceso. Poi, passata Sanremo, il vento decide di salire di qualche nodo e bordeggiando un pò, riusciamo anche a divertirci a vela. Su Capo Nero, anzi, l'atmosfera è cupa e l'aria non manca proprio.

Ma al di la del piacere del navigare a vela, queste son state le prime miglia fatte col nuovo marinaio al timone: Simbad, il nostro nuovissimo e (lo costateremo) super-efficiente autopilota Simrad TP22 (x il forum: grazie a Masino per i consigli! ;-) ). Poter mollare la sensibilissima barra, x godersi uno spuntino come si deve o darsi il cambio, ma solo x rimaner di guardia a controllare la situazione, senza anchilosarsi la spalla x ore, davvero non ha prezzo! Solo ora, provandolo, l'ho capito.

     

Ombretta al timone in uscita da Aregai, al centro il Comet 375 di Luciano, a destra il Dufour 385 di Alex

 

     

Finalmente spuntini e relax anche in navigazione!!! Al timone c'è Simbad, instancabile terzo marinaio!

 

     

All'inizio il vento deciso, ci fa divertire, poi cala un pò e passa in piena poppa. Capo Nero, di nome e di fatto!

 

La navigazione prosegue quindi un pò + stentata, alla volta del confine con la Francia. Passando le ore, la brezza, + o - termica, si esaurisce e lascia il posto ad un'arietta leggera che ci fa concludere a motore l'ultimo tratto di avvicinamento a Mentone. Proprio di fronte a Port Garavan Alex chiama la capitaneria per cercare posto, ma al diniego ricevuto, ci comunica via radio che rientrerà in Italia. Sono in 4 cristiani a bordo e 3 cani (tutti pestiferi ma adorabili Jack Russel...), non se la sentono quindi di rischiare di trovar posto tardi, chissà dove, o magari non trovarlo affatto. Breve consulto al VHF con Luciano ed i 2 Comet decidono di proseguire per il Vieux Port, tentando la fortuna, visto che da li alla radio manco rispondono.

La scena di ingresso è comica, quasi fantozziana: appena passiamo l'imboccatura del porto, dalla capitaneria (ove probabilmente avevano ben ascoltato le nostre chiamate) ci urlano con megafoni ed altoparlanti da stadio, in perfetto italiano: "PORTO PIENO!!! NON ABBIAMO PIU' POSTO!!!" Con istantanee virate, le due barche, coordinate all'unisono, fanno dietro front x puntare di nuovo Port Garavan...

Qui, al nuovo marina di Mentone, abbiamo fortuna: nonostante la risposta negativa data al VHF ad Alex, noi veniamo ben accolti e ci vengono immediatamente offerti 2 posti. Misteri di Francia... Il nostro posto è in una banchina con spazio di manovra inesistente, non ho nessun margine di evoluzione, posso solo entrare preciso al primo colpo. Ogni indecisione creerebbe disastri... Per fortuna in retro il Comet 303, col suo fantastico sail drive e l'ottimo timone, manovra quasi come a marcia avanti. Tutto ok ed appena svanita l'abituale tensione dell'ormeggio, solo dopo aver ben fissato le cime di poppa a doppino e il corpo morto a prua, mi accorgo che siamo affiancati ad un altro Comet 303, che se non fosse la versione standard con albero "basso" a crocette singole, sarebbe gemella di Moby Dick!

 

     

Tentiamo invano la sorte al Vieux Port, per poi trovar posto a fianco di un altro Comet 303, a Garavan

 

Giusto il tempo di sistemare la barca, fare un'indispensabile doccia, poi mentre Ombretta sistema gli interni, io ne approfitto per crearmi un adattatore per la presa elettrica europea ad alto amperaggio. Segue visitina tradizionale al locale shipchandler - un rito in ogni nuovo porto visistato - : Moby Dick ha bisogno di una nuova e + grande bandiera. Prenderla proprio in Francia, è anche divertente! ;-) Nei prossimi giorni la cambieremo.

Poco prima del tramonto è il momento di far due passi, per scattare qualche foto ricordo e stuzzicare la fame. Ci incontriamo poi con Luciano ed il suo equipaggio: sua figlia Tiziana ed il compagno Pier. Alla domanda dove andar a cenare, tutti ci trinceriamo dietro un diplomaticissimo "per me va bene qualsiasi posto", senza sapere che incredibilmente, dentro di noi, ognuno stava pensando già ad un locale ben preciso... Le Lido! E' questo un ristorantino che conosco da anni, senza però esserci mai stato come avventore, specializzato in enormi vassoi di pesce, crostacei e coquillage crudi!!! Con Ombretta ci si era ripromessi da tempo di provarlo, senza mai aver concretizzato. Non ricordo neanche chi per primo lo abbia menzionato, so solo che è stata una pioggia concorde di: SIII, perfetto!!! Io/noi adoriamo il pesce crudo!!! Davvero impossibile ripetere una tale comunione di intenti, quindi tutti daccordo per Le Lido!

 

   

Due passi e qualche foto al centro storico di Mentone, per sgranchirsi le gambe e stimolare l'appetito

 

Devo dire che per esser stata la prima volta che abbiamo navigato e passato una serata assieme a Luciano ed il suo equipaggio, è stata davvero un'ottima decisione quella di aver accettato di partire con loro! Proprio una splendida compagnia, ore spensierate di chiacchiere, racconti, brindisi, risate. Sono quelle volte in cui ti trovi in sintonia, con persone alla mano, che ti sembra di conoscere da sempre. Se è vero che al porto son anni che ci si conosce, è però anche vero che è stata la prima occasione di frequentarsi meglio. E se non fosse che per Agosto le nostre ferie prevedono solo 2 settimane, accetteremmo fin d'ora di unirci al loro Comet per la prevista crociera in Sardegna... Poco male, cena sopraffina ed abbondante, incantevole la Bouillabaisse di apertura, no comment sui vassoi di pesce scudo, ottimo anche il vino scelto dall' "Ing." Pier, squisito il dolce in chiusura... Da ripetersi, compagnia in primis, davvero al più presto!

 

  

Da sinistra: Capt., Luciano, Tiziana, Pier. A destra Ombretta e Capt. Simon

 

     

Ecco i fantastici vassoi, colmi di crostacei e molluschi crudi... Ombretta è quasi in tilt dall'entusiasmo!!!

 

Inutile dire che dopo tante libagioni, prima di ritirarci in cuccetta, ci siamo concessi una lunga passeggiata notturna... Ovunque, per le strade, nei vicoli, sul lungomare, veniamo avvolti e stregati dal dolce profumo dei fiori di pitosforo. Comunque, a conferma della qualità della cena, notte di sonni beati e tranquilli.

 

     

Il centro di Mentone vecchia, sempre piacevole per una passeggiata by night

 

La mattina successiva inizia ancora con un bel sole e coi saluti di commiato con l'equipaggio di "Dica 33", non prima però di esserci concessi in compagnia, ad un baretto in centro Menton, una fantastica colazione, tempestata di burrosissime e sfogliatissime croissant francesi! Loro devono tornare in Italia, noi invece dopo aver consultato le previsioni almeno discrete di Meteofrance, abbiamo deciso di proseguire.

Lasciamo quindi Port Garavan alla volta di Cap Ferrat. L'intenzione è quella di passar la notte in porto a Villefranche. La mancanza di riscaldamento indipendente e il meteo non totalmente assicurato, sconsigliano la notte in rada. Ovviamente, anche in questo caso, i fatti saranno diversi dai piani... La capitaneria di Villefranche infatti non risponde al VHF ed anche entrando nel porto, da una barca ci confermano che "essendo domenica" non c'è nessuno, uffici chiusi... Mah, altro mistero di Francia: domenica di uno dei principali fine settimana dell'anno e qua stanno chiusi... Evitiamo l'ormeggio abusivo e ripieghiamo su Saint-Jean Cap Ferrat, ripassando per il capo ed il suo sempre splendido faro.

 

    

Da sinistra: Cap Ferrat e punta Malalongue son sempre pittoreschi! Zarina approva. A destra, la rada di fronte al marina di Saint-Jean Cap Ferrat ispira tranquillità

 

Anche qui comunque, lo stakanovismo non impera di certo... l'addetto della capitaneria è cortese e disponibile, ma ci specifica che alle 20:00 i bagni verranno chiusi! Noi non abbiamo ancora il boiler e se vogliamo una doccia calda, dobbiamo ormeggiare rapidamente e approfittarne al più presto!

 

Ormeggiamo all'accoglienza del marina; subito Zarina deve controllare la situazione! Ci da il suo ok, ordine e tranquillità come piaciono a noi

 

Cenetta in barca, poi i rituali due passi, giudati dall'ormai familiare profumo del pitosforo in fiore, prima di andar a dormire. Saint-Jean Cap Ferrat si dimostra pulita, ordinata, ma forse risulta un centro piccolo ed eccessivamente residenziale: manca il centro storico e fuori stagione dopo cena non incontriamo praticamente anima viva... Di certo però, pace e silenzio non mancano ed è proprio quello che ci serve in questi giorni: relax!

La mattina successiva, Zarina ed Ombretta si godono l'alba, mentre il Capitano poltrisce beato... poi, dopo la colazione rituale, il sottoscritto finalmente sostituisce la vecchia bandiera col nuovo Tricolore acquistato a Menton, mentre Ombretta si occupa del rifornimento d'acqua. Pronti a partire!

 

 

Le intenzioni sarebbero quelle di passare la giornata ancorati, poltrendo in rada a Villefrranche o alle spiaggette gemelle, Anse de Lilong e des Fosses... Condizionale d'obbligo, visto che alle spiaggette il tempo non è invitante. Decidiamo quindi di avvicinarci a Villefranche ed ancorarci in rada. Appena il tempo di fare un giro di ricognizione e noto che fuori dalla profonda biaia la linea del mare si sta facendo scura... no bueno, sintomo di vento! Un istante e compaiono le creste. Mi sa che tra poco dovremo entrare in porto... Lo penso, lo dico e subito siamo raggiunti dalle raffiche che si incanalano nella baia. Ok, niente giornata all'ancora. Relax in porto! Chiamiamo la capitaneria, ci assegnano il posto, ormeggiamo e con gran calma pranziamo. Tutto l'equipaggio si gode un bel pisolo post prandiale, Zarina ci spiega subito come si fa! Poi il sottoscritto ed Ombretta decidono di scorrazzare per il borgo di Villefranche: urgono foto per i nostri ricordi e spesa per la cambusa di bordo! Rientriamo, con squisiti formaggi e terrine, pochi istanti prima dell'inizio della pioggia... in tempo per montare il provvidenziale tendalino sul boma, che ci permette di lasciar aperto il tambuccio, mantenedo anche il pozzetto asciutto.

 

        

Da sinistra, Anse de Lilong e des Fosses, il borgo di Villefranche, Moby Dick in porto

     

Un pò di foto di relax a bordo, del borgo di Villefranche e di Moby Dick, placida all'ormeggio

Il giorno successivo, accolti dall'ennesima mattinata splendidamente soleggiata, abbiamo la conferma della gran voglia di lavorare che pervade quest'angolo di Francia, quantomeno in questo periodo dell'anno: dobbiamo far gasolio, ieri la pompa del distributore dopo mezzogiorno era chiusa. L'orario ufficiale prevede solo 3 mattinate di funzionamento ed il martedì, oggi, ovviamente è escluso! Noi dobbiamo partire per tornare ad Aregai, le previsioni per la nottata ed il giorno successivo suggeriscono di rientrare alla base, per non rischiare troppi giorni di sosta forzata. In un porticciolo così piccolo, immaginiamo sarà facile strappare qualche litro extra... illusi! In italiano stentato ma comprensibile, cercano di convinverci come sia impossibile mandare l'addetto all'impianto, dar corrente alle pompe, avviare la colonnina di rifornimento etc.. C'est la vie! Lasciamo quindi Villefranche pronti a raggiungere Beaulieu, dove ci hanno assicurato che i distributori sono in funzione.

 

     

Mattinata limpidissima, con promesse di splendidi momenti di vela...

 

 Già all'uscita della baia sospinti da un bel venticello, pregustiamo una giornata di gran vela ma subito all'altezza del capo il vento molla e tocca ritirar le vele e dar motore.

Fatto gasolio a Beaulieu, riprendiamo la navigazione, pronti a riaprire le vele e spegnere il motore all'altezza di Montecarlo, quando Eolo torna sommessaemente a farsi vivo. Ovviamente la brezza proviene da... zero gradi in prua, rispetto alla nostra rotta per Aregai. Ed è talmente una bava di vento che Moby Dick non riesce a stringere, sconfitta nella sua stessa specialità. In ogni caso non cedo e mi accontento di una velocità sulla destinazione, quasi da scarroccio... E' questa un'altra situazione in cui ho modo di apprezzare il pilota automatico: con così poco vento un minimo errore al timone costerebbe troppo caro, fermerebbe la barca e farebbe perdere quei pochi metri guadagnati. L'uomo si distrae, l'autopilota no! E lascia anche il tempo al sottoscritto di regolare al meglio (delle mie scarse capacità, beninteso!) le vele per questa bava di vento.

Poi man mano la situazione in parte cambia: la provenienza del vento rimane perfettamente SULLA meta, ma l'intensità man mano aumenta. Ci divertiamo allora a bolinare beati, timonare in queste situazioni è uno spasso! Ora Simbad può aspettare disabilitato...

Ma si sa, il bel gioco dura poco. Si fa per dire, un'oretta circa di goduria boliniera! Poi però l'intensità del vento aumenta e l'apparente supera i 18 nodi, con diverse raffiche. Son costretto a prender una mano e rollare un poco il fiocco, pur sapendo che così stringerò meno e perderò ancor più velocità sulla destinazione... Quando poi il vento apparente passa allegramente i 21-22 nodi, con 2 mani alla randa e genoa rollato a fiocco, guadagnamo a stento solo sul bordo verso terra. Complice anche una corrente tremenda dall'Italia, parallela alla costa, e il diverso impatto con le onde, quando viriamo con mure a sinistra ci troviamo con VMG di 0,0-0,1 nodi!!! Sul bordo verso terra, stringiamo bene i 30-35 gradi, verso il largo solo 45-50! Inizialmente ho pensato a qualche problema all'albero o al timone... poi la causa è stata individuata nella corrente, particolarmente decisa su questo tratto dalla costa ripida e regolare, con l'effetto venturi dato dalle enormi risalite di fondale del banco di Bordighera.

 

     

Davanti a Montecarlo arriva una brezza leggerissima, poi più decisa, fino a diventare tesa ma piacevolissima! Una mano, genoa rollato, berretti, pile e cerate: che goduria!

 

Però questo vento è comunque bellissimo, la barca fende le onde corte di prua, sicura e stabile, senza colpi e botte! Che meraviglia! Si, è vero, siamo in crociera ed il motto della vacanza è stato e dovrebbe essere "relax e riposo", per le settimane di lavoro e tensione passate. Ma navigare a vela, sul serio, è sempre troppo bello, è più forte di me: impiegheremo il triplo del tempo, forse di più, a rientrare a Marina degli Aregai ma non riesco a rinunciarci! Per questo adoro la mia barca, così lontana da certi goffi cruiser puri. E' comoda, sicura, relativamente facile da portare, ma è una vera barca a vela, fatta per muoversi tra le onde ed il vento, non per stare ferma tutto l'anno in porto... Ne approfitto anche per impratichirmi con l'autopilota: lascio Simbad al timone ed Ombretta riparata, mentre io controllo di continuo la regolazione delle vele con la scotta randa in mano. E al contrario di tante altre volte, quando complice la natura dello scafo, la velatura abbondante e le mie distrazioni al timone, Moby sfuggiva troppo spesso all'orza, non prendiamo nessuna, dico nessuna, straorza! Simbad non si distrae mai e tiene perfettamente la rotta, io al minimo accenno di raffica e tendenza orziera, mollo la scotta. Risultato, Moby Dick naviga imperturbabile, senza sgarrare. Fantastico!

Proseguiamo così, fino all'altezza di Ospedaletti, poi il sole basso e la luce via via + satura ci annunciano l'incipiente tramonto. Con tutta quest'aria, comincia anche a far freddo, nonostante i pile e le cerate, indossati già da tempo e i turni fatti alternandoci  in pozzetto ed in quadrato, per non raffreddarci inutilmente entrambi. Decisione presa, anche se a malincuore: si riavvolge completamente il genoa e si accende il Volvo Penta!

 

  

 

Per consolarci, vista la tarda ora d'arrivo prevista, concordiamo di prenotare al telefono una pizza all'ottima pizzeria "The One Beach", giusto all'ingresso del porto di Aregai. Siamo di nuovo a casa, ormeggiamo al crepuscolo, rapida doccia extra-calda ai bagni del porto (fuori stagione i servizi sono quasi decenti... ma l'igiene e la pulizia di Mentone rimangono inarrivabili!) e poi di filata al One Beach: davanti ad una fresca birra, cotti dal sole e disidratati dal vento, ma con 2 sorrisi smaglianti e beati, stiamo già ricordando questa breve, semplice ma piacevolissima pausa, in attesa delle più avventurose ferie estive! ;-)

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Queste ferie estemporanee si concludono con il fine settimana successivo. Giorni passati tra vari lavoretti a bordo per il Capitano, ozi fatti di letture per Ombretta e profonde riflessioni esistenziali per la nostra gattina Zarina... Con la ciliegina sulla torta dell'uscita di sabato 3 maggio, a metà pomeriggio. Moby Dick ed Isis (C.f.r.: racconto ferie 2007) escono in mare per una splendida veleggiata! Poca aria, ma mare calmo, cielo limpido e quell'aria di primavera che invita a far miglia, senza pensare a tornare in porto... E così è stato, abbiamo tenuto vela anche quando di aria non ce n'era +, ci siamo attardati il + possibile. Certi momenti son davvero una proiezione in un altro mondo! 

Dall'alto: Zarina medita sulla qualità della vita di bordo; due foto di Isis dell'amico Fausto, con la famiglia al completo; Moby Dick si allontana dalla costa... Eppur si muove! Bava d'aria, ma il Comet 303 esibisce tutte le sue qualità, accelera ed accenna pure a sbandare; Ombretta alla ricerca di un delfino solitario, saltato a prua

   

Capt. Simon, Ombretta & Zarina

 

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