Diario dai Fondali...
Basta poco...
E finalmente, venne il momento di usare degnamente il mulinello!
Basta poco per render memorabile una pescata...
Per il sottoscritto, lo saprete già dai racconti precedenti, non servono affatto i mega carnieri, le collane di pesce (per le quali anzi, nutro un concreto senso di fastidio, da assurda ed inutile "distruzione" che degrada e per nulla nobilita il tronfio sterminatore). Meglio pochi pesci, al limite uno, degno, cercati e voluti con la giusta tecnica e non sfruttando il momento favorevole per trogloditiche mattanze.
Non serve stare in acqua ore ed ore per "razzolare" tutto ciò che capita. Meglio concentrarsi sui dettagli per sfruttare tecnicamente al meglio ogni dettaglio nelle brevi e rare pescate.
E se va male, se si sbaglia, o se è la giornata no, è giusto e molto più onorevole pagar pegno. Piuttosto che ostinarsi a voler portare a casa qualcosa a tutti i costi
Nel caso di questo racconto - in un lungo periodo in cui la pesca è stato purtroppo un pensiero di secondo piano, dopo mesi di pochissime uscite in mare ma tanti cappotti, dopo aver ignorato le piccole e numerosissime oratelle degne di crescere e le piccolissime cerniottine baby, che quest'estate hanno inondato il ponente ligure e la costa azzurra - è bastato davero poco! Son bastati 20' in acqua, due tuffi preparatori e due aspetti, per aggiungere un altro tassello ai miei bei ricodi che il mare ogni tanto dona...
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16 ottobre 2011 - Ore 5:45, suona la sveglia, rito di una colazione leggera ma con la giusta carica di energie, preparazione attrezzatura e vestizione. Per la prima volta della stagione passo ai pantaloni da 5 mm, al sottomuta e ai guanti da 3 mm... :-( rivedrò l'armamentario estivo tra parecchi, troppi mesi! Quindi compaiono anche lo schienalino e le odiate cavigliere, indispensabili eprò per gli aspetti in bassofondo che voglio fare.
Solita mezz'oretta di camminata, ben carico e bardato, che dopo la corsa di ieri sera, vien digerita malaccio dai muscoli delle mie gambe. Strada facendo, ripenso alle numerose uscite infruttuose, che tuttavia mi convincono ancor più del mio modo di pescare. Catturerò poco durante l'anno, ma quel poco deve lasciarmi qualcosa di positivo, deve valerne la pena! Mi ritrovo a rivolgere un pensiero al Mare: "...finora hai saputo regalarmi incontri con pesci fantastici! Hai premiato la mia costanza quando serviva. E oggi, cosa succederà? Mi farai incontrare qualche tuo bel pesce? Ma bello davvero! Che sia bello, oppure nulla. Io, come sempre, mi impegnerò a rispettare al massimo Te e tutti i tuoi abitanti...". E dentro di me ho come la percezione che si, sarà una buona giornata, sarà la volta di un bell'incontro!
Poco male, arrivo sul punto prescelto alle 7:10, in anticipo sull'alba. E' ancora buio, ho tempo di rilassarmi un pò seduto su una roccia. Fatico un attimo a cercare un punto di ingresso in acqua ridossato e sicuro, causa fastidiosa risacca da levante. Sott'acqua non si vede ancora nulla, è presto. Ne approfitto per due tuffi di pura apnea, per ritrovare al meglio distensione fisica e mentale, concentrazione e allo stesso tempo rilassamento.
Basta poco per estraniarsi da tutto e da tutti, ampi e lenti respiri in superficie, occhi chiusi, tutti i sensi a percepire il contatto, l'abbraccio del Mare, l'assenza di peso, la magia dell'acqua. Due discese lente e rilassate, sinuose e scorrevoli, risalendo lento, sciolto e decontratto.
Poi, con pinneggiate impercettibili e silenziosissime, mi sposto sul punto "buono" dove so che all'alba e al calasole, i predatori spesso sono in caccia. La stagione è quella giusta. Il posto pure. La mia preparazione anche. La volontà segue a ruota.
Basta un primo tuffo all'aspetto, scivolando tra le coperture ormai conosciute, per capire di aver un kg di troppo in cintura. Potrebbe andar bene così, ma no, voglio aver l'assetto "perfetto", quello che piace a me, quello che ti fa adagiare sul punto prescelto al rallentatore, senza alzar nemmeno uno sbuffetto di limo, lento e totalmente silenzioso, senza aver urtato nulla con niente. Comunque, sul fondo attendo e controllo. Un saragotto discreto arriva all'aspetto, lo attiro con tenui richiami della glottide e ottenuto l'effetto voluto, lo lascio sfilare. Non è quel tipo di pesce che oggi mi interessa. A destra mi osserva una trigliona. Rapidamente arrivano i branchi immensi di grossi salponi, veloci, più del solito, scattosi, più del solito, nuotano come un fiume vivo, argenteo, in piena. E' chiaro che son nervosi, sul chi va la. In due riprese il fiume di pescioni esplode, gli individui schizzano fulminei con sorde e rumorose scodate... E' il segnale che attendevo... Non sono a fine apnea, ma non potrei nemmeno trattenermi molto. Risalgo senza aspettare oltre, per poter scivolare verso la superficie lento e silenzioso, il più possibile, senza affanni.
Bastano pochi atti respiratori per recuperare, quando non hai tirato l'apnea: occhi chiusi, calma, ancor più determinazione. Fiato, capovolta senza alzar le pinne e via, scivolo verso il fondo, aderentissimo ai massi, sfruttando due roccioni per successive coperture, facendo la massima attenzione a non urtare nulla, a non produrre rumore alcuno. Impugno delicatamente, al contrario, l'amato C4 Mr. Iron 104, lui, grazie alla sua sagoma ed equilibrio nel peso e nell'idrodinamica, si lascia indirizzare come una piuma, seguendo i miei movimenti sinuosi. Son sempre più convinto che è questo il suo pregio assoluto (efficienza e precisione nel tiro a parte): non tanto il brandeggio puro a lancetta d'orologio, quanto l'equilibrio totale in ogni movimento! Scendendo anche per questi soli 5 m, pianissimo, al rallenty, mi rilasso al massimo. Plano sul fondo, per poi appostarmi quasi del tutto celato da un masso, col declivio alla mia sinsitra e la sabbia verso alla mia destra. So che a quest'ora TUTTI i pesci arriveranno di fronte a me. E io da quella direzione li aspetto.
Noto per un istante alla mia sinistra, tra i massi, la solita piccola cerniottina mignon. Stop, sguardo di fronte, devo concentrarmi su ben altri pesci.
Basta poco per capire che, forse, davvero questa sarà la volta buona, perchè nel frattempo son tornate le nubi di salponi, ancor più nervosi. Scattano e scodano ogni 4-5 secondi. Non di certo per me, immobile come una roccia e con i chiarori dell'alba alle spalle. Mi concentro ancora di più...
Basta intravvedere un'ombra, corposa, in arrivo alta sopra di me, per capire che è giunto il momento di metter alla prova la mia freddeza, la mia mira e la precisione del mio fucile su quel bersaglio in movimento! Con un accenno di spostamento verticale del Mr Iron, di pochissimi gradi, ho subito il pesce in mira. Arriva da dove lo stavo aspettando, solo un pò più alto. Arriva dritto, deciso, senza tentennamenti, inizialmente mi punta, poi man mano alza la rotta, come per passarmi appena sopra il capo. Inizialmente non identifico bene le sue misure e la specie, nell'acqua appena velata e nella luce stentata ed indefinita dell'alba. Bel branzinotto o barracuda? Quando è a tiro capisco che è un barra. Pur col pesce in movimento, avendolo perfettamente sotto tiro, mi concedo il lusso di collimare con l'occhio destro, tecnica che preferisco rispetto al tiro "istintivo". Ma ecco che dietro di lui, si materializzano altre 4 o 5 sagome appena più piccole... quasi non le vedo, rimango freddissimo, pensando SOLAMENTE alla sagoma già in mira. Sfioro il grilletto e senza sforzo alcuno il fantastico meccanismo C4 mi risponde con un tiro al fulmicotone...
Il tempo si ferma, io di ghiaccio attendo il responso del Mare: pesce preso o pesce mancato?!?
Il pesce si manifesta per un grosso barracuda, spostandosi inizialmente attonito a destra. Nello stesso momento vedo l'asta che dall'alto, a fine corsa, plana verso il fondo, per un paio di secondi. Terrore!!! Per qualche istante son sicuro di aver fatto FLOP, con un'imperdonabile padella!!!
Ma basta poco per capire che le cose sono andate diversamente! Dopo i due secondi scarsi di smarrimento il barracuda realizza e parte con la forza e la velocità di un treno: sparisce nell'acqua libera e mi svuota oltre una decina di metri di sagolino dalla bobina che io tengo sempre un pò frenata, proprio pensando ad eventuali simili incontri.
Vuol dire solo una cosa: pesce in sagola!!! E pesce discreto!!! Nel frattempo io risalgo, stranamente tranquillo. Già altre volte mi son meravigliato della mia freddezza di fronte a catture emozionanti. Anche questa volta riesco a "ragionare". Risalendo, abbandono il fucile alle mie spalle e controllo la fuga del pesce con le mani. In superficie, mentre ventilo, il pesce riparte e si prende ancora parecchi metri di sagolino.
Comincio a capire che non è il pesce di un paio di chili che mi era parso inizialmente...
Morale, impiego 5 minuti buoni per recuperarlo delicatamente, con ampie e lente bracciate, prendo il tempo per afferrarlo con la massima sicurezza sotto le branchie: non vorrei proprio trovarmelo sfuggito dalla presa e pronto a darmi una smozzicata con quei dentini... A quel punto, è un istante metter fine alla situazione col coltello.
Ecco, ora si, come spesso mi capita, a cattura conclusa e constatando bene le dimensioni del barracuda al mio finaco, scarico la tensione e vado in agitazione da euforia!!! :-D
Accorrono dei cannisti, chiedono se ce ne son altri "sotto", spiego, indico la zona di caccia del branco, gli cedo l'azione e li saluto: per me la pescata FINISCE qua, appena iniziata. Due tuffi, pochi minuti e tutto è già finito. Nel migliore dei modi. Se mi rituffassi, qualcosa, sarago, triglie o magari altri barracuda, potrei anche recuperarli, ma a che pro, se io le mie fortissime emozioni le ho già vissute, se la mia soddisfazione enorme me la son già tolta, se ho già sistemato diverse prossime cene per Ombretta?!?
A volte basta poco perchè il Mare ci doni un grande incontro, sta a noi riconoscerlo ed apprezzarlo appieno, dimenticandoci l'umana ingordigia...
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