Diario dai Fondali...

Muta nuova, problemi nuovi

Riporto il lunghissimo resoconto della nuotata di domenica mattina, 12 ottobre 2008.

So che è esageratamente ampio... ma chissà se qualcuno avrà la pazienza di legger qualcosa, anche solo a spizzichi e bocconi...

    Antefatto
Dire che ho aspettato con ansia questo momento è dir poco... Sono letteralmente in fibrillazione da quando martedì scorso mi è stato consegnato il pacco da Cattolica, con la nuovissima muta su misura di Elios sub.
L'ho ammirata in settimana, appesa in bella mostra rigorosamente “fuori” dall'armadio, tutta liscia, come quelle dei mitici documentari di Jacques Cousteau, in cui mi perdevo da bimbo.

E ora è il momento di testarla, in acqua.

    Preparativi
La sveglia è suonata alle 7.20, dagli oblò quasi passa solo una parvenza di luce e qualche stridio di gabbiano lontano mi risuona nelle orecchie.

Rapidissimo, mentre Ombretta beatamente dorme, mi preparo un caffè (lo so, sarebbe da evitare prima di andare in mare, ma è un rito x me irrinunciabile, anche in navigazione...), 4 biscotti e 2 cucchiai di miele x un po' di energia, poi subito a preparare la nuova pesata della cintura x adeguarla dal mutino short delle prime 2 uscite estive alla muta completa attuale.
Anche dietro diversi consigli, considerando il mio peso esiguo (69 kg), decido x 6 kg.
Indosso i pantaloni e preparo la sacca di rete x il resto dell'attrezzatura, cintura in spalla, pinne sotto un braccio, fucile sotto l'altro e via, fuori dal porto; anche dietro i consigli di Zio Luciano, decido di sontare la zona di mare di Aregai.

Che pace, che tranquillità!
Ormai il sole è sorto, ma non c'è quasi anima viva in giro, escluso qualche cannista. E soprattutto, non v'è traccia di altri sub.

Che piacere indossare questa muta! In pieno inverno so già che non sarà calda come una spaccata, ma la fodera elastica interna la rende “quasi” facile da indossare x chi, come me, è alle primissime esperienze. Compensa però la presenza della fodera con un taglio assolutamente perfetto, aderente ovunque lungo tutto il corpo, ma senza stringere o forzare da nessuna parte. E senza creare nessuna piega, neanche in movimento. E se regge alla prova del mio fisico “difficile” vuol dire che i sarti hanno fatto davvero un ottimo lavoro... voto 110 con lode ad Elios Sub!

    In acqua - aspettative
Appena in acqua noto una soffolca davanti alla spiaggetta: ottima trincea dietro cui tentare un qualche aspetto.
Con baldanzosa speranza, provo ad immergermi un po' lontano, per raggiungere gli scogli immersi raso fondo, sperando di farmi notare il meno possibile. Si, proprio provo... perché in realtà, la già poco aggraziata capriola, si conclude con una pietosa rotolata a pelo d'acqua!

    In acqua - delusione
Shock totale!!! Ma che è?!? Galleggio peggio che un turacciolo!!!

Ci riprovo, con più compostezza e decisione: con una fatica immensa riesco a raggiungere il fondo di circa 3-4 mt (il Casio pensa bene di andare in blocco x scarsa batteria e ci rimarrà x tutta la mattina...), ci arrivo completamente a corto di fiato x lo sforzo e quel che è peggio, appena smetto di pinneggiare, prima le gambe, poi tutto il corpo prende a risalire con scoraggiante decisione!!!
Ancora un paio di tentativi, mentre ammiro le abbondantissime salpe scappare ovunque...

Tragedia, delusione, amarezza e sconforto... non so neanche cosa provo, so solo che sono incavolato, con me stesso, con Archimede, coi principi dell'idrodinamica, con questi pesci che così agevolmente danzano attorno a me, quasi a prendermi in giro...

Ho voglia di uscire dall'acqua e tornarmene a dormire in cuccetta! Scarpinare avanti e indietro a modificar la cintura non se ne parla, farei solo tardi, col rischio di trovare poi troppa gente in acqua.
Ma così è inutile continuare, galleggio davvero come un gavitello, non ho bisogno manco della boa segna-sub, SONO IO la boa!
Come se non bastasse anche la pinneggiata in superficie è pietosa! Le gambe galleggiano inesorabilmente e non riesco neanche ad immergere le pale delle Cressi, con conseguente sciascuio rumorosissimo...

Sconforto...

    Riparametrare
Respira calmo, crapone! Rilassati, tranquillizzati e ragiona. Hai fatto la belinata di non portare 2 kg extra, ora rimedia sul campo!
Se non puoi cercare i pesci sott'acqua, cerca di sorprenderne qualcuno a galla! Non c'è risacca, l'acqua è cristallina, non troverai l'acqua torbida dell'ultima uscita estiva, però provaci!

Socchiudo gli occhi, mi do una calmata e pianifico il cambio di tattica.

Punto allora i pennelli perpendicolari al lungomare,deciso ad ispezionare i bassissimi fondi.
Cerco di avanzare pianissimo, con movimenti iper-controllati e composti, stando il più radente possibile ai vari massi.
In effetti l'idea sembra buona, perché così riesco quasi a farmi sotto a diversi branchi di salpe e a qualche saragotto.

Dai che quasi ci siamo!

    Troppa ansia da risultato
Ma qui arriva il secondo problema...
Al contrario delle 2 prede catturate nelle 2 precedenti uscite (2 tiri, 2 pesci), sparate nel momento in cui erano ferme, oggi anche i pesci + tranquilli, di starsene fermi a far da bersaglio non ne vogliono sapere! Che scoperta! Una preda che non vuole esser predata, ma sei quasi un genio...
Per di più, miro a pesci in movimento e puntati dalla superficie, per l'impossibilità pratica di immergermi senza disturbarli, con traiettorie folli. Sagome sottili e in rotta di collisione coi massi del fondo...

Morale, 1,2, 3, tanti, tantissimi tiri padellati clamorosamente! Implacabilmente.
E finché a fuggire son le salpe, non mi cruccio più di tanto. Quando però vedo fuggire i primi saraghi, anche discreti, faticosamente avvicinati in stile giaguaro, cominciano a frullarmi i gabbassisi!
Prima piano, poi a turbine...

E più sbaglio, più mi innervosisco e più padello!!!
Il clou lo raggiungo con un sarago davvero grosso, sorpreso dietro un masso, che mi offre anche 2-3 secondi di tempo e di fianco immobile.
Ah, questo è facile, è il premio, è già preso... me lo vedo già in sagola mentre tiro il grilletto, l'asta parte, tonfando contro la roccia (e cara grazie se non l'ho stortata...) e il saragone, neanche troppo velocemente, se ne va...

No, non è proprio giornata... sarebbe stato meglio continuare a dormire!

Sei un pivello, ammetti di non saper ancora sparare!
Seconda fase di training autogeno, x riportarmi alla calma.
Inspirazioni lente, espirazioni ancor + lente, occhi socchiusi. Galleggio immobile. Stop, relax.

Poi si ricomincia, ma per diamine piantiamola di cercare a tutti i costi di voler prendere un pesce. Devo ricordarmi che sono in acqua prima di tutto x rilassarmi e per stare nell'ambiente che adoro.
Anche perché, al di la di tutto, questi fondali son meravigliosi! E allora via a godermi questa ampissima conca, adagiata in un infinito lastrone di roccia, con bordi verticali di 1 mt, spaccature e piccoli anfratti.

    La tentazione
Proprio li, vedo serpeggiare una gran bella murena, molto più grossa di quella vista la scorsa volta.
La raggiungo e lei, per tutta risposta, non si intana, anzi rimane ferma a guardarmi.
Anche quando, goffo e continuamente forzato verso la superficie, mi immergo x osservarla da vicino.
Beh, almeno questo è un bellissimo incontro!

Ammetto che per qualche secondo ho avuto la forte tentazione di premere il grilletto: anche nella fase di caos mentale in cui sono, con la punta dell'asta a mezzo metro da quel grosso serpentone immobile, il trofeo del fesso sarebbe obiettivamente assicurato.

Ma ti sentiresti migliore, + bravo dopo averla uccisa? O, al contrario, la sua inutile morte ti avrebbe giustamente fatto sentire ancor + vile, meschino ed incapace? Troppo bello prendersela coi + deboli, dopo aver rimediato dagli altri botte da orbi... eh no, la murena resta in mare!
Lei non c'entra nulla con le tue incapacità e frustrazioni.

    Riabilitazione
Detto, fatto, risalgo ormai senza fiato e subito noto alla mia destra un triglione paffuto.
Quello no, se tutto va bene, se non sono completamente rimbambito, se il mio braccio non è posseduto, potrebbe esser il pranzo x Ombretta.

Ventilazione, solita goffa immersione, mi aggrappo con una mano ad un masso per non esser trascinato subito in superficie, seguo la triglia che - mannaggia lei - non vuole star ferma, ma appena rallenta sparo! Presa in pieno! Ghiaccio rotto!

Vedi che se stai calmo, un minimo di mira ce l'hai ancora?

    Alien
Proseguo la nuotata, portandomi di nuovo tra i massi affioranti, quando, sbucando da uno scoglio enorme, a pelo d'acqua, mi trovo faccia a faccia con un muso che credo NON DIEMNTICHERO' MAI PIU'!

Brillante nella luce della superficie, una spigola che non so dimensionare, o meglio a cui ho paura a dare un peso (un minimo di dimestichezza coi pesci ce l'avrei anche...).
Dritta, di muso, grossa, anzi, PIU' grossa!!!
Sarà li ad un metro e mezzo dalla punta fucile, nell'acqua cristallina: restiamo entrambi bloccati a guardarci, lei poi si gira di fianco, per mettermi meglio a fuoco, però subito fa uno scatto x allontanarsi un po'.
Rispettiamo almeno le distanze, non puoi comparirmi qua davanti all'improvviso, senza rispettare la distanza vitale di sicurezza.
Allontanata un poco, ondeggia a destra e sinistra, si volta, mi riosserva.
E' di fianco, forse lontanuccia per il mio 75 e per le mie capacità, anche perché è inutile dire in che stato sono io... calma e sangue  freddo sono 2 parole in dialetto ostrogoto, pronunciate da un muto! Battiti impazziti e panico misto a paralisi.

Animo! E' di fianco, devo comunque provarci, sono IO il predatore!
Prima che scappi... Fuoco!

Ovviamente padellata... giaguaro a bocca asciutta! Ma me L'aspettavo, scarsa mira a parte ero troppo poco lucido.
Quasi tremo, mentre recupero il monofilo...
Ma quanto cavolo era grossa?!?

    Chiusura (era ora!)
Per chiudere questo lunghissimo racconto in cui ho cercato di trasmettere le fortissime e a volte eccessive, se non negative, emozioni provate, aggiungo solo che nel prosieguo della pur splendida mattinata, ho padellato ancora diversi saraghi, strappato una triglia e presa un'altra più piccola, per poi decidermi a far pratica di tiro a volo su alcuni branchetti di salpe.
Ne ho padellate 2 che parevano dentici per la mole esagerata, e presa una, con la soddifazione di averla centrata perfettamente, mentre era in pieno movimento, anticipandone la linea di fuga.

Non è stata una giornata in cui ho provato le bellissime, tranquille sensazioni delle apnee rilassate dell'ultima uscita. Anzi, mi son trascinato comunque, x tutte e 3 le ore di nuotata, tensioni difficili da sopire, che non mi hanno fatto godere appieno dell'atmosfera che mi circondava. Ma in ogni caso è stata una giornata meravigliosa, con mare da favola, in cui ho quanto meno incontrato bellissimi pesci... tanto mi deve bastare per ora!

    Imparare dai propri errori
Beh, se il carniere è stato a dir poco risibile (becera necessità di pranzo... meno male che in frigo c'era anche un calamaro, pescato a canna la sera prima!), la lezione è stata tremendamente brutale ed efficace.

    Da annotare sul brogliaccio:

  1. Senza scuse e senza attenuanti, semplicemente NON so sparare a bersagli in movimento => urge fare assolutamente esperienza con le povere salpe!

  2. La salpa, se pulita “immediatamente” dopo il tiro, è assolutamente gradevole alla piastra!

  3. Procurarsi schienalino e cavigliere, PRIMA della prossima uscita in mare! In totale, dovranno esserci almeno 8 kg, ben distribuiti. Sarà la muta nuova o altro, così proprio non va, 6kg non bastano manco ad iniziare. Unico risultato, sto scrivendo con un dolore notevole ai muscoli lombari... Che fisico!

  4. Non è una scusante, la colpa delle padelle è solo mia e con armi diverse avrei fatto ancora peggio, ma con acque così cristalline e totalmente calme, l'arbalete 75 è troppo limitante: metter in conto qualcosa di “lungo” quando mi sarò fatto la mano...

  5. Sono un pivello e devo ricordarmi SEMPRE che devo imparare. Imparare e poi ancora imparare. Niente speranze, niente illusioni, niente sogni di facili carnieri.

  6. Guai al primo che mi dirà: ...beh, sei passato alla pesca sub? Ma è troppo facile sparare ai pesci, non è sportivo...


P.s.: poco prima di metter piede in acqua, ho incassato il “Buona Pesca” di un francese, che al mio cenno di stizza, si è scusato, assicurandomi che da loro si usa come buon augurio...

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