Diario dai Fondali...
Un'albata tutta d'oro!!!
Voglia di apnea
L'obiettivo principale di questo fine settimana è uno: finire i preparativi in barca, per poter partire settimana prossima con la massima sicurezza. Poter affrontare mare e vento, con i porti saturi, in rada, per diversi giorni. Lavori estenuanti e difficili, su una piccola veletta di 20 anni, ottimamente tenuta, ma anche bisognosa di parecchie attenzioni. Tuttavia lo spazio per un calasole o un'albata son determinato a ritagliarmelo... Ormai la dipendenza dall'apnea, dalla caccia sub, dal flutuare senza peso tra le rocce, è totale e insopprimibile! Ho anche una curiosità bruciante di provare le nuove pale della CarbonioGFT, che ho appena montato sulle scarpette Beuchat Mundial, uniche ad adattarsi decentemente ai miei piedi.
Luciano, il fidato compagno di pesca, mia guida nel cercare di crescere e migliorarmi, ha già dato in un'albata in Francia, non sarà quindi della partita. Decido a mia volta per un'albata, per provare in quei brevi, magici momenti, in cui la luce ancora fatica a conquistare il buio. Pescherò da solo, non è il massimo della sicurezza, anzi sarebbe da evitare, quindi scelgo la zona con fondale più basso, mi limiterò ai 5-6 metri e aumenterò al massimo tutte le cautele possibili.
E' ora...
La sveglia mi violenta alle 4:15, rapido ed entusiasta faccio una leggera ma energetica colazione, mi vesto e sveglio la paziente Ombretta, che mi porterà in macchina nel posto prescelto.
Con l'entusiasmo a mille, per l'orario perfetto e la curiosità di provare le nuove pinne, mi calo lentamente in acqua senza far il minimo sciacquio. Siamo al limite della visibilità, intravedo le sagome delle salpe semi-addormentate, ma non è ancora possibile pescare. Ne approfitto quindi per rilassarmi al massimo in acqua, il cielo è limpidissimo e tra poco l'alba arriverà rapida, il momento magico durerà poco, non posso sprecarlo!
...Si parte!
Appena la visibilità lo permette, dopo le ventilazioni ampie, lente e profonde di rito, mi tuffo, silenziosamente, scivolo lungo i massi della franata, scorro lento e rilassato. Che meraviglia!!! E' una gioia constatare che la ginnastica tubarica che sto facendo con una certa regolarità, mi ha aiutato tantissimo! Compenso molto più velocemente e con molto meno sforzo. Dovrò continuare così. ;-) Tuffo di contatto col mare, non forzo, un minuto e sono in superficie.
Ripeto. Mi adagio sul fondo, a 5m, sulla sabbia, senza quasi riparo. Immobilità assoluta, occhi socchiusi, fucile disteso avanti a me. Dopo 50 secondi un pizzutello mi danza davanti, non è grosso e se ne sta pure un pò troppo distante, ma voglio provare lostesso, giusto per aver qualcosa da dare in padella alla mogliettina. Miro con calma e insagolo il saraghetto. Cerco di metterlo a cavetto in cintura e ricaricare con la massima silenziosità, quindi mi sposto un pò di più sul punto magico.
Si sbaglia...
Nei tuffi successivi trovo un via vai inaudito di luassi, branzini, dalla taglia piccina da porzione in stile pescheria, a quelli più belli che ad occhio passano il chilo. Ne padello uno discreto, poi attendo troppo cercando la mira perfetta su una bella coppia che mi punta all'aspetto, ma non si avvicina il giusto. Provo anche la classica bollicina. Niente da fare. Un paio piccini hanno pure la sfrontatezza di avvicinarsi a pochi cm, mentre ricarico l'X-Fire!!!
Comunque, non ho mai visto così tanti branzini in una sola pescata!
Negli aspetti successivi, mi sfilano davanti anche altri saraghi come il primo pizzuto, ma ora basta, voglio pensare ad altro...
Stiamo entrando nel vivo del momento magico, aiutato dall'ottimo Suunto D4 che si sta dimostrando fantastico nella preparazione delle apnee, mi sforzo di allungare ancora di più i tempi di recupero in superficie. E i risultati arrivano, constaterò poi, a fine pescata, che senza accorgermente e pur risalendo nella massima tranquillità, pesco regolarmente tra i due minuti ed i due minuti e trenta!!!
I barracuda
Alla fine di un lungo aspetto, mi passano davanti, lontani, con la loro noncurante lentezza, indifferenza e marzialità, tre bei barracuda. Scelgo istantaneamente il capofila, appena più grosso, collimo eseguo il loro movimento, mentre loro non ne vogliono sapere di fermarsi e sparo! Preso in pieno! La preda ha un guizzo, ma subito dopo cade a foglia morta, semiparalizzata.
La recupero rapidamente, con la massima silenziosità e compostezza. Sistemo la preda in cintura, in effetti abbastanza ingombrante, per quanto è lunga... facendo attenzione a quei denti paurosi. Per sicurezza passo l'ago nelle guance del pesce, per evitare contatti con quelle lame.
L'assurdo - parte prima
Ricarico e mentre ventilo rilassato in superficie, col fucile penzoloni, mi trovo una spigoletta sul muso! Non è grossissima inizialmente la lascio stare, lei insiste, ripenso alle padelle ed agli errori precedenti, immagino il carpaccio squisito che potrebbe diventare a breve e poco convinto sparo... la insagolo sulla coda. Di solito finisco le prede con lo spillone "prima" di estrarle dall'asta o dalla sagola del fucile. Ma questa spigoletta non è enorme e pare paralizzata. Con calma la sfilo e lei di contro, con un guizzo fulmeneo, mi scappa di mano e si dilegua! La consolazione è nel pensare che ha una ferita leggera, in zona per nulla vitale, son certo che sopravviverà. Stupido io ad aver sparato!
Padella again
In un altro bell'aspetto, lungo e rilassato, vedo due orate, saranno sugli otto etti, ma io son troppo scoperto e la mia totale immobilità non basta a farle arrivare a tiro. Ho fiato, attendo ancora, loro tergiversano. Errore mio nello scegliere l'appostamento, non si avvicineranno ulteriormente: provo a collimare bene e tirare ugualmente. Pesci troppo lontani, in fuga, illesi...
L'assurdo - parte seconda
Aspetto successivo, preparato come si deve, questa volta cerco di occultarmi meglio e mi apposto appena celato dietro un piccolo masso sulla sabbia. Oggi mi sento rilassatissimo, totalmente decontratto, nessuna fame d'aria. Sul fondo i pensieri son leggeri, sereni. Divago...
Ad un certo punto vedo delle ombre puntarmi decisisssime di muso! Belle sagome allungate, mi puntano con decisione e velocità ad un metro circa dal fondo. Ma che bei branzini, penso, pochi istanti prima di realizzare che sono... triglie giganti!!! Mai viste di così grosse!!! Arrivano dritte davanti all'asta, mi danzano davanti, destra, sinistra, mi perdo via ad ammirarle. Dopo tre loro passaggi, si fermano sul fondo, io rinsavisco, inizialmente non voglio sparare, per non disturbare la zona, poi identifico la più grossa tra le grosse, a pochi cm dalla punta dell'asta, miro dietro la testa e sparo!!! Trigliona fulminata, nugolo di limo sollevato e sagola che non mi segue in risalita... L'asta si è impiantata fonda nella sabbia. Due strattoni e si sfila... ma con lei anche la triglia!!! In superficie noto che l'o-ring non si è sfilato, inspiegabilmente, e l'aletta non si è aperta. Provo a ridiscendere, la triglia era stata fulminata sul colpo ed infatti la trovo nello stesso punto. Bene! Pregusto il sughetto per gli spaghetti, tanto gradito da Ombretta!!! :-)
Negli aspetti successivi mi sposto un pò, in zona tranquilla, ma non vedo più pesci interessanti, solo un incontro comunque fantastico, con un branco di salpe immenso. Sono enormi, bestie grossissime, appallate, compattissime, l'insieme avanza lentissimo, ma i singoli pescioni sembrano immobili. Un mondo di riflessi oro-verdastri, un brulicare di pinne, squame, quasi indistinguibile, un super organismo affascinate. Evito la tentazione di sparare, anche se i pesci sono davvero grossissimi e arrivano letteralmente ad avvolgermi, quasi sfiornandomi. La mia immobilità è totale, è incredibile come non mi avvertano o non mi considerino affatto una minaccia. Attendo, sperando di intravvedere qualche luasso in mezzo alle salpe o le probabili ricciolette dietro di loro. Anche questa volta il fiato tiene, ma non ci son sorprese, risalgo quindi lento, quasi senza pinneggiare per non creare disturbo, aiutato dalle fantastiche pale GFT, che donano un controllo d'azione sbalorditivo.
Son quasi tentato di chiudere la pescata, tre pesciotti in cintura li ho, non c'è più il movimento di prima.
Decido di provare ancora un paio di aspetti, per chiudere, ma che siano fatti come si deve.
IL MOMENTO MAGICO
Quello in cui come per miracolo tutto combacia alla perfezione... quello in cui ti sei ventilato e rilassato al meglio e scendi quasi ad occhi chiusi, senza pinneggiare, allungandoti come un gatto tra i massi, con la mano sinistra a tirarti con calma e quelle fantastiche pale in carbonio a direzionarti con precisione chirurgica... ecco il grosso masso verticale già visto in precedenza e scelto come totale riparo. In questo punto la "mossa" dei pesci all'alba è regolarmente dalla mia sinistra alla mia destra, quel roccione mi coprirà alla perfezione. Arrivo sdraiato sulla sabbia, poi con lentezza mi inginocchio appoggiato al masso. Stacco tutti i pensieri e focalizzo il mare di fronte a me, soliti momenti di leggera vacuità, tipici degli aspetti che so che potrò godermi al 200%. Non penso ai pesci, al risultato, al tempo. Solo pace e relax.
Ma i sensi, pur rilassati, son vigili e dopo un bel pò trasalgo quando, sopra la mia sinistra, dal massone fa capolino un vassoio argenteo, enorme, lento... Identificazione istantanea! Quel profilo del muso ottuso e forte, quella macchia nera sull'opercolo possono solo essere di un'orata da infarto!!! Ma l'infarto non mi viene, anzi resto perfettamente lucido e calmo, immobile ed attento. Impercettibilmente il fucile è allineato col bersaglio, io mantengo un'immobilità degna di un mimo, LEI mi punta appena, per poco, di sbieco. Immagino che prima stesse cercando di indentificarmi tramite vibrazioni e linea laterale, non vedendomi perchè celato dal masso, poi ha cercato di "guardarmi". Ma ecco che poco dopo torna a darmi il fianco, cerca di percepirmi meglio, ma, forse, la mia totale immobilità, letterlamente anche degli occhi, la lascia perplessa. Sono istanti, pensieri alla velocità della luce, ma capisco che non posso aspettare, un esemplare così non si avicinerà mai oltre, non posso tentare alcuna manovra che son certo la farebbe scappare. Istanti di consapevolezza che anche questa oratona, dopo il branzino di quest'inverno, è un "pesce della vita", specie considerando le bistrattate acque liguri in cui sto pescando. Se la dovessi sbagliare, avrei sbagliato per sempre.
E allora vuol dire che non sbaglierò!!! Miro al meglio, ma senza la mia solita eccessiva lentezza per cercare di collimare alla perfezione. Allineo dietro le branchie e non voglio più pensare, ho già perso prima i due branzini per aver indugiato troppo. Sparo!!!
E per un istante, il solito dopo lo sparo, in cui tutto si ferma, il sangue mi si gela nel vedere la controrsione del grosso pesce colpito! Ma noto al volo che l'ho presa bassa perchè LEI stava molto alta su di me: l'ho colpita sotto la pettorale e non l'ho insagolata. Non si era avvicinata abbastanza.
L'orata intanto ha una reazione brutale, uno strattone al polso tremendo, proprio mentre ho già deciso di allentare la frizione, già in parte aperta, per evitare assolutamente di forzarla! Lei si prende una decina di metri di sagola, io ho ancora un po di fiato (quasi non ci posso credere!) per controllarla in sicurezza. Punta una grossa roccia isolata sulla sabbia, a 5 mt, la lascio andare, non la forzo, è troppo potente. Vedo però che non si intana subito come avrei voluto, ma gira attorno allo scoglio!!! Lascio il fucile, sperando che la segua nel carosello, ma la sagola si incaglia. Ho il terrore che l'orata possa far leva sulla sagola incagliata, strappandosi!!!
Terrore
E ad un certo punto, niente più strattoni... Temo che si sia strappata davvero, il fondo è un nugolo di sabbia sollevata, non vedo e non sento nulla, in parte la sagola cede, ma non sento reazioni.
E' persa, devo risalire, non posso forzare l'apnea così da solo. Riemergo con la glaciale certezza di aver perso un pesce fantastico... ventilo un pò, son inspiegabilmente ancora quasi calmo, di una calma funerea.
Provo a scendere a controllare, seguo la sagola, giro dietro al masso e... la vedo!!! E' immobile, col muso nel fango. La lascio li, calma e risalgo. Questa volta scenderò per chiudere la partita, quindi attendo di più, mi ventilo bene, cerco con difficoltà di rallentare i battitti che si sono improvvisamente impennati.
Ritorno sul fondo, coltello già in mano, la accerchio da dietro, lontano, ma appena la sfioro, lei scoda nervosa, fugge per un paio di metri, poi si adagia sul fondo. Per più volte reagisce così, poi capisco che è ora: prendo il tempo e appena si adagia dopo l'ennesima scodata le sono addosso, lei non ha il tempo e le forze per un ulteriore reazione.
Non sono ancora le sette di mattina quando la lama del Cressi killer affonda a fatica nel cranio dell'orata, per darmi la certezza di esser riuscito in quella che per me, novellino, è una piccola grande, memorabile impresa!!!
In realtà nella traiettoria a salire, l'asta aveva trapassato l'opercolo opposto: l'oratona non ha mai avuto alcuna possibilità di fuga, ma io non lo potevo sapere, per me era colpita in pancia, nel punto peggiore!
La pescata la chiudo scaricando volutamente il fucile, limite di peso raggiunto o meno, non mi importa, per fare due tuffi poco distante, dove il fondo raggiunge i 10 mt. Voglio provare con calma le reazioni ed il comportamento di queste ottime pinne GFT. Scendo sul fondo e simulo un lento agguato sui 9-10 mt. Si dimostrano incredibilmente leggere e tonde nella pinneggiata, quanto efficaci nella spinta e nella velocità di nuoto, con un controllo "di fino" degli spostamenti, davvero ottimi! Sono il modello 80x19 soft. Direi che ho azzeccato la scelta, per le mie gambe, credo che non me le toglierò più dai piedi per questo tipo di pesca!
Per l'arida cronaca, perderò la trigliona in cintura, uscendo dagli scogli, probabilmente spappolata tra il peso del barracuda e quello della MIA fantastica oratona. Ma mentre mi arrampico sulla scogliera, rido, rido rumorosamente, da solo, come un matto. Non riesco a tratenermi dal ridere...
Alla bilancia l'orata, totalmente eviscerata e senza branchie, starà sui 3 kg. Il barra si fermerà ad un chilo pulito, il saraghetto al confronto, mi fa vergognare... Ma verrà anche lui onorato a cena!
Inutile dire quanto la mia felicità si amplifica quando Ombretta viene a recuperarmi in auto e vede in ritardo l'orata, nascosta da una pinna. Così come quando anche Luciano, passa a farci visita in porto, in pausa pranzo, per condividere ulteriormente questi momenti indimenticabili.
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